mercoledì 17 ottobre 2018

Napoleone...ecco come cambiò il dialetto garfagnino (e non solo quello)

Eppure, lui parlava italiano...anzi il suo modo di esprimersi era
molto vicino al dialetto fiorentino e pisano, tuttavia la sua prorompente discesa in Italia lasciò un segno indelebile nel Paese, aggiungendo (fra le altre cose) alcuni vocaboli al nostro vernacolo garfagnino (così come ad altre parlate) inserendovi dei sofisticati francesismi...Chi era costui? Nientepopodimeno che Napoleone Bonaparte.
Facciamo chiarezza subito su questa cosa, che a molti potrà risultare strana e bizzarra.
Napoleone come tutti sappiamo nacque in Corsica (Ajaccio)nel 1769 quando ormai da poco più di un anno l'isola era stata ceduta dalla Repubblica di Genova alla Francia. La stirpe dei Bonaparte difatti vantava nobili origini toscane e a quanto pare si trasferì in Corsica nel 1567, entrando da subito a far parte della piccola borghesia corsa. In Corsica la lingua ufficiale era l'italiano e Napoleone nacque e crebbe parlando italiano, i suoi genitori erano italiani al 100%, tant'è che Carlo Maria Buonaparte (padre del futuro imperatore di Francia)si laureò avvocato all'università di Pisa e il casato della madre, Maria Letizia Ramolino, faceva parte della nobile stirpe toscana che porta tal nome. Non a caso nel suo esilio di Sant'Elena ebbe così a dire:"Io mi sento italiano o toscano piuttosto che corso".
Nondimeno si fece scrupoli della Patria dei suoi avi, quando nel
la casa dove nacque Napoleone ad Ajaccio
1796 (nella prima campagna d'Italia) mise a ferro e fuoco la nostra nazione sotto l'egida francese. A ciò non scampò nemmeno la nostra Garfagnana quando il 7 maggio 1796 il duca Ercole III d'Este padrone e signore (anche) della Garfagnana stessa, scappò a gambe levate a Venezia, lasciando la patata bollente di trattare la resa con Napoleone al fratello, Don Federico d'Este conte di San Romano. La resa fu ottenuta a caro prezzo con un atto di totale sottomissione, sborsando oltretutto soldi sonanti come indennità. Per farla breve la dominazione napoleonica e quindi francese anche nella Valle del Serchio durò circa quindici anni, influenzando la società italiana in tutti i suoi aspetti: politico, amministrativo, finanziario e addirittura anche linguistico...facendo penetrare la fine lingua francese, pure nel rude dialetto garfagnino. D'altra parte nel 1805 si costituì la Repubblica di Lucca a cui verrà annessa la Garfagnana con a capo
Elisa Bonaparte
l'augusta sorella Elisa Bonaparte, che teneva particolarmente a dare un'impronta transalpina al suo dominio (per saperne di più: http://paolomarzi.blogspot.com/quando-la-garfagnana-si-ribello.html). Ecco allora, che piano, piano, alcune parole francesi vennero adottate e "dialettizzate" nell'uso del parlar comune, giungendo inalterate fino ad oggi.

