mercoledì 8 dicembre 2021

Origine e storia dei meravigliosi laghi della Garfagnana

Era la sera del 6 novembre 1780 quando una rana diede l'inizio ad un
cambiamento epocale in tutta la Garfagnana: la geografia della nostra valle cambiò per sempre... Va bhè dai, il concetto è un po' estremizzato e fin troppo specifico, sicuramente quello che è indubbio è che questo esperimento che vi illustrerò (molto) brevemente migliorò la qualità della vita di tutta l'umanità. Prima però di chiarire questa sensazionalistica affermazione partiamo con il raccontare i fatti dall'inizio. Senza dubbio è da quella data e da quelle suddetta rana che la storia dell'uomo mutò radicalmente. Questa rana, diventerà la rana più famosa della storia, grazie allo scienziato Luigi Galvani che effettuando un esperimento toccò con un arco conduttore i muscoli della zampa di una rana morta e scoprì che l’animale si mosse con un balzo. Senza saperlo, aveva inventato il prototipo della pila. Difatti sulla base di queste sperimentazioni, un altro grande scienziato italiano, Alessandro Volta, nel 1799 la realizzò: fu così la nascita dell’energia elettrica. Da quel momento, una buona parte del mondo scientifico per diverso tempo s'interessò marginalmente degli studi
sull'elettricità che di fatto progredirono ben poco. Addirittura nel 1878 all'Esposizione Universale di Parigi questa nuova fonte di energia fu completamente snobbata, tant'è che lo scienziato inglese Sir Erasmus Wilson convintamente affermò:-Finita questa mostra, di luce elettrica non sentiremo più parlare!- Mai nessuna previsione fu così clamorosamente errata... Pochi anni dopo da questa dichiarazione l'Italia era all'avanguardia nelle due principali fonti rinnovabili: geotermica ed idroelettrica e l'energia dell'acqua è quella che toccherà da molto vicino tutta la Valle del Serchio. Insomma, cominciava così la corsa all'elettrificazione d'Italia. Annusando l'odore di bei soldoni ci fu un proliferare di nuove industrie e di nuove società elettriche pronte ad investire capitali nell'energia e di fatto a spartirsi geograficamente le zone d'Italia, in modo che ognuno potesse avere la sua fetta di torta. Al sud presero il monopolio la G.M.E (Gruppo Meridionale Elettricità) e la S.M.E (Società Meridionale Elettricità), che curò la prima elettrificazione della città di Napoli. Al nord del Paese esistevano la Società Adriatica di Elettricità, che s'interessava di tutto il nord est della nazione. In Piemonte poi c'era la Società idroelettrica Piemonte (la S.I.P),in Sardegna la S.E.S (Società elettrica Sarda)... e in Toscana? In Toscana (e in Liguria) regnava incontrastata la S.E.L.T, ossia la Società elettrica ligure toscana. Il suo fondatore nel 1905 fu nientepopodimeno che Luigi Orlando, colui che già dal
1902 era il proprietario della Società Metallurgica Italiana, ovvero la S.M.I. L'occhio lungo (e più che altro lungimirante) della famiglia Orlando era infatti caduto proprio sulla Valle del Serchio. Quale zona poteva essere migliore di questa valle per la produzione dell'energia elettrica? La particolare conformazione del territorio con tutte le sue pendenze e la ricchezza d'acqua erano l'ideale per lo sfruttamento della risorsa idrica per la produzione di forza motrice, dando di fatto vita ad un business tutto locale ed esportato poi in tutta la regione. Fu in questo modo che per tutto il novecento il bacino del fiume Serchio e i suoi principali affluenti divennero l'oggetto di realizzazione di diverse dighe. Il paesaggio della Garfagnana iniziò una progressiva trasformazione ed a un mutamento perenne, che diede luogo alla formazione di laghi artificiali: Vagli, Gramolazzo, L'Isola Santa e altri ancora. Insomma nell'arco di quel secolo nel nostro territorio sorsero ben 13 dighe e una decina di laghi, si calcolava che già negli anni '30 del 1900 il 60% degli impianti toscani fossero realizzati lungo il bacino del Serchio, che producevano l'80% circa del valore energetico regionale. Nel 1933 ci fu invece un'altra svolta, la SELT allargò i suoi orizzonti
