mercoledì 29 luglio 2015

Gli antichi garfagnini: gli Apuani,la loro lunga storia dal delta del Rodano,fino alla deportazione nel Sannio.

Guerriero Apuano
Non sarà sicuramente questo articolo ad essere esaustivo per quanto riguarda questo soggetto che andrò a trattare, tengo subito a dirlo, lungi da me, ci mancherebbe altro.La materia è troppo ampia e questo vuol essere solo "un aperitivo" per chi vuole approfondire di più questo argomento.Fatta questa doverosa precisazione, oggi quindi conosceremo meglio un popolo fiero e indomito, piegato solo (e con fatica) dall'esercito romano, a quel tempo il più potente del mondo.Raccontiamo così degli antichi abitanti della Garfagnana: i Liguri -Apuani. Qui in questo blog abbiamo sempre trattato delle loro leggende,dei loro usi e costumi mentre questa volta andremo a conoscerli un po' più in profondità e andremo a scoprire l'origine dei nostri antenati.
La loro genesi è lontanissima si parla già che abitassero le nostre zone già dall'età del rame (tanto per capirsi 3000 anni prima di Cristo).Originari forse del delta del Rodano (nel sud est della Francia), furono spinti qui a sud dal sopraggiungere di altre popolazioni e si stanziarono fra Arno e Magra, ma soprattutto sulla fascia collinare e montana dell'entroterra.Bisogna subito però fare delle differenze per ben capire la loro struttura sociale.Essi facevano parte di un unica cosiddetta "nazione" chiamati appunto liguri che a sua volta si suddivideva in più di 30 tribù, fra le più importanti gli Statielli nella zona di Alessandria , i Tigulli nella riviera ligure di levante,gli Ingauni nella zona di Albenga, gli Intimilii nella zona di Ventimiglia, i Friniati fra Modena e Reggio ed i nostri Apuani. Gli Apuani stessi vengono considerati a giusto modo appartenenti al gruppo ligure orientale ricco di influenze celtiche, non potevano però correttamente definirsi un popolo, come le loro tribù "cugine" che disponevano di città e di vere e proprie capitali come Album Intemelium, Taurasia, Genua e avevano per di più  anche un'economia avanzata.I nostri avi è bene chiarirlo furono da subito un popolo bellicoso e con un senso del sacro non indifferente.Avevano un fortissimo senso magico-religioso della vita, convinti
Elmo Apuano
dell'esistenza di forze sovrumane e invisibili, forze che facevano parte di ogni cosa, che dovevano essere controllate dalle tribù attraverso una serie di rituali, sacrifici e simboli, indispensabili per vivere in armonia con le forze naturali del mondo e delle severe montagne circostanti. Erano

privi inoltre di qualsiasi organizzazione di tipo statale e vivevano in tribù, la loro struttura sociale era dovuta in particolar maniera dalla conformazione del terreno della nostra valle, basavano la loro economia prevalentemente sulla pastorizia transumante e quindi parzialmente nomade, ed inoltre incrementavano le loro attività con periodiche scorrerie a scopo di rapina ai danni delle popolazioni più avanzate. Gli Apuani non arrivarono mai, come detto ad avere una capitale o delle città vere, il territorio era diviso in "conciliabula", unità territoriali composte a loro volta da castellari, villaggi fortificati temporanei o permanenti posti su alture (n.d.r:oggi vediamo così messi molti paesi della Garfagnana) dove la popolazione si rifugiava in caso di attacco da parte dei nemici, intorno a questi castellari gravitavano un certo numero di vici (villaggi), dove veniva praticata un agricoltura rudimentale. Ma c'era poco da fare per "sbarcare il lunario" viste le grosse difficoltà per coltivare rimaneva un'unica soluzione per loro:fare guerra e razzie, essi vivevano infatti in una vera e propria società organizzata per una guerra permanente. Gli etruschi in queste zone nel periodo della loro massima espansione trovarono una guerriglia implacabile che ne arrestò l'avanzata, ma non solo, gli Apuani insieme ai loro amici Friniati decisero di attaccarli in casa loro, posizionandoli definitivamente sulla riva meridionale dell'Arno.Rari furono anche gli scambi commerciali fra queste due nazioni tanto
La zona dei liguri apuani
diverse.Ma nella leggenda e nella storia rimarranno sempre le guerre contro Roma.Le asprissime lotte furono descritte magnificamente da autori classici latini e greci,su tutti Tito Livio (n.d.r: storico romano) che rimase colpito dalle tempra e dalla tenacia degli Apuani e scrisse che in terra apuana i legionari avrebbero trovato "armi e solo armi ed un popolo che nelle armi aveva riposto ogni speranza".Virgilio parla dei robusti Apuani "avvezzi alla fatica" e ci narra anche di un guerriero di nome Cupavo, figlio del Re ligure Cigno, che delle penne di tale uccello aveva adornato l'elmo(per la leggenda bellissima leggi:http://paolomarzi.blogspot.it/2014/09/fra-leggenda-e-realtala-storia-di.html).Tornando alle guerre con Roma i primi scontri iniziarono nel 234 a.C per la conquista della zona di Lucca.In seguito ad un periodo di lotte ad esito incerto gli Apuani inflissero una clamorosa sconfitta ai romani.Nel 186 a.C il console Marcio con il suo esercito fu travolto,quattromila uomini uccisi, molti prigionieri,armi ed insegne gettate alla disperata tanto che, sempre Tito Livio scrisse l'ormai famosa frase:"...si stancarono prima i Liguri di inseguire che i Romani di fuggire..."(per la battaglia leggi:http://paolomarzi.blogspot.it/2014/05/meglio-dei-300-spartani-quando-gli.html).Alla fine di ogni battaglia,braccati dalle legioni romane gli Apuani tornavano a rifugiarsi fra i monti garfagnini, per poi ridiscendere nei momenti favorevoli per nuove spedizioni o razzie nel modenese, nel bolognese e nel pisano (Pisa stessa subì un lungo assedio apuano).Roma ne aveva però le tasche piene di questo barbaro popolo che teneva in scacco il più potente esercito del mondo e decise una volta per tutte di mettere la parola fine a questa storia decidendo per la più drastica delle soluzioni:la deportazione di massa.Nel 180 a.C i consoli Publio Cornelio Cetego e Marco Bebio Tanfilo presero prigionieri ben quarantamila apuani,fu una guerra totale, villaggi incendiati,bestiame ucciso e sempre nello stesso anno il nuovo console Flavio Flacco assaltò gli Apuani nei pressi del fiume Magra e ne catturò altri settemila.Si parlava di probabili tradimenti, di inganni e di atrocità perchè di solito Tito Livio sempre preciso e pignolo, non dice mai esplicitamente come i romani riuscirono a deportare una popolazione senza che mai avessero vinto una battaglia vera e propria.Cominciò comunque una lunga marcia di trasferimento nel Sannio (n.d.r:oggi la zona si estende su gran parte del Molise e sulle aree limitrofe dell'Abruzzo e della Campania)),così in breve tempo si poterono insediare i nuovi e fedeli coloni romani, incentivati economicamente da Roma stessa a occupare queste nuove terre.Ma come si suol dire non tutte le ciambelle riescono con il buco e così fu che alcune comunità di Apuani sopravvissero ancora nelle nostre montagne, nonostante tutto per un quarto di secolo, ancora ci furono ancora incursioni apuane tanto da rendere Luni in una situazione quanto mai precaria e difficile.Nel 155 a.C si
Rievocazione storica:
scontro fra romani e apuani
risolse una volta per tutte con la vittoria decisiva dei romani, il console Marcello,ebbe l'onore del trionfo e i nuovi coloni romani di Garfagnana ringraziarono il generale romano dedicandogli una colonna rituale.

