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venerdì 13 febbraio 2015

Campocatino,un lungo viaggio nella storia che parte dalle ere glaciali e finisce con... David Bowie.

Campocatina,sullo sfondo il monte Roccandagia e la chiesina dedicata a San Viano
Risalendo la Garfagnana in direzione di Vagli di Sopra dopo due chilometri dall'abitato, seguendo le indicazioni, ci imbattiamo in uno di quei posti che mette in pace con il mondo; il luogo è situato nello splendido scenario delle Alpi Apuane,collocato e chiuso a nord dalle vette del Pisanino e a sud dal Sumbra, questa meraviglia è Campocatino sovrastato dalla maestosità del Roccandagia.L'estate quel prato è un esplosione di fiori e di profumi,quel prato lo dovrebbero segnare sulle ricette mediche i dottori come terapia contro lo stress della vita quotidiana, si, perchè Campocatino è un'oasi incantata che confina con il cielo e la terra.Campocatino però non è solamente una località dove vivere in armonia con la natura e l'ambiente,Campocatino e i suoi "caselli" (le antiche abitazioni dei pastori,caratteristica particolare del posto) hanno una storia che affonda le sue radici nelle usanze e nei mestieri che sono legati con un filo diretto con tutta la Garfagnana.Stavolta per raccontare questa storia partiamo da lontano,da molto lontano, da circa 126mila anni fa, nel tardo pleistocene (mamma mia che
Panorama sui
 "caselli di Campocatno"
parolona!),quando al posto dei famosi "caselli" c'era un vero e proprio ghiacciaio,che con il passare degli anni,anzi dei millenni,cominciò a ritirarsi modellando così come dicono i geologi, un anfiteatro morenico, ma siccome noi geologi non siamo e per far si che tutti si capisca è meglio dire che lasciò questi depositi e sedimentazioni che abbandona un bacino glaciale quando si ritrae, formando di conseguenza una grande conca,anzi... un catino e da questa particolarità la località prende il nome.Fra l'altro gli esperti mi dicono che questo è il più significativo e meglio conservato esempio di glaciazione delle Alpi Apuane. Facciamo adesso però un bel salto temporale e arriviamo al 1600 quando già era luogo dedicato alla pastorizia, qui si portavano i greggi a pascolare venuti dalle lunghe transumanze,il percorso di queste migrazioni che a quei tempi avveniva due volte l'anno coinvolgeva tutta la penisola italica tramite la dorsale appenninica e così pure numerose famiglie garfagnine partecipavano al trasferimento dei greggi con estenuanti marce a piedi verso i monti d'estate e in pianura d'inverno.La
I "caselli" di Campocatino oggi
transumanza estiva iniziava i primi di giugno con intere greggi che attraversavano tutta la valle del Serchio provenienti dalle terre di tutta la Toscana dove avevano svernato e così magicamente anche Campocatino si popolava di uomini pecore e cani.Nelle carte del 1700 Campocatino viene indicato con l'espressione "capanne fatte dai vaglini". Ma di che capanne si tratta? Sembra infatti che già in
quel periodo "le capanne" risultino essere i"caselli" con tanto di muri portanti e finestre.I "caselli" di Campocatino sono tutti collocati nella parte più soleggiata dell'immensa conca, non sono di grandi dimensioni, si adattano armoniosamente ai dislivelli del terreno.Il piano inferiore di queste costruzioni era dedicato agli attrezzi e agli animali che con il calore emanato dal loro corpo scaldavano i pastori che vivevano al piano superiore.Gli ingressi ai due piani erano indipendenti,mentre lo spazio intorno veniva utilizzato come orto (piccoli appezzamenti di terra dette "porchette"), magari anche con qualche albero da frutto. Già al tempo i vecchi vaglini avevano saputo creare un villaggio senza turbare gli equilibri naturali,sfruttando al meglio le risorse che offriva il posto.I"caselli" sono costruiti con pietra marmorea locale e le stesse piastre dei tetti provenivano da una località vicina.Il 1761 portò ad un saggio provvedimento:si decise di salvaguardare il luogo e l'economia della zona e così nei capitoli della comunità di Vagli al posto è riservato il trattamento
Luoghi d'incanto
(foto tratte dal blog "Giro-Vagando")
di"Alpe",territorio cioè destinato a esclusivo uso di: "coltivazioni di campi,ai prati e ai poggi e a pascolare gli armenti, da curare due volte l'anno". In parole povere a Campocatino si poteva fare solo quelle attività, non vi si poteva, costruire case, mettere attività commerciali o altro che non fosse inerente all'agricoltura e alla pastorizia.Arriviamo poi al secondo conflitto mondiale,al 1944 e anche a Campocatino arrivò la guerra;nell'autunno di quel disgraziato anno i tedeschi dettero fuoco a tutti i"caselli" perchè ritenuti rifugio dei partigiani e con questi fatti cominciò il declino di Campocatino.Le condizioni socio-economiche del dopoguerra dei pastori vaglini e non, subirono un forte cambiamento,in quanto aveva preso letteralmente vigore l'estrazione del marmo dalle Alpi Apuane,un faticoso ma redditizio lavoro quello dei cavatori per gli ormai ex pastori che giungevano a casa massacrati da ore di cava e non si curavano più nè di Campocatino,nè dei suoi
"I Caselli" (foto tratte
dal blog "Giro-Vagando")
"caselli".Solamente negli anni 60,con il boom economico e una nuova concezione del vivere, Campocatino risorse non più come luogo dedito alla pastorizia e all'agricoltura (ormai queste attività erano state soppiantate dalle industrie sorte in Valle del Serchio) ma come luogo di vacanza e di riposo, si restaurarono tutti quei "caselli" andati in malora in modo che i proprietari (gli eredi dei vecchi pastori) potessero godere di questo bellissimo posto,fu anche costruita finalmente una piccola chiesina,una cappella dedicata San Viano (per la sua bella e particolare storia leggi:http://paolomarzi.blogspot.it/leremo-di-san-viano la-sua-leggenda-) costruita dagli abitanti di Vagli di Sopra,tutto sotto l'occhio vigile delle autorità del Parco delle Apuane (nato nel 1985) attento alle regole paesaggistiche.Nel 1998 Campocatino balzò alla ribalta nazionale perchè scelto come location per fare le riprese del film "Il mio West" con attori del calibro di Leonardo Pieraccioni,Harvey Keitel, David Bowie e la prosperosa
La locandina del film 
Alessia Marcuzzi,sotto la regia di Giovanni Veronesi.Fu addirittura costruito per intero un villaggio del vecchio west con tanto di saloon,banca e ufficio dello sceriffo,vennero impiegate anche  molte comparse del luogo,un evento anche questo che contribui a far conoscere questo angolo d'Italia.Per concludere, questi 8 ettari di meraviglia dal 1990 sono diventati "Oasi Lipu", nel bosco si può osservare una moltitudine di uccelli:picchi,capinere,cinciallegre,ma l'emozione più grossa la riserva lei, la regina delle montagne:l'aquila reale che ogni tanto scende anche dalle cime più alte per godersi questo angolo di Paradiso.

