mercoledì 12 gennaio 2022

Quelli che erano i nomi di battesimo più diffusi in Garfagnana...

Cari futuri genitori, dare il nome al nascituro che fra poco tempo
allieterà (più o meno...) le vostre prossime giornate non è cosa da poco. D'altra parte un nome attribuito ad un pargoletto non rivela nulla delle sue caratteristiche personali e d'altronde è indubbio che questo bambino si ritroverà un nome fra "capo e collo" che lui (ovviamente) non ha scelto. Invece, dall'altro lato, è altrettanto chiaro che questo nome dirà molto delle caratteristiche di chi lo sceglie, infatti, è fuori di dubbio che l'insieme di tutti questi nomi in una società possono essere considerati un indicatore sensibile delle tendenze, dei gusti e dei valori comuni di una determinata epoca storica. Insomma, bene o male anche i nomi fanno parte della sfera della moda, del gusto del momento o dell'usanza corrente. Rimane il fatto, comunque sia, che esiste una classifica ben definita dei nomi di battesimo più diffusi in Italia ed è curioso vedere anche tale classifica riferita specificatamente alla nostra cara Garfagnana. Il lavoro fatto per arrivare a questo è stato a dir poco certosino e fa riferimento allo spazio di tempo che parte dal 1900 e arriva al 1999 e tutto ciò è stato tratto dagli archivi digitali dell' Istituto Nazionale di Statistica, meglio noto a tutti come I.S.T.A.T. Prima di arrivare al nocciolo della questione però e doveroso fare un viaggio nei regolamenti e nelle leggi che esistono sull'attribuzione di un nome.
Si perchè non è che proprio proprio ad un bambino si può dare il nome che uno vuole... La scelta tuttavia è ben ampia, sono infatti 28.000 i nomi di persona documentati in Italia nel '900, in base ai dati del Ministero delle Finanze. La vastità di tale repertorio non lascia dubbio sull'ampio grado di libertà che possono avere i futuri padri e madri. Con tutto ciò però, è bene specificare che fino al 2000 è stato in vigore il divieto, introdotto nel 1939, di: "imporre un cognome come nome, altresì ridicoli o vergognosi o contrari all'ordine pubblico, al buon costume o al sentimento nazionale o religioso, o che sono indicazioni di località o in generale denominazioni geografiche e, se si tratta di un bambino avente la cittadinanza italiana, anche nomi stranieri". Naturalmente è inutile affermare che nel corso del secolo scorso non sono mai stati rispettati pienamente questi vincoli e visto che queste norme venivano pienamente disattese i legislatori hanno fatto buon viso a cattivo gioco e una revisione introdotta dal D.P.R 396 del 3 novembre 2000 non ha fatto altro che prendere atto di una situazione esistente, facendo cadere indicazioni divenute anacronistiche per una società democratica e multietnica. Unico limite alla fantasia dei genitori è rimasto il divieto di attribuire un cognome come nome, nonchè nomi ridicoli o vergognosi, una forma di tutela della persona che ci piacerebbe pensare di non dover delegare alla legge. Il secolo preso in visione in questo caso per quando riguarda la Valle del Serchio intera riflette un periodo storico particolare, perchè in questo arco di tempo in Italia la società ha avuto cambiamenti profondi: due guerre, conflitti politici e sociali, ma non solo, anche la circolazione delle persone e delle idee ha inciso profondamente a livello onomastico. Difatti se è vero come è vero che i nomi sono legati alle tendenze del momento vediamo che anche in Garfagnana negli anni '80 ci fu un proliferare del nome Pamela,
Pamela...di "Dallas"
probabilmente questo era legato ad una delle prime serie T.V: "Dallas". La serie ebbe un successo clamoroso e "Pamela" era una delle protagoniste di questo telefilm. Non crediamo però che questa moda di attribuire nomi di personaggi della televisione e dello spettacolo 
sia una tendenza attuale, anche nei primi anni del 1900 il nome "Cabiria" fu dato grazie ad una pellicola cinematografica del 1914, uno degli sceneggiatori di questo film, che fu uno dei primi kolossal, era nientepopodimeno che Gabriele D'Annunzio e Cabiria (in Garfagnana c'erano otto bambine che portavano questo nome) era appunto la protagonista di questa opera. Questa voga continuò nei decenni a venire e negli anni '40 anche dalle nostre parti fu il momento di venire alla luce di alcune bambine di nome "Deanna". Deanna Durbin era infatti un'attrice famosissima, vincitrice di un premio Oscar e acerrima rivale di Judy Garland. Ascese alle cronache nazionali poichè si racconta che nel 1941 il dittatore italiano Benito Mussolini scrisse una lettera aperta sul giornale "Il Popolo d'Italia" dove invitava l'attrice ad adoperarsi per convincere il presidente statunitense Franklin Delano
Deanna Durbin
Roosvelt