Ancora oggi però nelle nostre vene di fieri garfagnini scorre il sangue di questi rozzi e fieri pastori-guerrieri, ancora qualcosa del loro carattere è nella nostra anima di coloro che non dissero mai di si a nessuno.

mercoledì 22 luglio 2015

25 luglio 1911: per la prima volta il treno in Garfagnana.Una storia di lotte, sommosse popolari soppresse dall'esercito e ...di uomini veri

25 luglio 1911 il treno raggiunge Castelnuovo per la prima volta
Il 25 luglio 1911 è una di quelle date che senza ombra di dubbio in Garfagnana si può dire storica non avendo paura di esagerare, anzi meglio ancora, oserei definirla data epocale, fondamentale e proprio per questo merita veramente di essere ricordata a pochi giorni dal suo ultracentenario anniversario. Infatti era un martedì mattina afoso di 104 anni fa, quando proprio quel 25 luglio per la prima volta il treno giunse a Castelnuovo Garfagnana fra il tripudio generale.Finalmente buona 
25 luglio 1911 per la prima
volta il treno a Castelnuovo (foto tratta
 dalla collezione di Silvio Fioravanti)
parte della Garfagnana aveva un collegamento diretto con il mondo, con nuovi commerci e con le grandi città, attraverso il mezzo più veloce che esisteva allora:il treno. Ma quante tribolazioni, quanti scontri, quanto penare per poter inaugurare quella benedetta tratta Fornoli-Castelnuovo.Tutto cominciò addirittura nel 1892.Ma andiamo per gradi e raccontiamo come si arrivò a questo agognato 25 luglio 1911.A onor del vero è giusto però dire che il primo treno alla nuovissima stazione di Castelnuovo Garfagnana giunse nella primavera del solito anno in un viaggio di prova.Comunque il viaggio inaugurale vero e proprio risale proprio come detto a quel 25 luglio.Era un martedì mattina e il treno giunse in stazione alle 10:40,lo sbuffo della locomotiva GR 290 e il suo sferragliare forte delle carrozze mandò in visibilio migliaia di cittadini che erano venuti ad assistere allo straordinario evento,la festa fu grande in ogni nuova stazione della valle.Particolare fu la sosta a Barga-Gallicano dove si stava tenendo anche una manifestazione per la costruenda strada del Piangrande, importante anche la fermata a Castelvecchio, dove purtroppo mancava un illustre partecipante,quel Giovanni Pascoli forse assente per polemiche e dissidi con l'amministrazione comunale di Barga. Castelnuovo era invece imbandierata a festa,da tutta la Garfagnana erano accorsi per vedere il treno,la festa prosegui al Teatro Alfieri dove si tenne un
25 luglio 1911 per la prima 
volta il treno a Castelnuovo (foto tratta
 dalla collezione di Silvio Fioravanti)