associandosi con la Valdarno, che operava in altra parte della regione. Il connubio diede vita al colosso energetico SELT-Valdarno. Tutto questo andò avanti fino al 1962, quando tutte queste società furono nazionalizzate in una sola: ENEL. Dopo questa doveroso chiarimento ecco spiegato per quale ragione una rana cambiò per sempre la fisionomia geografica della Garfagnana... Fattostà, lasciando perdere qualsiasi business, faccende varie e attività economiche, possiamo dire senza ombra di smentita che questi laghi sono da considerarsi un valore aggiunto alla bellezza della Garfagnana, essendosi perfettamente integrati con il paesaggio circostante, tanto che senza di loro la Garfagnana non sarebbe più la stessa. Oggi questi laghi sono sfruttati, per la pesca, per le attività sportive e soprattutto per le attività turistiche. Tutti sono bacini artificiali, nati proprio in quel periodo storico. La Garfagnana ha un solo lago naturale ed il laghetto di Prà di Lama a Pieve Fosciana. Comunque sia il primo lago e la prima diga realizzata fu quella di Villa Collemandina. Era il
La diga di Villacollemandina 
in costruzione
1914 quando fu innalzata a tempo record: tre mesi. Questa diga alta 37,5 metri dette di fatto vita al lago che raccoglie le acque del torrente Corfino e Castiglione. La diga resse perfino l'onda d'urto del terribile terremoto del 1920. Il più famoso di tutti rimane sicuramente il lago di Vagli e il suo paese sommerso. Tutto iniziò nel 1941 quando (l'ormai famosa) Selt Valdarno, sbarrò il corso del fiume Edron con lo scopo di costruire un bacino idroelettrico. Tra il 1947 e il 1953 venne costruita la diga (92 metri d'altezza) e 34 milioni di metri cubi d'acqua sommersero per sempre l'antico paese di Fabbriche di Careggine. Quando il borgo venne sommerso contava 31 case popolate da 146 abitanti, un cimitero, un ponte a tre arcate e la chiesa romanica di San Teodoro, risalente al 1590. Anche il lago dell'Isola Santa ha in parte un'ennesimo paese sommerso sotto le sue acque. Prima di essere (semi) inondato la storia ci dice era una fiorente località. Le prime notizie scritte dell'Isola Santa le abbiamo nel 1260, certamente la sua nascita risale però a molto tempo prima. Il borgo poggia sulle rovine di un antico hospitale, chiamato l'Hospitale di San Jacopo, meta di sosta per viandanti e pellegrini di ogni sorta. Purtroppo però il progresso arrivò anche lì. Nel 1949 venne innalzata la diga per lo sfruttamento delle acque della Turrite Secca e il piccolo 
Isola Santa 
paese fu così in buona parte sommerso dalle acque del lago: alcune case, un ponte ed un mulino. Il peggio però doveva ancora arrivare, infatti le restanti case avevano problemi di stabilità, la grande escursione giornaliera delle acque rendeva fragile il terreno che era diventato soggetto ad un facile smottamento. Il paese nel 1975 fu così completamente abbandonato, era diventato un paese fantasma. Da un punto di vista turistico il lago di Gramolazzo è quello sicuramente più frequentato, tanto che la sua immagine è finita sui barattoli della celeberrima "Nutella" in una "limited edition" dei luoghi più belli d'Italia. Un campeggio con noleggio barche, alberghi, bar, ristoranti e aree attrezzate per il 
Lago di Gramolazzo
pic nic hanno fatto di questo luogo una meta turistica d'eccellenza. Un fatto che non si sarebbe mai immaginato la Selt Valdarno quando negli anni '50 del secolo scorso sbarrò il corso del Serchio di Gramolazzo. Il lago ha una superficie di un chilometro quadrato e un volume di 3,8 milioni di metri cubi. Un altro importante torrente che va ad immettersi nel lago è l'Acqua Bianca che proviene dal Monte Pisanino. Invece il paese di Pontecosi da tempo immemore aveva già uno stretto rapporto con l'acqua, infatti il castello che li sorgeva aveva la sua funzione principale nel controllare gli accessi al fiume. Ma la vera trasformazione ci fu nel 1925 quando con la realizzazione della diga nacque l'omonimo lago. Immissario del lago è anche il Fosso di Corfino che a sua volta proviene dal lago artificiale di Villa
Lago di Pontecosi
Collemandina. Lo specchio d'acqua è poco profondo e non balneabile, possiede però una bellissima fauna, essendo uno dei luoghi di svernamento di folaghe, anatre selvatiche, aironi cenerini e altre specie ancora. 
