Il passante l'ha
sempre guardata con occhio incuriosito quella bizzarra costruzione, ma
la curiosità si è trasformata presto in ammirazione quando il
passante stesso si è soffermato dinanzi a tale opera per
meravigliarsi di quello che è un vero e proprio capolavoro
architettonico e ingegneristico. Il canale irrigatorio di Gallicano è un gioiello del
paese e della valle, un simbolo, al pari senza dubbio della nostra
chiesa di San Jacopo, per questo mi pare giusto e necessario raccontare un po' la sua storia.
Il ponte canale
(come tecnicamente è chiamato) nel XIX secolo doveva risolvere un
grosso inconveniente per il territorio gallicanese, infatti
nonostante fosse nella vicinanze di due fiumi, il Serchio e la
Turrite, la nostra terra soffriva di siccità in certi periodi dell'anno, causando un
elevata diminuzione dei raccolti, per rendere bene l'entità del problema non
pensiamo però a questi raccolti come agli orticelli fatti oggi per
hobby, ma a vere e proprie colture, fondamentali per portare la
“pagnotta” in tavola . I gallicanesi “forti” di questo grattacapo portarono davanti al consiglio del Ducato di Lucca (di cui
Gallicano faceva parte) e al suo illustrissimo reggente Carlo
Lodovico, l'annosa questione, bisognava fare qualcosa e in fretta per
ovviare a questo inconveniente non da poco e di fondamentale
importanza. Carlo Lodovico capì subito l'importanza del caso, già
in precedenza si era dimostrato molto sensibile in questo senso, dato
che buona parte della sua politica era basata sul miglioramento delle
vie di comunicazione e delle infrastrutture, si pensò allora alla costruzione di cotanta opera, così da
garantire un costante approvvigionamento d'acqua in tutti i periodi
dell'anno. L'idea fu presto trasformata in progetto con buona
soddisfazione di tutti i gallicanesi e maggiore fu il gradimento
quando seppero che il loro ponte canale era stato affidato alla
realizzazione dell'architetto di punta del ducato: il famoso Lorenzo
Nottolini .
Qui l'umile cronista
doverosamente si ferma nella sua storia per fare una parentesi e per
affrontare lo spinoso tema della paternità del canale irrigatorio
che a tante discussioni ha portato. Sono state fatte alcune ipotesi,
qualcuna diceva che l'opera non era “certificata” del Nottolini ,
altri invece confermavano il contrario e altri ancora aggiungevano o
toglievano qualcosa all'argomento. Oggi posso affermare che
accogliendo gli ultimi studi eseguiti dal professor Gastone Lucchesi
alcuni anni fa, si può attribuire senza dubbio il progetto iniziale
all'architetto lucchese. Lo studio delle carte conservate
all'Archivio di Stato di Modena e della corrispondenza fra il sindaco
(dell'epoca) di Gallicano Vincenzo Cheli e il Ducato di Modena fugano
ogni dubbio, (si vada a vedere “Il canale irrigatorio di Gallicano
progettato da Lorenzo Nottolini”in “Rivista archeologica, stemmi e
comuni” anno 1996 pag 97-102 )
Dopo questa
indispensabile e tediosa parentesi di cui i lettori mi scuseranno, continuo nella mia narrazione.
