Una singolare grotta:"La Tana che Urla", fra leggenda,scienza e cronaca...
Nelle Alpi Apuane si aprono numerose
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"la tana che urla" |
grotte in fondo alle quali scorrono per effetto del fenomeno carsico numerosi corsi d'acqua sotterranei, che nei periodi invernali sono anche abbastanza impetuosi.Mettendo orecchie a queste grotte si ha l'impressione che una moltitudine di voci provenga dalla profondità di queste grotte,talvolta sembra di udire canti melodiosi, altre volte urla strazianti oppure bisbiglii sommessi.L'immaginazione popolare ha voluto che queste grotte fossero abitate da fantastiche fate o da terribili streghe.Fra le più famose per queste caratteristiche è difatti "la tana che urla",proprio così chiamata per le ragioni scritte prima.Incamminandosi per il Monte Forato(via Fornovolasco) e seguendo il sentiero n°6 ,dopo circa 1 km sulla destra,rialzata dal livello del sentiero, rimane questa singolare grotta famosa ai più per tre motivi:uno prettamente folkloristico per la sua bella leggenda,l'altro scientifico, mentre l'ultimo per un fatto di cronaca risalente al 1986 chiuso per fortuna senza conseguenze.Ma andiamo ad analizzare i tre aspetti.Cominciamo dalla leggenda che vuole un giovane minatore di Fornovolasco, mentre passava davanti alla grotta udì un melodioso canto. Aveva sentito dire che in fondo alla buca abitavano le fate. Rimase a lungo a sentire quei canti e nei giorni seguenti vi ritornò.Una mattina d’estate, mentre si recava a lavorare, volle passare davanti alla grotta per poter dare un’occhiata e vide una bellissima ragazza avvolta in un vestito leggero come le nuvole, Il minatore fu colpito dalla sua bellezza e tentò di avvicinarla, ma questa sparì come una spirale di fumo. Per giorni l’uomo tornò alla grotta senza alcun risultato.L’estate passò e, con l’arrivo dell’inverno, il giovane minatore rimaneva
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il suo interno |
per lunghe ore a pensare all’incontro che aveva avuto quella mattina.
Divenne triste e si ammalò,nessuna medicina sembravano avere effetto sul giovane. Una notte, mentre giù dalla Pania scendeva un vento gelido, il minatore udì bussare alla porta. Aprì e trovò in terra un cesto colmo di fiori che nascono soltanto durante l’estate. Allora capì chi poteva avere portato fino alla casa quel cesto, uscì e corse verso la grotta. Riuscì a vedere la fata fuori dalla spelonca, le confessò il suo amore disperato. Ma la Fata gli disse che non era possibile e che se avesse mangiato quei fiori sarebbe guarito e l’avrebbe dimenticata per sempre. Ma il giovane insisteva; allora la Fata lo avvertì che se l’avesse seguita in fondo alla grotta non sarebbe più potuto tornare alla luce del giorno e, detto questo,si allontanò. Il minatore non si arrese e le corse dietro e le pareti della montagna si chiusero. Oggi dal profondo della grotta si sentono ancora le voci delle Fate e ogni tanto anche qualche colpo di piccone del minatore.Questo è quello che riguarda la bellissima leggenda.Mentre da un punto di vista scientifico "la tana" ha un notevole valore perchè suggerì ad Antonio Vallisneri (1661-1730)la teoria del ciclo perenne delle acque, in cui lo scienziato italiano (di Trassilico) confutò la cosiddetta “teoria marina”,che riteneva che l’acqua scaturita dalle sorgenti,
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Antonio Vallisneri |
fosse generata da quella marina penetrata in profondità, fatta evaporare dal calore interno terrestre entro le rocce e condensata nelle grotte sotterranee, secondo il principio dell’alambicco, per distillazione.(me l'hanno anche spiegata ma ho capito ben poco !!!).Per chiudere, questa grotta, è stata anche protagonista sulle pagine nazionali di tutti i maggiori quotidiani, quando nel 1986 una scolaresca di un liceo di Lucca si avventurò all'interno della grotta per una lezione di geologia insieme all'insegnante di scienze ed alcune guide,quando sul più bello furono colpiti da un temporale che vide l'acqua interna alla grotta salire di livello e quindi intrappolare per ben 32 ore tutta la compagnia .La fortuna volle che cessò di piovere, così tutti poterono rivedere la luce del sole, avendo corso il serio rischio di fare compagnia al minatore della leggenda...
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