giovedì 10 aprile 2014

Gallicano: Il canale irrigatorio e i vessilli... smerdati di Francesco V

Il passante l'ha sempre guardata con occhio incuriosito quella bizzarra costruzione, ma la curiosità si è trasformata presto in ammirazione quando il passante stesso si è soffermato dinanzi a tale opera per meravigliarsi di quello che è un vero e proprio capolavoro architettonico e ingegneristico. Il canale irrigatorio di Gallicano è un gioiello del paese e della valle, un simbolo, al pari senza dubbio della nostra chiesa di San Jacopo, per questo mi pare giusto e necessario raccontare un po' la sua storia.
Il ponte canale (come tecnicamente è chiamato) nel XIX secolo doveva risolvere un grosso inconveniente per il territorio gallicanese, infatti nonostante fosse nella vicinanze di due fiumi, il Serchio e la Turrite, la nostra terra soffriva di siccità in certi periodi dell'anno, causando un elevata diminuzione dei raccolti, per rendere bene l'entità del problema non pensiamo però a questi raccolti come agli orticelli fatti oggi per hobby, ma a vere e proprie colture, fondamentali per portare la “pagnotta” in tavola . I gallicanesi “forti” di questo grattacapo portarono davanti al consiglio del Ducato di Lucca (di cui Gallicano faceva parte) e al suo illustrissimo reggente Carlo Lodovico, l'annosa questione, bisognava fare qualcosa e in fretta per ovviare a questo inconveniente non da poco e di fondamentale importanza. Carlo Lodovico capì subito l'importanza del caso, già in precedenza si era dimostrato molto sensibile in questo senso, dato che buona parte della sua politica era basata sul miglioramento delle vie di comunicazione e delle infrastrutture, si pensò allora alla costruzione di cotanta opera, così da garantire un costante approvvigionamento d'acqua in tutti i periodi dell'anno. L'idea fu presto trasformata in progetto con buona soddisfazione di tutti i gallicanesi e maggiore fu il gradimento quando seppero che il loro ponte canale era stato affidato alla realizzazione dell'architetto di punta del ducato: il famoso Lorenzo Nottolini .
Qui l'umile cronista doverosamente si ferma nella sua storia per fare una parentesi e per affrontare lo spinoso tema della paternità del canale irrigatorio che a tante discussioni ha portato. Sono state fatte alcune ipotesi, qualcuna diceva che l'opera non era “certificata” del Nottolini , altri invece confermavano il contrario e altri ancora aggiungevano o toglievano qualcosa all'argomento. Oggi posso affermare che accogliendo gli ultimi studi eseguiti dal professor Gastone Lucchesi alcuni anni fa, si può attribuire senza dubbio il progetto iniziale all'architetto lucchese. Lo studio delle carte conservate all'Archivio di Stato di Modena e della corrispondenza fra il sindaco (dell'epoca) di Gallicano Vincenzo Cheli e il Ducato di Modena fugano ogni dubbio, (si vada a vedere “Il canale irrigatorio di Gallicano progettato da Lorenzo Nottolini”in “Rivista archeologica, stemmi e comuni” anno 1996 pag 97-102 )
Dopo questa indispensabile e tediosa parentesi di cui i lettori mi scuseranno, continuo nella mia narrazione.
Arriviamo così ai giorni prossimi alla costruzione del canale, ma proprio sul più bello quando gli abitanti di Gallicano già sognavano miracolosi e copiosi raccolti, affioravano all'orizzonte sconvolgimenti politici che videro naufragare le speranze della costruzione dell'agognato ponte canale. Lo scellerato duca di Lucca Carlo Lodovico si era fatto un po' prendere la mano dallo spendere e spandere, tanto da mettere a repentaglio le casse del ducato stesso. Nel 1847 la situazione si aggravò ulteriormente, gli oppositori del duca iniziarono ad incalzarlo facendogli pressanti
