mercoledì 29 maggio 2019

Leonardo Da Vinci...la Garfagnana e la Valle del Serchio in due mappe

Certo, adesso è facile fare una carta geografica, tecniche come
Mappa di Leonardo con
rappresentata Barga
e la Pania
l'aerofotogrammetria consentono attraverso gli aerei una serie di scatti fotografici sul suolo terrestre, permettendo così una fedele riproduzione di coste, montagne e fiumi, altra pratica più precisa è il telerilevamento, che si effettua con l'uso dei satelliti che ruotano intorno alla Terra, in questo caso si usano radiazioni infrarosse; in entrambi i casi tutti i dati rilevati vengono trasmessi alle stazione di ricezione, qui grazie ai computer questi dati vengono elaborati... Ma una volta? Una volta non esistevano nè aerei, nè satelliti... e allora i primi cartografi riportavano sulla carta la posizione dei luoghi in base alle stime dei viaggiatori, oppure si facevano un'idea del territorio salendo sui campanili o sulle colline, le distanze venivano misurate in passi o in giorni di navigazione, insomma tutto veniva fatto "a naso", nell'antichità nessuno pretendeva la massima precisione di una costa o di una città, ma veniva considerato rilevante avere punti di riferimento ben visibili, così una mappa poteva avere dimensioni completamente sballate, ma magari c'erano evidenziati i promontori, dei fari o dei boschi, naturalmente poi c'era una base per così dire scientifica, per la lunghezza e la distanza ci si basava sula misura delle ombre e su principi trigonometrici. A queste tecniche si affidò anche Leonardo Da Vinci, si perchè Leonardo non fu "solo" architetto, pittore, scultore, anatomista,

botanico, ingegnere e progettista, fu anche cartografo. Da questo punto di vista Da Vinci è poco conosciuto e pensare che due delle sue carte geografiche rappresentano la Valle del Serchio e la Garfagnana... Leonardo iniziò la sua attività di cartografo dopo aver studiato la geometria di Euclide, introdusse anche qui tecniche cartografiche all'avanguardia, delle soluzioni del tutto innovative, sopratutto nella rappresentazione del territorio, anticipando l'idea della tridimensionalità. Da genio che era, era altrettanto consapevole che riportare una superficie sferica su una piatta non poteva avvenire senza errori con gli strumenti che aveva a disposizione, allora per rimediare a ciò e rendere a queste carte quel tocco di artistico ricorse alla tecnica dello sfumo a grafite  per rendere ben visibili i dislivelli delle montagne: "il lumeggiamento delle masse montuose", così come le chiamava lui. I suoi primi incarichi da cartografo li ebbe da Cesare Borgia che lo nominò suo "architecto e ingegnero generale", nel 1502 realizzò per il duca una carta con "i lochi et fortezze" conquistate. Dei servigi leonardeschi ne usufruiranno anche i Medici nella persona di Giuliano, che a Leonardo farà richieste analoghe, ed ecco allora entrare in scena la Garfagnana e la Valle del Serchio, infatti (come detto) esistono due mappe commissionate proprio dall'illustre famiglia fiorentina, sono carte rispettivamente del 1503 e del 1504, disegnate per mano di Leonardo, una di queste oggi è denominata RL 12685: in questa si risale il
Rl 12685 Barga cerchiata in rosso
ben visibile la Pania
corso del fiume Serchio e fra le altre cittadine segnalate si può ben notare  Barga, sullo sfondo e alle sue spalle si può osservare bene la Pania e le Rocchette di Vergemoli(disegnate perfettamente), nell'altra catalogata con riferimento Madrid II 
n° 12277 del Codice Atlantico, indica anche qui il Serchio che attraversa i comuni di Coreglia, Gallicano, Barga, Molazzana, Castelnuovo, San Romano, Camporgiano e Piazza al Serchio, da notare anche in questa la precisione di tutti i rilievi montuosi (la Pania è qui chiamata con il suo antico nome: Pietra Pana), perfino gli alberi sono disegnati, i laghi, i corsi dei fiumi e sempre a proposito di fiumi questa mappa fu creata con l'intento di studiare il territorio per realizzare un singolare e bellicoso progetto...come si può vedere Lucca è messa in bella evidenza, infatti il proponimento dei Medici era di deviare il corso del Serchio per inondare la città e farne conquista. Ma tutto questo tesoro
Madrid II N 12277 CODICE ATLANTICO
 dov'è conservato? Agli Uffizi? Nei musei Vaticani? Nei musei reali di Torino? Niente affatto, i disegni sono di proprietà personale di sua maestà la Regina Elisabetta II d'Inghilterra e sono custoditi presso la Royal Windsor Library. Sono proprio nel castello reale di Windsor, dove esiste una collezione di 600 carte geografiche, comprese le due carte "garfagnine", oltre a queste ci sono mappe sul Valdarno, sull'Italia del nord, sulla Toscana occidentale, sulle paludi pontine, in più una vista della Valdichiana. Rimane comunque il fatto che parte del nostro patrimonio artistico è (purtroppo) sparso in tutto il mondo e le vicende di queste mappe leonardesche(come al solito) fanno parte di quelle vicende poco note del perchè siano sparite dal loro "suolo natio". Nel tempo ci sono stati vari passaggi di mano. Si comincia proprio dalla morte di Leonardo (quest'anno ricorrono i 500 anni della sua scomparsa), dopo la sua morte i disegni entrarono in possesso del suo allievo Francesco Melzi che le conservò con sè fino al 1570, anno della sua dipartita , dopodichè passarono nelle mani dello scultore Pompeo Leoni che le acquistò dal figlio di Melzi, qui le mappe

vedono per l'ultima volta la propria patria e nel 1630 non si sa
Il castello reale di Windsor
dove sono conservate le mappe
come (ecco qui il mistero) arrivarono in Inghilterra come patrimonio di 
Thomas Howard conte di Arundel, da li il passo fu breve e in men che non si dica entrarono a far parte del prestigiosissimo patrimonio dei Windsor.
Non rimane altro che la magra consolazione di pensare che dalla mano e quindi dalla penna del più grande genio dell'umanità siano usciti  i nomi dei nostri paesi e che forse, non si sa mai, nei suoi viaggi non sia capitato almeno una volta nella nostra valle...Chissà... 

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