giovedì 1 maggio 2014

La tragedia che sconvolse una valle. Lo scoppio della "polveriera". Gallicano 27 febbraio 1953

"La Nazione" del 28 febbraio 1953
 apriva così...
Le lotte fatte in questo ultimo secolo sono servite per rendere il lavoro un diritto, a salari decorosi e a una dignità sociale. Purtroppo la Garfagnana è stata sempre povera di lavoro è stata terra di emigrazione per le lontane Americhe e in Europa, mentre chi rimaneva doveva rimboccarsi le maniche per sbarcare in qualche modo il lunario. In questa giornata il pensiero va a loro e anche e soprattutto  a chi è morto sul lavoro e per il lavoro. I morti sul lavoro nella nostra terra ci sono stati, basti pensare  ai morti di Rio Forcone in Bolognana nel 1939,ai morti per la costruzione della linea ferroviaria Lucca-Aulla, ma probabilmente il più eclatante e quello che rimarrà nella memoria di tutti i garfagnini fu lo scoppio dello stabilimento SIPE- NOBEL meglio conosciuto come "la polveriera "di Gallicano, dove si produceva polvere pirica detta più comunemente polvere nera. Era il 27 febbraio 1953, una tremenda deflagrazione fece tremare le case del paese, si staccarono calcinacci dai muri, numerosi vetri delle finestre andarono in frantumi, caddero lampadari ed oggetti dalle mensole e grossi alberi vennero divelti come fuscelli. Seguirono a breve distanza altre tre fragorose detonazioni. Era scoppiata "la polveriera", provocando la morte di ben dieci persone fra operai ed impiegati. Erano le 10:09,l'orologio atto alle timbrature quotidiane si fermò nel preciso istante dello scoppio di un mattino terso, luminoso, quasi primaverile che doveva trasformarsi di lì a poco come l'anno più nero della storia gallicanese. La deflagrazione fu udita nel raggio di 20 km, gli abitanti dei paesi collinari come Barga, Coreglia e Monteperpoli  furono i primi a capire il dramma vedendo nere colonne di fumo levarsi dalla vallata. Era giorno di paga nello stabilimento, in molti, per non dire tutti gli operai quel venerdì 27 febbraio 1953 attendevano con trepidazione quella ricorrenza, un giorno che doveva essere sereno e tranquillo per tutte le famiglie dei lavoratori. Quel giorno invece si tramutò in dolore straziante. L'esplosione fu così forte che perfino alcune delle gigantesche banconote da mille lire, quelle contenute nelle valigie con le quali i dirigenti erano giunti a Gallicano per pagare gli operai furono ritrovate  molto distanti penzolare dalle piante circostanti. Ai primi soccorritori apparve subito uno scenario raccapricciante. Doloroso fu il compito del medico di condotta Pietro Stringari, il quale nel ricomporre i resti dei corpi (alcuni brandelli 
L'orologio per le timbrature
 dello stabilimento si fermò per sempre
 alle 10:09 l'ora della tragedia 
trovati poi sul greto del fiume) pianse. Così invece ricorda la tragedia un testimone ancora vivente: "Quel giorno verso le ore 10 ci fu l'esplosione. Io avevo caricato poco prima il camioncino. Non feci in tempo ad aprire lo sportello per scaricare che sentii il boato. Lì per lì non capivo cosa poteva essere, ma il guardiano, si rese subito conto che era scoppiata la polveriera. Mentre ritornavo indietro mi imbattei in uno spettacolo terrificante di corpi dilaniati, l'odore di carne bruciata mi entrò nelle narici e per tre giorni non riuscii a mangiare”. 
La tragedia impressionò e commosse l'intera nazione e lo stesso Presidente della Repubblica Einaudi inviò telegrammi di cordoglio alle famiglie. La Garfagnana e la valle in lutto piansero unanimi le vittime di uno dei più tragici avvenimenti della storia di questi luoghi. Perchè di lavoro si deve vivere e non morire...



Nessun commento:

Posta un commento