meraviglioso ballo in maschera.Ma prima di quel giorno il treno arrivava solamente fino a Fornoli,la ferrovia era già li nel 1898 e la Garfagnana in compenso era stata dimenticata da tutti, eravamo considerati una terra di nessuno,ma grazie all'amore,alla passione e alle dedizione delle persone, una valle intera giunse al suo scopo (esempio da prendere, ma oggi dimenticato direi...).Dopo l'unita d'Italia fummo annessi alla provincia di Massa e qui abbandonati,ogni promessa e ogni progetto cadeva come foglia morta e di conseguenza cominciò una triste e dolorosa emigrazione della gente verso nuove terre e prospettive di vita, ma per fortuna c'erano ancora persone che credevano in una rivalsa della valle, giornalisti come il Giber,il tipografo Rosa, il conte Carli,il capitano Coli e molti altri illustri personaggi della zona iniziarono una battaglia per la Garfagnana e il suo futuro.Nel 1892 all'ennesimo rifiuto dello stato per avere finanziamenti sulla ferrovia ci fu la prima protesta, il tipografo Agostino Rosa percorse le vie di Castelnuovo con un corteo dove capeggiava il motto "Abbasso il governo della lesina (n.d.r: spilorcio)" questo creò molti problemi a Rosa, ma la politica fatta al tempo da uomini veri non lo abbandonò e scese in piazza ancora insieme a lui in un dibattito pubblico al Teatro Alfieri, un dibattito feroce e polemico contro il governo centrale e venne così poi anche il 9 dicembre 1894,l'anno della svolta perchè Lucca accolse fra le sue braccia migliaia di garfagnini che sfilarono per le vie della città, fu un abbraccio politico e culturale dove la stessa Lucca appoggiò in tutto e per tutto la Garfagnana.Il nuovo secolo non portò a niente di buono,le lotte si fecero più aspre e dure, ma però si raggiunse un importante accordo: un'alleanza fra Barga e Castelnuovo, che ebbe il suo apice in un incontro pubblico nel capoluogo garfagnino il 9 settembre 1900. Giuseppe Salvi, Alfredo Caproni, Guilio Giuliani e Alfonso
L'ingegner Donati dell'omonima
ditta di costruzioni che segue i
lavori sulla tratta per Castelnuovo
 Stefani fra i barghigiani si confrontarono e fecero unione con i castelnuovesi Marco Pelliccioni, Giuseppe Bernardini (Giber) ed Edoardo Aloisi. Ma ancora il governo di Roma non sentiva storie e non faceva un bel niente.Nel 1904 per tutta risposta i sindaci della Valle del Serchio e della Lunigiana riuniti nella Rocca Ariostesca minacciarono in toto le dimissioni se qualcosa non si fosse mosso per la sospirata ferrovia e finalmente uno spiraglio si aprì, il ministero concedette alcune aperture, ma poi come è nella mala consuetudine della politica il parlamento si rimangiò ogni promessa e peggio ancora ventilò la sospensione definitiva di ogni lavoro. Fu la goccia che fece traboccare il vaso, il pandemonio totale, giorni come questi pochi se ne ricordano nella valle,scoppiò la protesta con tutta la sua violenza.Centinaia e centinaia di cittadini scesero in piazza creando non pochi problemi e disagi.Le manifestazioni si fecero dure, i giornali dell'epoca riferivano di un forte aumento nelle tensioni tant'è che da Lucca fu inviato l'esercito: uno squadrone del XVI reggimento di cavalleria reale per sopprime le rivolte, presidiare la zona e dar man forte ai carabinieri. A Camporgiano una manifestazione non autorizzata fu dispersa con l'aiuto della cavalleria,decine furono gli arrestati,fra questi addirittura Leonardo Mordini, figlio dell'esimio garibaldino di Barga che fu rilasciato nell'imbarazzo generale. La situazione era arrivata a un momento che doveva trovare una soluzione sola, la Garfagnana e la Valle del Serchio tenevano troppo alla loro ferrovia e così anche a Roma capirono che era arrivato il momento di desistere,le
Lavori in galleria
sommosse popolari in Garfagnana arrivarono in sede parlamentare e furono così trovati magicamente i fondi per portare almeno fino a Castelnuovo Garfagnana la linea ferroviaria e così finalmente si arrivò al fatidico 25 luglio 1911 e uno speciale del giornale "La Garfagnana" così riportava in tutta la sua pomposa retorica post-unitaria:

“Fu lotta aspra lunga, titanica; tutti gli sforzi, anche quando ci dilaniarono i furori della fazione, furono diretti a questo unico intento: abbattere le barriere che fino a ieri ci tennero schiavi; incunearci, a bandiera spiegata, nelle grandi correnti della vita; ritrovare e sentire fratelli i fratelli d'Italia nella sapiente equità delle leggi eguagliatrici e materne. […] Una nobile opera di civiltà e di pacificazione sta, dunque, per compiersi. Questa è la significazione vera e profonda dell'odierna cerimonia inaugurale. Si pianta una pietra miliare che scava un abisso tra un frammento di vecchio mondo che muore e un piccolo nuovo mondo che sorge.”
L'allora nuovissima stazione
di Barga-Gallicano
Si assistette così in quegli anni alla costruzione del futuro di una terra che chiedeva attenzione per i propri figli.La Garfagnana non voleva essere emarginata e dimenticata e fu solo grazie ad una classe politica e intellettuale coraggiosa che si raggiunsero,seppur tra mille fatiche e patimenti,gli obiettivi prefissati.