Facciamo quindi questo curioso viaggio franco-dialettale lasciato in eredità  a tutta la Garfagnana (e alla provincia di Lucca in genere) da sua maestà Napoleone Bonaparte.
Cominciamo prima con una curiosità. Quante volte abbiamo sentito dai nostri nonni parlare di FRANCHI riferendosi alle vecchie lire? Ebbene, dopo la rivoluzione francese, in Francia venne adottato come moneta unica il franco che sostituiva la livre (la lira), anche in Italia con l'avvento di Napoleone, durante la seconda campagna d'Italia venne introdotta la lira (vecchio nome della moneta francese) e così in una sorta di confusione "monetaria" si confondevano le due valute che generalmente venivano appunto chiamate "franchi". Del TIRABUSCIO' che dire? Il vocabolo deriva da "tire-bouchon", ovverosia cavatappi. O sennò chi non ha sentito da qualche anziano l'esclamazione: TAMPI'? come a significare: pazienza! Questo termine nasce da "tant pis". Chi non ricorda invece il bel "COMO'" della
comò
nonna? In Francia era il "commode" i cassettoni dove si riponevano le profumate lenzuola, magari queste lenzuola rendevano il letto molto SCICCHE, cioè elegante e di gusto (da "chic"). La BUGIA invece non è solo una menzogna, ma è anche un piccolo candeliere basso dotato di manico, infatti in francese "bougie" significa proprio candela. Anche le signore altolocate nel farsi belle impararono un nuovo vocabolo: il farsi la TOELETTA, da "toilette" che si riferiva (in questo caso) al mobile usato in passato per pettinarsi e truccarsi e sempre a proposito di persone altolocate, a loro sicuramente non poteva mancare lo SCIOFFER, colui che conduceva le eleganti carrozze del tempo,con il passar degli anni lo "chauffer"
bugia
assumerà il significato più ampio di conducente. L'ultimo termine è quello più franco-garfagnino che esiste e la "cerise" francese non può altro che essere la CERAGIA garfagnina, nonchè la ciliegia italiana, anche se qui, ad onor del vero pare essere la radice latina che ha portato le varie modifiche a questo nome nei vari idiomi.

Insomma, questa è la prova di come le conquiste di questi valorosi condottieri non cambiano solamente la politica di una nazione e il suo modo di vivere, ma certe volte arrivano a modificare anche il modo di parlare. Da questo punto di vista, meglio di noi italiani non lo sa nessuno, dopo millenni ancora oggi le vittorie di Roma hanno segnato per sempre il modo di parlare di milioni e milioni di persone e proprio la lingua parlata dai romani, la lingua latina è il fondamento degli idiomi fra i più parlati (Francese, Spagnolo e Portoghese)...Roma docet...



Bibliografia


  • Un particolare ringraziamento a Giampiero Della Nina che mi ha permesso di attingere da un suo articolo per ricercare queste bizzarre parole

giovedì 4 ottobre 2018

Un mistero del tempo ancora irrisolto: le statue a stele

Vi ricordate di Obelix? Sicuramente si. Chi ha la mia età sopratutto
si rammenterà di quel fumetto su due irriducibili Galli, usciti dalla matita di Renè Goscinny e Albert Uderzo. Uno piccolo e biondo e l'altro grande e grosso. Ecco, quello grande e grosso era Obelix, la cui attività primaria era quella di malmenare romani, farne collezioni di elmi e divorarsi dei cinghiali arrosto interi. Oltre a quello, un'altra sua caratteristica era quella di trasportare sulle sue spalle giganteschi menhir. Menhir è una parola che deriva dall'antico bretone "maenhir", che significa pietra alta. Non solo in Gallia però si aveva l'uso di erigere queste enormi pietre, il loro impiego e la loro funzione è un mistero ancora oggi, così come sono un mistero le statue a stele(o statue menhir)rinvenute in piccola parte in Garfagnana e in buonissima parte in Lunigiana.
Ma cosa sono questi monoliti?
Come visto, tutti abbiamo in mente cosa siano questi menhir: pietre
Un vero menhir
verticali conficcate nel terreno migliaia di anni fa, esiste anche un'altra tipologia di menhir, dove su di esso sono scolpite forme umane (statue antropomorfe), ebbene le statue a stele sono una via di mezzo tra un menhir e una statua antropomorfa, infatti non

