mercoledì 26 luglio 2017

Garfagnini: fondatori di città. Una storia sconosciuta

Italiani fondatori di nuove città
"...Romolo attaccò all'aratro il vomere di rame, accoppiando al giogo il toro e la vacca e tracciò un solco profondo a base delle mura. Questo solco costituì il circuito che doveva percorrere la muraglia chiamata poi dai latini Pomerio, cioè post murum. Che questa cerimonia di fondazione avvenisse il 21 aprile è da tutti creduto ed i romani festeggiano quel giorno con il nome di natività della patria"
Così Plutarco nelle sue "Vite parallele" ricorda la fondazione della città per eccellenza: Roma. La fondazione di Roma è stata una delle date più importanti della storia dell'umanità, questa città cambiò letteralmente i destini del mondo e ancora oggi il riverbero di ciò è ancora presente. In Garfagnana non voliamo così in alto, ma anche nella nostra valle abbiamo avuto i nostri "Romolo", cioè dei fondatori di città. Si, avete capito bene, questa è una pagina davvero poco conosciuta dei nostri emigrati, ma alcuni di loro posero le fondamenta per nuovi abitati che ancora oggi sono vivi e vegeti. Ma andiamo per gradi e cominciamo a raccontare la nostra storia dicendo che noi italiani abbiamo avuto sempre la prerogativa di essere degli esploratori provetti, d'altronde Marco Polo, Colombo e Vespucci qualcosa avranno pure lasciato...Infatti così è, tant'è che quando alla fine dell'800 e gli inizi del '900 ci fu il boom dell'emigrazione molti italiani non si limitarono a vivere nelle grandi città ma andarono a cercar fortuna in lidi quasi inesplorati come al tempo era quel lembo di terra nello stato dell'Arkansas (Stati Uniti) dove oggi sorge la città dal curioso nome di Tonti Town. Fu fondata nel 1898 da un gruppo di immigrati cattolici italiani, guidati dal loro prete Pietro Bandini, si stabilirono in questo posto perchè così dissero che il clima e il terreno erano simili a quelli del loro luogo nativo nella lontana Italia. Decisero perdipiù di onorare un altro italiano, esploratore come loro: Henri De Tonti, in suo onore fu dato il nome a questa cittadina, a colui che aiutò Renè Robert Cavalier de La Salle ad esplorare il fiume Mississipi. Oggi la città è famosa per il Tonti Town Grape festival
Tonti Town Grape Festival
, dove si sponsorizza l'ottimo (così almeno si dice) vino locale e sempre a proposito di vino che dire allora di Asti?...No! Non capitemi male non parlo della ridente città piemontese, ma bensì dell'Asti che è in California nella Sonora Valley, sorta nel 1881 per volontà del ligure Andrea Sbarboro che fra l'altro creò pure un'azienda vinicola che per molto tempo è stata il principale produttore di vino di tutta la California. Diversa per esempio era la situazione in America del Sud. In Brasile agricoltori veneti, friulani, trentini e lombardi fondarono nuclei coloniali a cui diedero il nome dei loro paesi di origine. In Argentina invece a Villa Regina i coloni italiani trasformarono letteralmente il deserto in splendide distese di frutteti e vigneti. Altresì nel confinante Cile ho potuto personalmente toccare con mano l'intraprendenza italiana, visitando in gennaio 2017 Capitan Pastene amena località del Cile meridionale. Qui ancora oggi esiste l'unica comunità italo cilena, fu creata da emigranti di Pavullo (in provincia di Modena) ai primi del '900. Per chi ha la fortuna di fare un giro in città può vedere che nei ristoranti si mantiene ancora salda la tradizione emiliana e così si possono mangiare dell
Io a Capitan Pastene Cile
e buonissime tagliatelle o dei buoni tortellini e anche gli insaccati non sono niente male. Il nome dell'abitato anticamente era Nueva Italia cambiato poi in Capitan Pastene in memoria dell'esploratore Giovanni Battista Pastene navigatore del '500 a cui va il merito di aver esplorato gran parte delle coste cilene.