PS: Ah! Dimenticavo.Solo nel 1940 si poté congiungere Castelnuovo con Piazza al Serchio e poi il 21 marzo del 1959 si unì anche la Garfagnana con la Lunigiana,tratto inaugurato dall'allora Presidente della Repubblica Gronchi.Questo per dire che per completare la linea Lucca-Aulla da quel 1911 ci vollero altri 48 anni...Ma questa è un'altra storia che vi racconterò un'altra volta...

mercoledì 15 luglio 2015

Suoni, odori e rumori di un tempo lontano in Garfagnana

La  banda di Gallicano 1891(foto tratta da
 "Gallicano in Garfagnana" di  Daniele Saisi 
I ricordi sono come la televisione, non hanno odori.Specialmente se poi questi ricordi vengono raccontati a terze persone,puoi raccontare bene quanto vuoi le tue reminiscenze ,ma i profumi,i rumori e gli odori di un tempo chi non li ha vissuti di prima mano non li potrà mai sentire e allora è bello quando si intervista una persona non farsi raccontare solamente degli accadimenti storici o farsi narrare storie di vita vissuta , ma è bello farsi rievocare gli odori e i rumori che noi oggi nel 2015 difficilmente risentiremo e allora adesso che siamo ancora in tempo dai nostri anziani facciamoci raccontare di questi odori e suoni di una volta, prima che spariscano per sempre nell'oblio del tempo, senza poi che nessuno un giorno ne abbia memoria. Raccontiamo per questo i suoni, i rumori e gli odori di un tempo in Garfagnana.


"I suoni di un tempo nei miei ricordi sono presenti.La banda gallicanese a quel tempo era al completo,dove pure mio padre suonava il basso,cioè il trombone, la banda era guidata dal maestro Cheli. Nei ritrovi familiari si sentiva suonare il suono della piccola fisarmonica.Qualcuno suonava pure l'organetto e alcuni il suffilo (n.d.r:lo zufolo) e si usava pure la chitarra, violini e cornette per fare le serenate sotto alle finestre alle ragazze.Si ballava al suono di un vecchio grammofono, ove le puntine già fruste stonavano la musica e allora si sostituiva la puntina che non lavorava più con qualche bollettina (n.d.r:chiodino). C'era pure chi soffiando in un gambo di zucca o nel corno di bue faceva strani suoni da far ridere la comitiva . Allora c'era il suono delle campane a festa, tirate dal campanaro per richiamare i fedeli. Si sentivano i suoni dei campanacci appesi al collo delle mucche e delle pecore. Si sentiva il suono delle sirene della Cucirini (n.d.r: fabbrica di filati in Gallicano) a mezzodì.Allora non si sentiva come ora il rumore dei motori dell'auto perchè ce n'erano poche, bensì il rumore delle ruote dei barocci trainati dai cavalli,rumore degli zoccoli dei muli che portavano la soma. Il rumore della trebbiatrice che sgranellava il grano, come pure il rumore della macchina che girando la ruota con un manico mandava le rappe del formentone (n.d.r: granturco) in pippoli, il rumore delle vassoie (n.d.r:vassoi di legno), mentre le massaie "vassoiavano" i cereali mandando via la pula, così facevano anche con le castagne fatte seccare nel canniccio dopo che gli uomini,poche alla volta mettevano in sacco e battevano sopra a un ceppo di legno facendo tanto rumore.Rumore del grembiule mentre "grembiulavano" la canapa appena
Calessino in viaggio verso la stazione
secca.
Rumore della macina e del torrente del vecchio mulino.Rumore del vecchio treno a vapore, della teleferica dei taglialegna, rumore dei carretti trainati dai contadini e dai buoi.Rumore dell'incudine quando il fabbro vi batteva sopra.Il rumore del telaio mentre menavano la spola per tessere la tela.Il rumore quando scardazzavano (n.d.r: pettinare e lisciare la lana con lo scardasso) la lana. C'era pure il rumore di una culla di legno che una mamma dondolava per addormentare il suo bimbo.Rumore di un calessino con il cavallo che portava la gente più benestante alla stazione.Rumore della fabbrica della metallurgica (n.d.r:la K.M.E di Fornaci di Barga). Poi più tardi, rumore di aerei di sirene d'allarme di bombe, di cannonate, di distruzioni perchè purtroppo allora c'era la guerra.Gli odori di un tempo!? Il pane appena sfornato, cibi cotti a legna, odore del latte appena munto, di ricotta, di formaggio fresco, odore di fieno appena tagliato o secco, odore di canapa, fiori di acacia, di timo, di menta,di colonia in erba, di frutta appena colta, odore di vinaccia nei giorni di svina.Odore di bucato fatto con la cenere, odore di ranno (n.d.r:miscuglio di cenere e acqua bollente usata un tempo per lavare i panni).Odore di ginepro bruciato nel grande caminetto per la vigilia di Natale e tante altre cose, come quando si cucinava il maiale, in casa c'era odore di salsicce fresche e di biroldi messi a cuocere nel grande laveggio (n.d.r:pentolone) al fuoco. Odore di siepi di biancospino.Odore di alloro, di muschio e felci recise. Gli odori sgradevoli  erano quando levavano il perugino (n.d.r:letame) dalle fogne per governare i campi.L'odore di concime di mucca e di cavallo che "seminavano" lungo la strada. Odore di sudore dei mietitori di grano mentre
facevano la siesta affaticati. Odore di terra quando cade la pioggia d'estate. Terra ancora incontaminata...Terra di Garfagnana"
Barga bombardata

Intervista fatta a Giulia Biagioni, che è stata l'ammirata regina di molti Maggi nel passato.
(Intervista tratta dal libro "Stasera venite a vejo Terè")


mercoledì 8 luglio 2015

Gli stemmi comunali della Garfagnana: ecco il loro curioso significato...