Nel corso degli anni 2000 un gruppo di volontari ha recuperato terreni abbandonati all'incuria e che sono stati trasformati in zone relax con giardini e aiuole curate, parco giochi, bar e campo gara per il gioco delle bocce. La manutenzione è curata interamente dagli abitanti del paese. Il lago di Turritecava  è quello più a sud della Garfagnana ed ha una conformazione del tutto diversa dagli altri visto che inserito tra due gole rocciose. La sua creazione avvenne tra il 1937 e il 1939 e le acque che lo alimentano
Lago di Turritecava
(oltre a quelle dell'omonimo torrente) arrivano dalle cime meridionali delle Alpi Apuane: il monte Bicocca e il Monte Matanna. Il lago si sviluppa per ben 1200 metri di lunghezza e 70 di larghezza è ideale per fare canyoning. Andando dalla parte opposta, all'estremo nord della Valle, percorrendo la strada comunale che collega Sillano al Parco naturale dell'Orecchiella, subito dopo l'uscita dalla galleria irrompe improvvisamente la diga di Vicaglia, costruita nel 1920, questo invaso è alto 53 metri e le acque del Fiume a Corte formano il lago. Questo invaso d'acqua alimenta la centrale idroelettrica di Sillano la più alta di tutta la Garfagnana. Infine rimane lui, l'unico lago naturale della Garfagnana: il laghetto di Prà di Lama. Diciamo che il lago ha una storia del tutto particolare, nel tempo queste acque hanno alimentato timori e leggende, in paese si diceva che era un lago magico, ed in effetti la sua storia lasciava dei presupposti per quel tempo a dir poco misteriosi... 
Lago di Prà di Lama
La nascita del lago di Prà di Lama è recentissima, nel 1826 al posto del lago c'era un bel prato verde, dove al centro vi era una copiosa sorgente termale. Lì in quel luogo ci fu costruita una capanna, una casupola dove gli avventori facevano bagni ed abluzioni a scopo terapeutico. Nel giro di pochi mesi la situazione mutò clamorosamente, la capanna venne inghiottita dal terreno ed il suolo sprofondò lasciando il posto ad uno specchio d'acqua non troppo grande. 
In quell'occasione il lago si ampliò e arrivò a misurare quaranta metri di circonferenza e undici di profondità. Nel 1842 il lago da come era "miracolosamente" comparso improvvisamente scomparì quasi del tutto, per poi nell'anno successivo un nuovo movimento del terreno provocò la nascita di altre dieci sorgenti che ingrandirono nuovamente il lago. Insomma, per farla breve oggi è ancora lì e in tutto il corso della sua storia il laghetto si allargherà e stringerà a suo piacimento (per saperne di più leggi:http://paolomarzi.blogspot.com/2014/11/le-terme-di-pieve-foscianacroce-e.html). In conclusione non mi rimane che lasciarvi con una speranza e visto che la stagione estiva ci ha già lasciati da un pezzo e il tempo delle ferie è già passato, io auspico che questo non impedirà a qualcuno di voi di sfruttare il fine settimana per venire 
Lago di Vagli
alla suggestiva scoperta di questi laghi. Luoghi affascinanti in qualsiasi stagione, pronti a regalavi fresco in estate, colori meravigliosi in autunno, e forse chissà, scenografici quadri imbiancati d'inverno.

Bibliografia

  • "Lucca, imprese di tradizione e successo. L'acqua come motore dello sviluppo", Storia dell'Economia, Cassa di Risparmio di Lucca
  • Archivio Storico ENEL. Personaggi che hanno fatto la storia dell'energia

2 commenti:

  1. Molto interessante. Spesso si pensa al nostro paesaggio come qualcosa di immutato nel tempo e invece infrastrutturazioni e tecnologia attraverso lo sfruttamento industriale l'hanno profondamente cambiato. Anni fa ho visto una carta geografica della Garfagnana dove era segnato un "lago di Camporgiano", evidentemente un progetto fallito...forse l'autore Paolo Marzi può rintracciare qualche notizia in proposito?

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  2. Davvero interessante: Alla fine degli anni cinquanta ospite a Corfino ricordo che le partite a carte dopocena venivano spesso interrotte per insufficienza di luce che veniva fornita solo da una piccola centralina del lago di Villacollemandina: la potentissima(!!!) Seltvaldarno
    faceva le bizze🏃

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