Harvey Keitel,,Leonardo Pieraccioni e David Bowie sul set di Campocatino

venerdì 11 luglio 2014

Antichi modi di vivere: la transumanza in Garfagnana nei ricordi di chi l'ha vissuta...

Era un vero e proprio fenomeno sociale ancor prima che economico.In tutta Europa la transumanza per secoli interi ha visto famiglie intere che si spostavano da un punto all'altro del continente in determinati periodi dell'anno.In Italia
1940 greggi al pascolo nelle
vicinanze di San Pellegrino
le genti della penisola grazie alla dorsale appenninica hanno da sempre approfittato durante i mesi estivi degli sterminati pascoli che esaurendosi verso l'inizio d'autunno spingevano quei greggi immensi a tornare nelle pianure o sulle coste assicurando grazie al clima temperato pascoli sufficienti durante l'inverno. Anche la nostra Garfagnana non era esente da questo fenomeno.Il percorso di queste migrazioni si svolgeva sui cosiddetti tratturi (autostrade ante litteram per i pastori) che collegavano tutta la penisola italica tramite la dorsale appenninica che univa l'Abruzzo con il Lazio,  attraversando il Molise,arrivavano all'estremo nord Italia sull'altopiano di Asiago per poi giungere ai pascoli della Garfagnana, per spingersi fino ed oltre i territori del Granducato a sud dell'Arno.Questi che vado a raccontare oggi sono i ricordi di un ragazzo dell'epoca,Giulio Simonini (diventato poi giornalista e memoria storica della Garfagnana).Il tutto si svolge negli anni 50 quando il fenomeno andava esaurendosi ma la tradizione era ancora viva e pulsante.

"La transumanza dei miei tempi avveniva due volte l'anno e coinvolgeva tutta la penisola e così pure numerose famiglie garfagnine partecipavano al trasferimento delle greggi con estenuanti marce a piedi verso i monti d'estate, in pianura o verso il mare d'inverno.La transumanza estiva iniziava ai primi di giugno con i greggi che attraversavano i paesi della Media Valle del Serchio provenienti dalla Maremma e in parte della Versilia dove avevano svernato.Risalivano verso i colli ubertosi della Garfagnana,alle pendici delle Alpi Apuane e degli Appennini.Si udivano arrivare,dal suono ritmico dei campanacci appesi al collo in gruppi di 100-200 capi invadevano le vie, all'epoca ancora sterrate,sollevando nuvole di polvere.Ogni gregge era preceduto da uno dei due pastori,l'altro chiudeva il branco,seguito da cani ,i cosiddetti "toccatori" che fieri del loro compito
i famosi caselli di Campocatino
controllavano gli armenti.Brividi ed emozioni quando riuscivo a penetrare in bicicletta dentro i branchi,con centinaia di corna ondeggianti che mi sfioravano senza colpirmi .Al sopraggiungere di qualche rarissima auto i pastori emettevano il fischio di richiamo per il cane che entrava in azione che con abbai e lievi morsi alle pecore restringeva il gregge al margine della strada.Poteva accadere che nel tragitto le pecore figliassero e allora gli agnellini venivano messi dentro una bisaccia o sulle spalle con le madri che le seguivano belando.Il viaggio poteva durare anche una settimana  con soste in vari paesi  dove le bestie si nutrivano nei campi del demanio o anche in quelli privati i cui padroni venivano contraccambiati con del formaggio.Gli armenti raggiungevano l'alta Garfagnana per pascolare all'ombra del Monte Roggio, Orto di Donna,Monte Calace, Gorfigliano, Sillano,Alto Matanna e San Pellegrino.La notte dormivano all'aperto negli stazzi mentre i pastori riposavano nei caselli (dimore in pietra murati a secco) All'alba dopo la mungitura,la bestia veniva rimandata al pascolo. Intanto nei caselli i pastori procedevano alla lavorazione del latte da tramutare in formaggio o
transumanza
ricotta.Il primo sarebbe entrato in commercio dopo una breve stagionatura,la seconda raggiungeva le botteghe della valle .Una stagionatura più lunga veniva riservata al pecorino, prodotto d'elite, destinato ad un mercato ancora più ampio e redditizio.A settembre si effettuava la marcia di ritorno per raggiungere climi più dolci. durante il tragitto era facile che i pastori facessero tappa nei paesi fatti all'andata per scambiare di nuovo un saluto ed un arrivederci all'anno successivo."