Avete mai dato un'occhiata allo stemma del vostro comune? Ma cosa mai vorranno dire tutti quei simboli? Fiori, galli,torri,leoni e perfino una bomba. Buona parte di queste effigi campeggiano negli stemmi comunali di tutta la Garfagnana e tutto queste figure fanno parte di un mondo complicatissimo e veramente difficile da interpretare, qui si entra nel campo dell'araldica. L'araldica è quella materia di cui si interessano esimi professori, che studia il blasone,cioè gli stemmi. In altre parole è quel settore del sapere che ha lo scopo di individuare, riconoscere, descrivere e catalogare gli elementi grafici di uno stemma per identificare in modo certo una famiglia, un gruppo di persone o una istituzione. Ecco, un'istituzione, come ad esempio i nostri comuni.Oggi cercheremo di capire comune per comune il significato di questi emblemi.In questo viaggio fra gli stemmi della Garfagnana mi farò aiutare dal volume "Blasonario della Garfagnana" del professor Francesco Boni De Nobili, noto scrittore e araldista.Quindi se vi fa piacere entreremo nei meandri della simbologia di questi stemmi e andremo ad analizzare uno per uno tutti i 16 comuni (+ 3)  cercando di spiegare il loro significato sconosciuto a molti,ne verrà fuori un quadro sicuramente curioso ed interessante.Non mi dilungherei di più e andrei a cominciare dal blasone che rappresenta tutta la Garfagnana essendo fra l'altro l'emblema stesso dell' "Unione dei Comuni della Garfagnana".
Prima di cominciare però vorrei fare una premessa, questa analisi andrà a descrivere gli emblemi di oggi, poichè nei secoli passati o sono cambiati radicalmente o gli attuali sono stati modificati in qualche variante.Vorrei aggiungere che la ricerca dei significati e dei colori  di questi stemmi dei comuni garfagnini si fonda essenzialmente su tre ulteriori fonti:i timbri comunali risalenti più o meno al primo decennio successivo all'annessione al Regno d'Italia, il frontespizio del volume del Raffaelli "Descrizione geografica,storica, economica della Garfagnana" (1879) e il volume "Gli stemmi dei comuni della Toscana"(1860) realizzato da Angelo Ardinghi.Userò inoltre, come giusto che sia, per la descrizione degli stemmi le terminologie (comprensibili) che si usano in araldica.

