apparteniamo alla morte", così si conclude a mio avviso una delle più belle poesie di sempre del panorama italiano: 'A livella" di Antonio De Curtis per tutti conosciuto semplicemente come Totò. La morte infatti da sempre è considerata una cosa seria da tutti i popoli, da tutte le religioni, da chi crede e da chi non crede e il culto stesso dei morti è l'espressione della pietà che gli esseri umani provano verso i defunti e della speranza di una vita futura. Il culto dei morti si manifesta nei riti funebri diffusi in tutte le società, nella costruzione dei cimiteri, nella elaborazione di credenze relative al destino dell'anima e all'aldilà, e questo già da tempi lontanissimi, addirittura la specie Homo Sapiens ha da sempre sepolto i morti. In molte sepolture preistoriche sono stati ritrovati resti di corpi dipinti con l'ocra e decorati con conchiglie, corna di cervo e altri oggetti ornamentali.Questo fa pensare che già i nostri lontani antenati praticassero riti funebri e avessero elaborato credenze relative al destino dei morti e all'aldilà e così è per quanto riguarda gli antichi abitanti della Garfagnana: gli Apuani.
la natura, oggetto di adorazione degli Apuani |
sempre più grandi, si costituirono i primi castellari (n.d.r: insediamenti apuani collocati su sommità)e la presenza di questi centri abitati testimonia anche la presenza di vere e proprie necropoli. Queste tombe, riferiscono gli archeologi, si sono conservate nei secoli piuttosto bene, sia perchè scavate nel sottosuolo, sia perchè oggetto di superstizione.I corredi funebri ammassati accanto ai morti offrono agli studiosi una panoramica di oggetti di uso comune, si trovano gioielli, vasi, ciotole tutti provenienti da questi "campi di urne", dove gli Apuani erano soliti incendiare i propri morti. Infatti come detto questa è una pratica quasi esclusiva degli antenati garfagnini, un rito nato a quanto pare nell'età del bronzo e portato avanti fino ad epoca romana (circa 5000 mila anni) con la sola variante dei materiali delle tombe: non più lastre, ma tegoloni, non più terracotta locale ma vasi ed accessori in uso al mondo romano. Ma guardiamo come si svolgeva questo rito apuano dell'incinerazione.Il rito di cremazione più noto ai posteri rimane quello descritto da
Oggetti ritrovati in tombe apuane |
Dopo che era stata tagliata una quantità di legname dai boschi, veniva innalzata una pira e più grande era questa pira e più grande era l'importanza del defunto. All'alba, alla presenza di tutti gli abitanti del villaggio la catasta di legna veniva incendiata e solo il mattino seguente i fratelli e i parenti più stretti dopo aver spento le ultime braci con il vino raccoglievano i resti in un urna che veniva deposta in una buca scavata nel terreno e protetta da pietre. Le necropoli liguri erano caratterizzate da tombe cosiddette a "cassetta"( n.d.r: la forma ricorda difatti una simil-cassetta) costituite da rozze lastre di pietra locale, quattro di
un esempio di tomba acassetta |
Una tomba a cassetta |
Ancora riti, usanze e costumi di questa indomita gente che non finirà mai di sorprenderci e che ci rendono sempre più fieri di averli avuti come il primo vero e proprio popolo che abitò la nostra Garfagnana.
bellissimo post
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