potevano reggersi da sole in piedi, poichè queste statue non hanno nè gambe nè piedi, di conseguenza anch'esse si dovevano conficcare nel terreno lasciando visibile solo la parte superiore. Questo fenomeno artistico singolare risale alla tarda preistoria e per meglio datare e inquadrare la situazione le possiamo far risalire in un lungo periodo di tempo che va dal III millennio prima di Cristo fino al VI secolo a.C. Con ogni probabilità le statue a stele rinvenute fino ad oggi sono una piccola parte rispetto a quelle ancora sepolte nei boschi o a quelle che adesso sono murate in vecchie case...d'altra parte ai nostri "nonni" a cosa potevano servire quelle buffe pietre? Infatti ciò che rimaneva osservabile all'occhio umano era questa strana figura scolpita in bassorilievo su roccia arenaria, formata da una particolare testa, un corpo tozzo, degli elementi umani quali braccia e mani che impugnavano oggetti come pugnali,punte di lancia, asce o indossavano collane o monili vari,con ogni probabilità questi raffiguravano dei guerrieri, le donne invece si distinguevano dalla presenza di seni ed ornamenti femminili. La prima statua stele (storicamente parlando) fu ritrovata molto tardi, durante dei lavori
Statua stele donna
nei campi nel 1827 (in provincia di La Spezia) vennero alla luce i primi reperti, seguirono poi interventi degli studiosi che nel corso dei decenni successivi portarono alla scoperta di nuove statue, ad oggi ne possiamo contare un'ottantina, si presume poi che con l'avvento del cristianesimo molti di questi manufatti siano stati decapitati, sotterrati o distrutti ritenendole frutto di culti pagani e ancor peggio fonte di superstizione. Quello che però affascina di più è il mistero che c'è dietro queste statue- stele, nonostante in molti abbiano tentato di interpretare il loro significato a tutt'oggi non sappiamo il perchè preciso della loro esistenza. Gli archeologi hanno provato a dare un perchè analizzando i luoghi dei ritrovamento; nel 1905 a Pontevecchio(nei pressi di Fivizzano) ne furono ritrovate ben undici, conficcate nel terreno e ciascuna con il volto rivolto verso il sorgere del sole, dal luogo della scoperta gli studiosi hanno ipotizzato che questi posti dovevano rappresentare per gli antichi punti di importanza particolare: forse guadi, luoghi di sosta o incroci di vie e strade principali. Un'altra fonte di studio porta in un'altra direzione e dice che questi manufatti rappresentavano delle divinità o antenati che nella società del tempo avevano
statue stele in Europa
lasciato un segno importante. A convalidare questa tesi secondo questi ricercatori è proprio la zona dei ritrovamenti: in radure boschive e quindi al di fuori dei centri abitati e dalle necropoli, e perciò in una sorta di santuario isolato all'aperto, che vedrebbe raffigurati nelle statue femminili la Dea Madre, simbolo di vita e fertilità e nelle figure maschili (contraddistinte da coltelli e asce) in divinità protettrici 

Per fare ulteriore chiarezza su questo preistorico mistero possiamo riassumere la questione in due direzioni: una civile e l'altra sacra:

  • Rappresentano personaggi realmente vissuti, probabilmente di
    Santuario della Madonna del Soccorso
    Minucciano. Luogo dei ritrovamenti
    garfagnini
    alto rango (come capi villaggio o antenati eroi)posti a memoria o a protezione dei villaggi stessi, delle zone di caccia o in particolari vie di transito o commercio
  • Raffigurano divinità immaginarie a cui viene data forma e anch'esse messe a protezione di punti significativi
Come detto in precedenza i ritrovamenti delle statue stele in Garfagnana sono
Statua denominata
Minucciano III
rari, infatti nel corso di tre anni (1964-1968)in un campo vicino al Santuario della Madonna del Soccorso a Minucciano sono state rinvenute per caso tre stele, risalenti al periodo compreso fra il Bronzo Medio e l'inizio dell'Età del Ferro. Oggi sono conservate nel bellissimo Museo delle Statue a Stele della Lunigiana nel castello di Piagnaro e con molta fantasia sono state denominate Minucciano I,II,III.

L'Italia è piena di misteri che la storia si porta dietro ,solo dallo studio dei ricercatori possiamo scoprire qualcosa, ma non tutto e grazie comunque a loro che dalle nebbie del tempo ogni tanto qualche raggio di luce riesce a penetrare. 




Bibliografia

  • Le misteriose statue stele della Lunigiana (duepassinelmistero.com)
  • Le statue stele (Archivio C.A.I)