"Unione dei Comuni della Garfagnana": D'azzurro, alla bomba nera,infiammata di rosso in alto e ai lati
Motto: LOCO ET TEMPORE
Stemma derivante dall'impresa vittoriosa di Alfonso I d'Este (regnante in Garfagnana dal 1505 al 1534) contro gli spagnoli e l'esercito pontificio. Stemma detto della "granata svampante" con il motto "Loco et Tempore" coniato da Ludovico Ariosto come monito ad agire nel momento giusto e nel luogo giusto, come la bomba che scoppiava appunto nel luogo e nel momento giusto
Camporgiano: D'azzurro, a una fortezza d'oro, terrazzata di verde,merlata di otto pezzi,murata di nero, sormontata in capo da due stelle di sei punte d'oro,inframezzate da una cometa con coda d'azzurro
La versione ottocentesca tratta dal libro comunale presenta alcune innovazioni. La fortezza ricorda il possente torrione del castello quattro-cinquecentesco, sede dei giudici. La bandiera sventolante sulla torre nel vecchio stemma si riferisce alla funzione di governo esercitata da Camporgiano sull'alta Garfagnana nel periodo che fu vicaria.Le stelle potrebbero indicare la giusta guida riferita allo stesso giudice.La versione attuale talvolta raffigura una cometa d'azzurro anzichè. una bandiera. La cometa dovrebbe trattarsi di un'arbitraria,errata interpretazione della bandiera.
Careggine:  D'azzurro all'aquila di nero, coronata d'oro, posata sull'asse di un carro (d'oro), sulla campagna di verde e sormontata dalle parole CAR-POP di nero.Già il frontespizio dell'opera del Raffaelli (1879) propone questo stemma con l'aquila e il carro.L'aquila può essere un riferimento all'esercito estense di cui era già simbolo, mentre il carro richiama il nome del comune.La scritta è una sintesi di CARECINI POPULOS
Castelnuovo Garfagnana: D'oro, al leone al naturale.
Il leone nero si evince dagli esemplari rinascimentali posti sul piedistallo dell'altare di San Giuseppe nel duomo di Castelnuovo. Il leone è posto a ricordo dell'antico nome della città "Castel del leone", ma probabilmente si riferisce anche alla funzione dominante tenuta sulla Garfagnana, per secoli, sede di commissari e governatori
Castiglione Garfagnana: Troncato di rosso d'argento,al leone attraversante d'oro,sormontato da un cartiglio d'argento,caricato della legenda"Fortis et Fidelis" in caratteri neri.
La campitura, sebbene con i colori alternati potrebbe essere un richiamo ai colori di Lucca, città alla quale Castiglione rimase sempre fedele, come pure a Lucca si riferisce il motto nel cartiglio
Fabbriche di Vallico: (oggi facente parte del comune di Fabbriche di Vergemoli) D'argento alla banda ondata d'azzurro,attraversata da un castello d'oro, aperto e finestrato del campo,murato di nero,sormontate da tre stelle di otto punte.
La banda ondata d'azzurro si riferisce al torrente Turrite. Il castello raffigurato richiama probabilmente la rocca di Trassilico, antica sede comunale.Le stelle in questo caso richiamavano forse l'aggregazione di più popolazioni in unico comune.
Fosciandora:  Di cielo, al fiore d'argento,gambuto e fogliato di verde,nodrito sulla cima di una montagna al naturale cima innevata.
Il fiore è localmente interpretato come un giglio in virtù del suo colore.Il monte coperto di verde e di bianco fa evidente riferimento alla natura montuosa e boscosa del territorio. In taluni esemplari la cima del monte è innevata, forse con riferimento alle condizioni climatiche invernali
Gallicano: D'argento al gallo bargigliato e crestato di rosso,ardito sulla campagna verde
Lo stemma fa diretto riferimento per assonanza al nome del comune, che tuttavia deriva con tutta probabilità dal nome di Gallicus (con il suffisso anus indicante l'appartenenza) che potrebbe riferirsi al fondatore del paese. Il gallo ardito è simbolo di vigilanza e attesa
Giuncugnano : Di cielo d'azzurro,alla pianta di giunco tre rami fioriti e posti a ventaglio,il tutto al naturale,nodrita sulla cima di una montagna al naturale
Lo stemma fa diretto riferimento per assonanza al nome della località che sebbene derivi molto probabilmente dal nome Lucundius con il suffisso anus indicante appartenenza) tuttavia richiama la pianta di giunco
Minucciano: D'argento alla torre di rosso merlata di sette pezzi, aperta del campo, murata di nero,fondata sulla campagna di verde,cimata di un braccio.
La torre fa riferimento al fortilizio di Minucciano, il cui carattere bellico e rafforzato dal braccio armato.La porta aperta richiama la posizione geografica strategica del comune, a cavallo del crinale che separa la Valle del Serchio dalla Valle dell'Aulella.
Molazzana:  D'azzurro alla cinta ubica aperta di pietra,torricellata di tre pezzi coperti,fondata sulla pianura di verde.
Le mura turrite ricordano il possente castello di Molazzana ,intorno al quale si sviluppò il paese.
Piazza al Serchio: Di cielo,alla piazza di paese,con lo sfondo di un edificio coperto di rosso,accostato da due file di palazzi in prospettiva, al capo di verde, a undici pali di rosso, caricato di una spada in banda attraversante su un pastorale in sbarra,sormontati da una mitra vescovile
