castagno, una croce, come si fa con gli alberi divenuti sacri..."
Giovanni Pascoli nel 1908, sulle pagine del giornale "La Prensa" descrisse così, agli italiani emigrati in Argentina il significato profondo che poteva avere il castagno per la gente della Valle del Serchio. Nulla di più vero e rappresentativo, d'altronde i numeri di ieri e di oggi parlano da se, difatti nel 1846 Carlo Roncaglia funzionario estense, da una statistica generale sullo stato modenese contava in Garfagnana più di due milioni di piante di castagno (per l'esattezza 2.052.157) con una resa in castagne secche pari a 76.135 quintali. Oggi i numeri naturalmente sono cambiati, ma ciò non toglie che la lucchesia sia a livello regionale e sia a livello nazionale è la provincia con la maggior superficie boschiva a castagneto, nel 1978 risultavano oltre 29 mila ettari e solo in Garfagnana prosperavano castagni che coprivano 12.740 ettari. Con gli anni il numero si è drasticamente ridotto, anche se ancora rimangono cifre di tutto rispetto e secondo il censimento del 2005 promosso dalla comunità montana e dall'associazione castanicoltori della Garfagnana, risultano a castagneto 3.000 ettari, con una resa di castagne fresche pari a 25.000 quintali che si trasformeranno in ben 2000 quintali di prelibata farina di neccio. Già, la squisita farina di neccio, salvezza dei garfagnini in svariate epoche storiche, anche
Il castagneto di Pratomaleta (Sillano Giuncugnano) |
Paolo Guinigi |
metato garfagnino |
castagne messe a seccare nel metato |
Necci con ricotta |
casta |
Biblografia
- "I castagni della Garfagnana" Studi per la tracciabilità di filiera e la caratterizzazione qualitativa della farina di neccio della Garfagnana DOP- "L'albero del pane storia della farina di neccio della Garfagnana" di Ivo Poli. Edito Regione Toscana anno 2009
- "Statistica generale degli stati estensi" a tutto l'anno 1847 di Carlo Roncaglia edito da tipografia Vincenzi 1849
- "L'economia del cittadino in villa" di Vincenzo Tanara 1664
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