 a non far coinvolgere la sua nazione nella seconda guerra mondiale, l'invito non fu mai raccolto... A proposito di Mussolini, anche in Garfagnana non potevano mancare i nomi legati a quell'ormai lontano ventennio... Naturalmente il nome Benito vide il picco massimo proprio in quel periodo e in Garfagnana di Benito ce ne erano molti... ma non moltissimi come si potrebbe credere. L'era fascista portò (anche) in dote altri nomi legati alle italiche imprese. Adua infatti prima di essere un nome, era, ed è una città dell'attuale Etiopia. La guerra in questa nazione africana fu intrapresa (fra i vari motivi) dall'Italia fascista proprio per vendicare una sonora sconfitta avvenuta in questa località nel
La battaglia di Adua
conflitto d'Abissinia del 1895. Sempre su questo leitmotiv non ci possiamo dimenticare nemmeno di Derna. Nella nostra valle erano presenti 27 ragazze che portavano il nome di questa città libica, divenuta provincia italiana nel 1939. Vabbè, poi i nomi Vittorio, Vittoria e Italia saranno quelli che in quegli anni andranno per la maggiore. Sempre ed a proposito di politica è giusto dire che con l'attribuzione del nome non veniva omaggiato solamente tutto quello che era sotto l'egida del littorio, nei primi anni del 1900 anche in Garfagnana nella più alta spinta patriottica si volle dare onore al proprio figlio chiamandolo con il nome dei regnanti di Casa Savoia, ossia Umberto, il re e Margherita, la regina. Altro caso singolare e a dir poco curioso fa riferimento nel dare il nome ai
Il re Umberto I
propri figli in base al numero ordinale di nascita. Se per caso il bambino era il primogenito (con uno sforzo di fantasia enorme) il piccolo poteva essere chiamato Primo, Quinto se era nato per quinto, Settimo se era il numero sette di una larga figliolanza. Questo andazzo nelle famiglie contadine garfagnine era piuttosto in uso. Molto in uso erano anche tutti quei nomi portati in eredità, non mancava che il piccoletto portasse il nome dei nonni o dei bisnonni che i genitori davano a loro in memoria o in ossequio al proprio genitore. In alcuni di questi casi andava bene e in altri casi ancora si ereditava un nome che addirittura era già passato di moda: Alvise, Alceste, Clemente, tutti nomi (presenti anche da noi)e che erano in auge nel 1800. Logicamente fra tutte queste categorie di nomi in Garfagnana c'è quella che fa la parte del leone ed è proprio quella numerosa fascia di nomi che rientra negli "agionimi". La forte tradizione cattolica della valle ha fatto si che nel corso del secolo sotto esame una larghissima fetta di questi nomi provenisse dal nome proprio di un santo: Giovanni, Giuseppe, Maria, Lucia, e chi più ne ha più ne metta. Da un attenta analisi vediamo che questi nomi per così dire "devozionali" nella Valle hanno avuto il suo apice nel decennio che va dal 1950 al 1959, probabilmente perchè il 1950 fu un anno particolare per tutti i cattolici, dato che si celebrò a Roma il cosiddetto Giubileo di Papa Pio XII, l'Anno Santo fu convocato dopo le miserie della seconda guerra mondiale. Il medesimo anno fu 
anche l'anno in cui il Papa
proclamò il dogma dell'Assunzione di Maria, secondo il quale la Madonna, alla sua morte, è stata trasferita in cielo nell'anima e nel corpo e
 sempre nell'occasione di quell' Anno Santo il Santo Padre diede l'annuncio del ritrovamento della tomba di San Pietro. Insomma il fervore religioso di quegli anni vide un proliferare di nomi strettamente legati ai santi o anche a nomi d'ispirazione biblica: Luca, Matteo, Simone, Davide. Ad ogni modo vediamo nello specifico la classifica "garfagnina" dei nomi di battesimo più diffusi. Di sorprese non ce nè e tutto rimane nell'alveo della classicità più assoluta. Al primo posto nella graduatoria maschile c'è Giuseppe, al secondo c'è Giovanni, al terzo Antonio, seguono Mario, Luigi e Francesco. Tra le donne Maria ed Anna sono al primo e secondo posto, poi nell'ordine Giuseppina, Angela, Giovanna, Teresa e Lucia. Quello che possiamo aggiungere è che tutti questi nomi sono condannati a sparire, tant'è che negli ultimi trenta, quaranta anni questi nomi sono quasi del tutto scomparsi e la tendenza ha virato su altri nomi ancora. Infatti fra le femminucce spiccano i nomi Giulia, Martina e Sofia e fra i maschietti primeggiano Lorenzo, Andrea, Matteo e Francesco. Consideriamo ancora il non marginale fatto che in questa classifica, abbiamo nomi come Kevin, Thomas, Alex e Denis, fatto praticamente inesistente fino alle fine degli anni '70 del 1900. Peraltro, segno evidente di una società che si sta dirigendo verso la multietnicità, notiamo la presenza di nomi come Kamal, Youssef, Fatima e Miriam o nomi tipicamente dell'Europa dell'est come Gheorge, Constantin, Ana e Iona. Fattostà, che anche
un nome può anche essere non per sempre...Ad onor del vero le procedure per il suo cambio sono tutt'altro che semplici. Innanzitutto serve il via libera dal Ministero dell'Interno, dopodichè bisogna rivolgersi alla Prefettura e tale domanda verrà approvata solo se il nome è ridicolo, vergognoso o oggetto di discriminazione... In alternativa esistono i soprannomi...

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