Il nome attuale del comune risale al 1863.Precedentemente era denominato Pieve di Castelvecchio. Spada,pastorale e mitra richiamano gli arcivescovi di Lucca che dai tempi remoti godevano del titolo del titolo di conti di Piazza e Sala.L'attuale statuto del comune di Piazza al Serchio rinvia la descrizione dello stemma a una riproduzione in calce nello statuto stesso,che raffigura la sommità dello stemma con pali di verde e di rosso, certamente conseguenza di un'approssimata interpretazione del tratteggio verticale, che rappresenta quest'ultimo colore.
Pieve Fosciana: D'argento al cuore ardente di rosso,accompagnato in punta da un cartiglio dello stesso caricato della legenda"Unum sumus" di nero.
Il cuore infiammato ricorda i sentimenti patriottici risorgimentali, come pure il motto "io sono uno". Per tradizione infatti a Pieve Fosciana nel 1831 è stata esposta per la prima volta in Toscana la bandiera tricolore.Diversi abitanti parteciparono ai moto del 1848.
San Romano Garfagnana: D'azzurro,alla torre di rosso, merlata di cinque pezzi,murata di nero,aperta e finestrata del campo,fondata sulla pianura di verde;al capo di rosso,caricata da un ramo di palma di verde attraversato da una spada d'argento guarnita.
La torre ricorda la rocca tonda,una delle tre che formavano la fortezza delle Verrucole. Spada e palma ricordano San Romano soldato e martire che da nome al paese. La palma infatti è l'attributo tipico dei martiri,simboleggia la vittoria sulla morte.
Sillano: Troncato semipartito: nel 1°di cielo,a soldato romano rivolto,impugnante nella mano destra una spada posta in palo e sinistrato da un ramo di palma di verde,nodrito sulla partizione, nel 2° fasciato d'azzurro e d'argento di dieci pezzi, nel 3° palato d'oro e di rosso in dieci pezzi
La figura di un soldato romano richiama l'antica Roma tramite il nome di Silla. Un'antica epigrafe oggi scomparsa, faceva risalire la nascita di Sillano al 652 del calendario romano (102 a.C) quando il comandante Silla allora luogotenente di Mario si trovava in Liguria. Il ramo di palma fa probabilmente riferimento a San Bartolomeo apostolo martire patrono del paese. Come detto in precedenza la palma è il simbolo dei martiri.
Trassilico: D'azzurro alla rocca al naturale,merlata aperta e finestrata del campo, recante nella parte superiore due chiavi decussate e addossate,fondata su una montagna al naturale.
La torre richiama certamente l'antica rocca fortificata di Trassilico. Ardinghi raffigura la montagna al naturale"attraversata da una strada dello stesso,ondeggiante in palo e adducente alla porta".Il comune di Trassilico,con decreto 441 del 10 maggio 1947 è stato abolito.Oggi è sotto Gallicano
Vagli Sotto: D'azzurro alla rocca di rosso murata di nero,aperta, dal campo,merlata di quattro pezzi,fondata su una campagna di verde, cimata di una bandiera rivolta interzata in palo di rosso, accompagnata nel cantone destro del capo da una stella di sei punte d'oro.
Indagini effettuate nell'archivio comunale di Vagli circa lo stemma comunale,hanno dimostrato che  l'antico sigillo rappresentava una torre massiccia merlata alla guelfa sulla cui cima muoveva un guerriero,la torre accompagnata a sinistra da una stella.La rocca merlata fa riferimento ai fortilizi che difendevano Vagli di Sopra e probabilmente il dominio feudale dei signori di Careggine. Lo stemma è poi stato modificato. Dal vecchio al nuovo come in molti altri,ha avuto origine dal gusto, meglio del capriccio del disegnatore per la mania di qualcosa di nuovo e ha aggiunto una bandiera con i colori di Lucca a cui il paese appartenne.
Vergemoli: (oggi facente parte del comune di Fabbriche di Vergemoli) D'azzurro,al monte di tre colli all'italiana,,i laterali sostenenti ognuno una bandiera bifida,quella a destra in sbarra di verde e l'altra in banda di rossa,cimato da una croce d'oro, il tutto sormontato da tre stelle di sei punte,il monte sostenuto da una freccia scorciata d'oro,posta in fascia e accompagnata in punta da un compasso rovesciato,aperto e inframezzato da una luna crescente,il tutto d'oro.
I tre monti rappresenterebbero la natura montuoso del territorio con le Panie,le due bandiere gli stati confinanti,Lucca e Modena (ma andrebbero rivisti i colori), le tre stelle l'aggregazione di più popolazioni a formare il comune,la freccia posta in basso sarebbe un richiamo alle antiche miniere di ferro e fabbriche di armi,il compasso farebbe riferimento alla località posta fra le due valli,Vallis Gemina, e la luna crescente alla bellezza dei luoghi.
Villa Collemandina: D'azzurro al complesso architettonico della chiesa di San Sisto vista di fronte,di pietra murata di nero,coperta di rossa e cimata da una crocetta d'oro,sinistrata dal campanile addossato alla chiesa,pure di pietra,coperta di rosso e cimata da una crocetta d'oro. Il complesso architettonico è fondato su una campagna di verde,accostato da quattro cipressi al naturale,due a destra due a sinistra e sormontato dal punto del capo da una stella di sei punte.
L'edificio ricorda la chiesa parrocchiale di San Sisto con il campanile così ricostruita dopo il terremoto del 1920. Si tratta dunque di uno stemma recentissimo, approvato con D.P.R. del 9 marzo 1964.