richieste di riforme, il monarca ormai in difficoltà si vide costretto a fuggire e a chiedere asilo a Massa (città del Ducato di Modena).Tutto a quanto pare faceva parte di un piano concordato, accordi segreti fra i governi di Modena e di Firenze fecero si che Carlo Lodovico abdicasse in favore del Granduca di Toscana Leopoldo II, che in un sol colpo si ritrovò fra le sue mani il Ducato di Lucca ad eccezione dei territori di Montignoso, Minucciano, Castiglione e proprio Gallicano che passavano di fatto a Francesco V d'Este signore e duca di Modena. Gallicano tornava estense come già era stata in passato. Con il tempo però i gallicanesi si accorsero di essere trattati come cittadini di serie B, Francesco V teneva poco a questo territorio di confine che nei secoli non si era mai assoggettato al suo potere come la maggior parte della Garfagnana e quindi concedeva poche agevolazioni e molte restrizioni ai poveri gallicanesi. Una richiesta comunque gli fu fatta, ed era nel cuore dei nostri concittadini come ben sappiamo già da qualche anno, fu chiesta a gran voce da tutta la popolazione la realizzazione del bramato canale irrigatorio, ma la risposta fu secca ed inequivocabile: NO !. La disperazione e il malcontento serpeggiava per tutta Gallicano, questa era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, tant'è che una bella mattina al risveglio le guardie ducali si accorsero che i vessilli estensi che campeggiavano dalla casa comunale erano stati letteralmente smerdati, si avete capito bene, in segno di protesta e di sdegno per la mancata realizzazione del canale e dei soprusi subiti. Il nuovo Duca dopo questo oltraggio combinò una severissima multa di 7.000 mila lire per l'onta subita e inasprì ulteriormente le sue posizioni, del canale non ne voleva sapere nulla. Ma alla lunga consigliato dai suoi fidati collaboratori dovette cedere, vuoi per mantenere calma la popolazione e vuoi soprattutto per l'effettivo bisogno di questa edificazione che rischiava (se non fosse stata realizzata) di mettere alla fame un intero paese. Detto fatto gli amministratori locali di Gallicano presero la palla al balzo e vista la buona disponibilità ducale ritirarono fuori dal cassetto il vecchio progetto del Nottolini miserevolmente fallito anni prima e fu consegnato nelle mani dell'architetto estense Malaspina che non dovette far altro che mettere in pratica il disegno stesso. Nel 1853 presero così il via i lavori, la gente era in tripudio, mai cosa fu più desiderata e attesa. Ma il bello doveva ancora venire per i cittadini di Gallicano quando arrivò il momento di saldare il conto. L'opera costò la bellezza di 34.000 mila lire (una cifra di tutto rispetto per l'epoca),3.000 lire (figurati sforzo!)le pagò il duca Francesco V che “benevolmente” condonò al comune anche le 7.000 mila lire di multa per i fatti dei vessilli sporcati, il resto della cospicua somma gravò sulle casse comunali e sul “groppone” dei contribuenti gallicanesi. Il tutto finalmente trovò compimento nel 1856, fu una vera meraviglia questa costruzione che si sviluppava per 6 lunghi chilometri e andava ad irrigare ben 70 ettari di terreno
Oggi è ancora qua e da tutti è conosciuto come il canale irrigatorio di Francesco V, a mio avviso ingiustamente dato che è dedicato a una persona che di questo capolavoro artistico e sociale niente voleva sapere, ma che si è visto realizzato solo grazie alla caparbietà, alla volontà e ai denari dei gallicanesi. Comunque non c'è che dire...soldi spesi bene!!!



1 commento:

  1. Grazie ancora una volta Paolo per disseminare la storia della nostra terra. Un fatto che e' rimasto alla mente degli anni 50 o 60 e' il progetto di modificare l'"Arco" per permettere il passaggio dei pullman. Ricordo bene che David Saisi (il Davidino) nonno dell'attuale Sindaco di Gallicano, inizio' una petizione popolare in opposizione al progetto, petizione accolta e percio' oggi abbiamo ancora l'Arco originale. Un pensiero e un saluto dall'Oregon...Carlo

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