Arriviamo
così ai giorni prossimi alla costruzione del canale, ma proprio sul
più bello quando gli abitanti di Gallicano già sognavano miracolosi
e copiosi raccolti, affioravano all'orizzonte sconvolgimenti politici
che videro naufragare le speranze della costruzione dell'agognato
ponte canale. Lo scellerato duca di Lucca Carlo Lodovico si era fatto
un po' prendere la mano dallo spendere e spandere, tanto da mettere a
repentaglio le casse del ducato stesso. Nel 1847 la situazione si
aggravò ulteriormente, gli oppositori del duca iniziarono ad
incalzarlo facendogli pressanti
richieste di riforme, il monarca
ormai in difficoltà si vide costretto a fuggire e a chiedere
asilo a Massa (città del Ducato di Modena).Tutto a quanto pare
faceva parte di un piano concordato, accordi segreti fra i governi di
Modena e di Firenze fecero si che Carlo Lodovico abdicasse in favore
del Granduca di Toscana Leopoldo II, che in un sol colpo si ritrovò
fra le sue mani il Ducato di Lucca ad eccezione dei territori di
Montignoso, Minucciano, Castiglione e proprio Gallicano che passavano
di fatto a Francesco V d'Este signore e duca di Modena. Gallicano
tornava estense come già era stata in passato. Con il tempo però i
gallicanesi si accorsero di essere trattati come cittadini di serie
B, Francesco V teneva poco a questo territorio di confine che nei
secoli non
si era mai assoggettato al suo potere come la maggior parte della
Garfagnana e quindi concedeva poche agevolazioni e molte restrizioni
ai poveri gallicanesi. Una richiesta comunque gli fu fatta, ed era nel
cuore dei nostri concittadini come ben sappiamo già da qualche
anno, fu chiesta a gran voce da tutta la popolazione la
realizzazione del bramato canale irrigatorio, ma la risposta fu secca
ed inequivocabile: NO !. La disperazione e il malcontento serpeggiava
per tutta Gallicano, questa era la goccia che aveva fatto traboccare
il vaso, tant'è che una bella mattina al risveglio le guardie
ducali si accorsero che i vessilli estensi che campeggiavano dalla
casa comunale erano stati letteralmente smerdati, si avete capito
bene, in segno di protesta e di sdegno per la mancata realizzazione
del canale e dei soprusi subiti. Il
nuovo Duca dopo questo oltraggio combinò una severissima multa di
7.000 mila lire per l'onta subita e inasprì ulteriormente le sue
posizioni, del canale non ne voleva sapere nulla. Ma alla lunga
consigliato dai suoi fidati collaboratori dovette cedere, vuoi per
mantenere calma la popolazione e vuoi soprattutto per l'effettivo
bisogno di questa edificazione che rischiava (se non fosse stata
realizzata) di mettere alla fame un intero paese. Detto fatto gli
amministratori locali di Gallicano presero la palla al balzo e vista
la buona disponibilità ducale ritirarono fuori dal cassetto il
vecchio progetto del Nottolini miserevolmente fallito anni prima
e fu consegnato nelle mani dell'architetto estense Malaspina che non
dovette far altro che
mettere in pratica il disegno stesso. Nel 1853 presero così il via i
lavori, la gente era in tripudio, mai cosa fu più desiderata e
attesa. Ma il bello doveva
ancora venire per i cittadini di Gallicano quando arrivò il momento
di saldare il conto. L'opera costò la bellezza di 34.000 mila lire
(una cifra di tutto rispetto per l'epoca),3.000 lire (figurati
sforzo!)le pagò il duca Francesco V che “benevolmente” condonò
al comune anche le 7.000 mila lire di multa per i fatti dei vessilli
sporcati, il resto della cospicua somma gravò sulle casse comunali
e sul “groppone” dei contribuenti gallicanesi. Il
tutto finalmente trovò compimento nel 1856, fu una vera meraviglia
questa costruzione che si sviluppava per 6 lunghi chilometri e
andava ad irrigare ben 70 ettari di terreno
Oggi è ancora qua
e da tutti è conosciuto come il canale irrigatorio di Francesco V, a
mio avviso ingiustamente dato che è dedicato a una persona che di
questo capolavoro artistico e sociale niente voleva sapere, ma che si
è visto realizzato solo grazie alla caparbietà, alla volontà e ai
denari dei gallicanesi. Comunque non c'è che dire...soldi spesi
bene!!!
Grazie ancora una volta Paolo per disseminare la storia della nostra terra. Un fatto che e' rimasto alla mente degli anni 50 o 60 e' il progetto di modificare l'"Arco" per permettere il passaggio dei pullman. Ricordo bene che David Saisi (il Davidino) nonno dell'attuale Sindaco di Gallicano, inizio' una petizione popolare in opposizione al progetto, petizione accolta e percio' oggi abbiamo ancora l'Arco originale. Un pensiero e un saluto dall'Oregon...Carlo
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