Ecco qua, ognuno si può sbizzarrire a cercare il suo comune di appartenenza,ma come possiamo vedere le interpretazioni dei simboli sono sempre difficile da leggere, alcune ipotesi sono convincenti, altre un po' meno,altri simboli addirittura nei secoli sono stati mal copiati e trascritti in malo modo così da stravolgere il concetto originale, rimane comunque la bellezza di questi blasoni e a voi l'ardua sentenza:qual'è il più bello? e quale il più significativo?

mercoledì 1 luglio 2015

Le locomotive a vapore in Garfagnana.Una storia lunga 100 anni

foto tratta dal sito ferrovia lucca aulla.com
Le locomotive dei classici treni ciuf-ciuf di una volta fanno parte del classico immaginario di ogni bambino, come i soldatini o le bambole per le femminucce. Io sono sempre rimasto affascinato da quelle vecchie locomotive a vapore, possenti e forti.Da piccolo mio nonno ogni volta che dalla stazione di Barga- Gallicano passava uno di questi treni per qualche rievocazione storica non mancavamo mai di andarlo a vedere, i miei occhi di bimbo rimanevano impressionati dalla grandezza della locomotiva e da tutto quel fumo sbuffante e anche oggi tutte le volte che capita un treno a vapore faccio le corse per andarlo a osservare con la mia piccola Sofia e che dire poi di quando passiamo da Piazza al Serchio, il nostro stupore si
rinnova e rimaniamo ammirati da quel locomotiva 940.002 che fa bella mostra di se. Allora la mia memoria di appassionato di storia di fronte a tutto questo comincia a pensare e così ha fatto un salto lungo più di cento anni e ha pensato a quante belle e storiche locomotive sono passate per la nostra Lucca- Aulla e quanti treni fino ai giorni nostri. Ma prima di analizzare nel dettaglio le locomotive che hanno "solcato" la nostra valle (e in questo caso vorrei ringraziare la F.L.A-Ferrovia Lucca Aulla- per le informazioni che mi ha dato) partiamo da un discorso più generale.La prima locomotiva ("Blucher") si deve a George Stephenson,inglese, che fin dal 1814 ebbe la brillante idea di azionare un veicolo su ruote mediante la forza del vapore. Nel 1825 il primo rudimentale treno coprì la distanza fra Stockton e Darlington, tra lo stupore di chi, abituato ai  viaggi in diligenza, assisteva alla sbuffante corsa del "mostro di ferro". La prima ferrovia italiana fu invece la "Napoli-Portici", aperta il 3 ottobre 1839, alla presenza di Ferdinando di Borbone re del Regno delle due Sicilie. Il treno inaugurale, che era composto da una locomotiva a vapore di fabbricazione inglese e otto carrozze, percorse i 7 Km del tracciato in poco più di nove minuti, trasportando circa 250 passeggeri tra due ali festanti di folla.La sbuffante "Longridge & Co.", costruita a Newcastle, aveva una potenza di 65 cavalli e poteva raggiungere una velocità di 65 Km all'ora. La ferrovia giunse però in Garfagnana parecchi decenni dopo, i primi progetti della ferrovia Lucca - Aulla risalgono al 1850, quando si pensava di collegare Lucca a Reggio
Il giorno la prima
 ferrovia italiana la Napoli
Portici
Emilia.
Nel 1894 il treno a vapore collegava solamente Lucca a Ponte a Moriano (9 Km di tragitto),poi  nel 1900 vennero date in costruzione ed in gestione alla ditta Saverio Parisi le due tratte Bagni di Lucca - Castelnuovo Garfagnana e Aulla - Monzone e così undici anni dopo,finalmente nel 1911, un convoglio inaugurò il tratto fino a Castelnuovo Garfagnana. Ma per arrivare ad Aulla mancavano ancora 43 Km e molti anni di lavoro. L'intera tratta venne ultimata dopo altri 45 anni, ma comunque già le prime locomotive viaggiavano senza soste e di  conseguenza servivano nuove macchine capaci di affrontare i nuovi ed impegnativi tracciati Le locomotive in gestione alla RM (Rete Mediterranea) nel 1905 furono unificate insieme a tutte le altre Reti nella neo nata FS (Ferrovie dello Stato), con decreto di Vittorio Emanuele III del 22 febbraio 1912..La prima locomotiva che passò in Garfagnana per inaugurare il 25 luglio 1911 la tratta Lucca- Castelnuovo Garfagnana fu una Locomotiva Gr.290 alimentata a carbone,si dimostrarono subito delle macchine robuste ed affidabili per la Garfagnana nonostante che il
la locomotiva Gr 290 il giorno che arrivò a
Castelnuovo la prima volta
foto tratta dal sito ferrovia lucca aulla.com
peso sfiorasse le 44 tonnellate e la velocità non superasse i 60 Km orari,g
ià erano in circolazione dal 1889  e ne furono prodotte dall'Ansaldo 338 pezzi. Addirittura specificatamente per la linea Lucca Aulla furono costruite due locomotive che dovevano servire ad uso esclusivo per la Valle del Serchio, infatti questa locomotiva a vapore Gr 815 fu battezzata con il nome "Garfagnana" costruita nel 1910 in Germania a Berlino dalla ditta Borsig,il suo peso era di 36,6 tonnellate e la sua velocità di 45 Km orari. Due anni dopo sempre dalla solita ditta e per la solita
la locomotiva detta "Garfagnana"
foto tratta dal sito ferrovia lucca aulla.com
tratta fu costruita
"L'Aulella" una Gr 828 (il nome da Aulla capolinea della tratta),questa locomotiva era più pesante (41 tonnellate) e nonostante più veloce (50 Km/h). Un'altra locomotiva è tristemente famosa per la Garfagnana è la Gr 625 detta "La Signorina", la più veloce di tutte, faceva gli 80 Km/h e proprio per questo motivo fu la prescelta per trasportare gli ebrei internati a Bagni di Lucca nel dicembre '43 alla stazione di Milano per poi cambiare treno,destinazione Auschwitz (per questa storia leggi:http://paolomarzi.blogspot.it/2015/01/27-gennaio-giorno-della-memoriagli.html). Fra le più longeve in assoluto fra queste storiche
la locomotiva Gr 625 che portò gli ebrei
di Castelnuovo a Milano
foto tratta dal sito ferrovia lucca aulla.com
locomotive ci fu la 940 che prestò servizio sulla linea dal 1922 fino agli anni '70. Questa era una classica locomotiva da montagna, costruita in 53 esemplari dalle officine meccaniche di Milano e di Reggio Emilia,fu progettata per le traversate appenniniche dell'Italia centrale, strade ferrate queste ripide, tortuose e non meno impegnative dei valichi alpini e si decise di impiegarla anche per la linea ferroviaria garfagnina.Fu la regina incontrastata del servizio a vapore sulla Lucca- Aulla effettuava sia servizio passeggeri che merci e fu anche l'ultima vaporiera ad andare in pensione su questa tratta, eravamo negli anni '70 e per rendere omaggio a questa nostra instancabile compagna di vita fu deciso dal comune di Piazza al Serchio di farne un monumento e piuttosto che rottamarla fu stabilito di metterla in mostra
la 940.002 locomotiva
monumentata A Piazza Al Serchio
all'ingresso del paese.Le locomotive che passarono per la nostra valle furono ben 11 di diverso tipo,ed ognuna con la sua storia, poi si passò alle littorine e ai treni che oggi conosciamo, anzi approfitterei di queste righe per dare il benvenuto ad un nuovo treno che da pochi mesi viaggia per la Garfagnana si chiama
Swing, tecnicamente è un ATR 220 progettato nel 2008, può viaggiare fino a 130 Km/h è dotato di monitor e apparati audio per la miglior comunicazione con i passeggeri, accessoriato di 6 telecamere interne e 4 esterne per garantire una video sorveglianza a 360°, inoltre il
il nuovo "swing"
treno è fornito di aria condizionata.Beh! Che dire... nonostante tutto i tempi cambiano.