Gallicano bombardata con veduta su Piazza Vittorio Emanuele (foto tratta da "Gallicano in Garfagnana" di Daniele Saisi) |
Albertina è la prima a destra (la più bassa) con delle amiche,a destra si vede uno scorcio dell'aia |
-Genug haben !- (n.d.r: "Finiscila, ne ho abbastanza!")
la piccola continua e lo colpisce sul calcio del fucile e il tedesco ancora:
-Genug haben !-, ma lei imperterrita insiste e lo centra ancora su una spalla, a quel punto il soldato si alza, posa il fucile a terra, la bambina tenta di fuggire viene però acciuffata e sonoramente sculacciata. Albertina piangente corre a casa di corsa dalla mamma e gli racconta l'accaduto, la mamma naturalmente si arrabbia con la figlia e gli raccomanda di andare subito a scusarsi con il soldato, non si sa mai a volte per scatenare ripercussioni sulla persone inermi basta molto meno e poi quei soldati dormono nella loro casa. Stavolta Albertina è impaurita sa di averla fatta grossa e capisce che bisogna chiedere scusa e parte per mano con la mamma nell'aia alla ricerca del soldato. Trovano l'uomo che si sta adoperando a dar da mangiare ai muli, subito la mamma frettolosamente e con paura batte sulla spalla dell'uomo e immediatamente chiede perdono per l'accaduto promettendogli che questo non sarebbe più accaduto, Albertina annuisce alle parole della mamma, il soldato capisce e in un italiano stentato risponde:
-No problema-, fa poi un cenno alla piccola di aspettare, va verso la sua bisaccia e tira fuori una barra di cioccolato fondente Van Houten (n.d.r: marca di cioccolato olandese) e lo porge alla bambina accarezzandole il visino. Da quel momento fra Albertina e il soldato nascerà una profonda e sincera simpatia,un'amicizia.Albertina ogni giorno è nell'aia in barba a tutti i divieti dei genitori,insieme al suo nuovo amico soldato Lucas o semplicemente Lucky per gli amici. Il tedesco dai ricordi della bambina si chiamava Lucas, ma tutti i suoi commilitoni come detto lo chiamavano Lucky. Agli occhi della piccola quest'uomo era già molto diverso da tutti gli adulti che conosceva:aveva circa trent'anni, robusto, alto, biondo e con gli occhi celesti come il mare e questo gli appariva già di per se molto strano abituata a vedere uomini mori e di statura media, addirittura poi si ricordava pure della città di provenienza che era Augusta (la piccola si rammenta anche la città perchè si chiamava così anche la sua zia...), terza città bavarese per popolosità.Così anche Lucas prende a ben volere quella bambina gallicanese che gli ricordava molto la sua piccola figlia Elga, anche lei nata nel 1936 come Albertina, anche lei mingherlina e castana e ormai purtroppo erano già passati due lunghi anni dall'ultima volta che l'aveva vista insieme alla cara moglie.Tutti i giorni il tedesco mostra così alla piccola Albertina le foto della sua bimba, di sua moglie e di un piccolo cane nero,mentre la mamma ormai rassegnata alla disobbedienza della figlia la osserva sempre con occhio vigile dalla finestra di casa.Alla fine della giornata,al rincasare il saluto fra la strana coppia di amici si svolge sempre nella solita maniera: Lucky ogni fine giornata allunga sempre qualche preziosa cibaria alla piccola e poi raccomandandole il silenzio più assoluto mettendosi il dito indice vicino naso gli dice:
Atto ufficiale del comune di Gallicano del 1945 che attesta la liberazione del paese il 9 ottobre '44 (documento gentilmente concesso da Claudia da Prato) |
"Questo racconto lo dedico a colei che a quel tempo era la piccola Albertina e che purtroppo oggi non c'è più.Dopo 27 anni da quei fatti Albertina diventò la mia mamma".In seguito la mamma, nonostante le insistenze dei familiari non volle mai fare ricerca di Lucas (pur sapendo abbastanza notizie per identificarlo) per paura e il dispiacere di
La Divisione Buffalo (composta da solo negri) furono i primi americani ad entrare in Garfagnana |
Un racconto molto dolce e affettuoso. Fatto di affetti veri e spontanei che appartengono ai bambini e che passano dentro l'animo umano di un adulto che annulla l'appartenenza al "nemico" per ritrovare i propri sentimenti familiari. Racconto come un "sogno" che diventa realtà di massima affettività quanto l'autore ci dice che la bambina era sua madre di cui non ha più la sua presenza fisica ma indelebile nel suo animo. Grazie Paolo per questo racconto.
RispondiEliminaUn grazie di cuore a te Vincenzo. Un'analisi perfetta. Grazie veramente
EliminaBel racconto. Peccato che nessuno abbia provato a rintraccare il Soldato Tedesco.
RispondiEliminaIL desiderio di non rintracciare il soldato fu espresso da Albertina, per paura di saperlo morto. Anche adesso fare ricerche sarebbe come infrangere un desiderio espresso, anche se la curiosità sarebbe tanta
EliminaThank you! What a well written informative story! Loved this so much, and your Mom was amazing!
RispondiEliminaThank you for your compliments. These are stories that remain in the heart
RispondiEliminaThank you for your compliments. These are stories that remain in the heart
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