Tornando al nocciolo della questione i nostri garfagnini non furono di meno di altri italiani e anzi la loro mente fu lungimirante quando intuirono (proprio in America Latina) che bisognava acquistare terreni adatti alle future stazioni ferroviarie, difatti in quegli sperduti luoghi era in forte espansione la costruzione di nuove ferrovie ed è proprio qui che i nostri conterranei ebbero l'intelligenza di precedere, piuttosto che seguire i binari, sorsero così nuovi paesi la cui principale produzione era la fabbricazione di traversine per i binari. Lampante è il caso di Primo Fiori di Gragnana (Piazza al Serchio). Suo padre era già partito per il Brasile all'inizio del secolo scorso e Primo non trovando lavoro nel 1926 ripetè la scelta del genitore. Arrivò in quel di San Paolo e con l'aiuto di alcuni compaesani trovò finalmente lavoro. Non contento nel 1932 si trasferì nello stato del Paranà dove partecipò alla costruzione della ferrovia, si fermò così in quella che sarebbe diventata la città  di Londrina (che oggi per numero è la seconda più popolosa dello stato) con la moglie di origine russa e insieme
Londrina oggi
a circa altri mille compagni di avventura. Aprì in seguito un'officina, poi una concessionaria internazionale di camion e trattori, infine fece arrivare nel luogo la prima linea aerea commerciale. Nel 1984 
nel cinquantenario della nascita della città  fu insignito con la moglie del diploma di onore "Pioneiro de' Londrina", insieme a lui altri vecchi emigranti dell'Italia del nord furono premiati che in quel lontano 1934 vollero dare merito però al primissimo insediamento inglese (li impiegato nella lavorazione del cotone), chiamando Londrina la nuova cittadina in onore alla capitale Londra. Sempre in Brasile rimarranno epiche le gesta di Pietro Pocai che in un mio vecchio articolo definì l'Indiana Jones garfagnino (per leggerlo clicca qui http://paolomarzi.blogspot.it/2014/07/lindiana-jones-garfagnino-pietro-pocai.html). Pietro nacque ad Eglio (comune di Molazzana) nel 1853, era il secondo di cinque figli e siccome la vita era grama e povera la famiglia decise di mandarlo in seminario con la speranza di ricavarci un prete. Ma il "latinorum" non era il suo forte, quindi lasciò la famiglia e gli affetti più cari e s'imbarcò clandestino verso il Brasile. In quel periodo in quei luoghi giungevano avventurieri da tutti i porti che si addentravano in Amazzonia, nel Mato Grosso e nel Rio Grande do Sud a cercar fortuna, Pietro le segui. Studiò così le varie tribù indigene imparandone la lingua, gli usi e la religione. Dai Munduro (una tribù del luogo specializzata in mummificare le teste dei nemici), ebbe in sposa la figlia del capo, visse nel villaggio per un po' e poi stanco della vita "coniugale" scappò dalla moglie e s'incammino nelle impervie foreste del sertao paulista. Nel 1886 giunse finalmente nei pressi di un grandissimo fiume: il Parapanema, era un luogo stupendo, verde, lussureggiante, talmente bello che il nostro Pietro decise di fermarsi. Il suo insediamento fu subito ostacolato dagli indios Coroados (i temibili tagliatori di teste)che subito gli bruciarono la capanna, allora Pietro chiamò a se altri emigrati italiani, dopo alcuni mesi sorse un improvvisato numero di abitazioni.I nuovi abitanti formarono un simil- esercito che si mosse senza pietà contro gli indigeni, il sangue scorse copioso e alla fine i Coroados furono sconfitti. Una cascata d'acqua meravigliosa rompeva con il suo frastuono il silenzio di quel luogo, in onore a
Salto Grande oggi
detta cascata la nuova città fu chiamata Salto Grande.In pochi anni le abitazioni crebbero. Gli emigrati italiani giunsero da tutto il Brasile con l'intenzione di aggregarsi alla
 "tribù del Pocai". Adesso gli italiani erano padroni di un intera regione, incominciarono a coltivare il caffè, canne da zucchero, si costruirono chiese e negozi.Il suo capo incontrastato rimase Pietro Pocai fino al giorno della sua morte avvenuta l'8 settembre 1913.

Queste storie nella loro eccezionalità  un po' si assomigliano tutte. Simili furono i fatti che capitarono ad Angelo Guazzelli di Chiozza che trovò il suo paradiso terrestre sulle sponde del fiume Apiay a trecento chilometri da San Paolo del Brasile, qui vi costruì la prima capanna, in poco tempo ne sorsero altre e altre ancora, nacque così nel 1886 la città di Bury. Stessa cosa per Polinice Mattei di San Romano Garfagnana, uomo dalle idee politiche ben chiare e quindi spesso in contrasto con il governo locale, la sua caparbietà lo portò quindi a fondare una città tutta sua: Tanabi. Oggi questo luogo insieme ai suoi 25.000 abitanti può vantare una università e una squadra di calcio di buon livello. Pasquale Toti di Cardoso invece è il padre di Uberaba, situata nello stato del Minas Gerais anch'essa in Brasile. Questa terra si prestò subito  a nuovi tipi di cultura mai provati nella Valle del Serchio, come la soia e la canna da zucchero ed in più sterminati pascoli favorirono il nascere di intere mandrie di mucche, insomma anche nel XI secolo questa regione rimane uno dei centri agricoli più importanti del Paese. Addirittura c'è chi fondò una città in collaborazione tra fratelli e per buona fortuna non andò a finire come fra Romolo
festa dei fondatori di Rudge Ramos
e Remo e ad onor del vero, Tommaso, Adelfo e Romualdo Piagentini da Chiozza con buona pace e rimboccandosi le maniche costruirono le prima case di Rudge Ramos e così nacque ufficialmente il nuovo villaggio nel giorno di Santo Stefano del 1891 con l'autorizzazione avuta dalla diocesi di San Paolo nel dire la prima messa nella nuova chiesa, proprio in quelle terre che alcuni anni prima i fratelli Piagentini avevano acquistato dalla Stato paulista.

Per l'emigrato la conquista di una casa propria non è solamente uno dei più rassicuranti segnali di condizioni economiche è anche il luogo in cui ci si può sentire "solamente" se stessi. Alcuni garfagnini non si accontentarono di una semplice casa, furono
Tommaso Piagentini, uno
dei tre fratelli fondatore
di Rudge Ramos
 dei nuovi coloni, fu un percorso singolare, alla maniera cinematografica di "C'era una volta il West". L'aver avuto parte in queste nascite meritò ai protagonisti il meritato titolo di "fondatori di città". 



Bibliografia

  • "Storie di ieri, di oggi, di donne, di uomini" Fondazione Paolo Cresci per la storia dell'emigrazione italiana

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