mercoledì 22 febbraio 2017

Una millenaria storia: il contrabbando di sale in Garfagnana e le famigerate "vie del sale"

Cosa c'è di più banale, insignificante e tremendamente normale di un
Contrabbandieri pronti per partire
pugno di sale? Si, avete capito bene del semplice sale... Oggi lo troviamo da tutte le parti: dal grande centro commerciale, fino ad arrivare nella più modesta bottega sotto casa. Ma una volta non era così. Per lunghi secoli fu chiamato l'oro bianco e questo prodotto di Madre Natura segnava la fortuna di tutti gli stati che riuscivano a controllarne la produzione e il commercio. Naturalmente gli stati imponevano su questo primario bene tasse da capogiro, favorendo di fatto un imponente contrabbando. La Garfagnana fu tra le principali protagoniste di questo illecito traffico, nato in tempi medievali e terminato solamente con la fine della seconda guerra mondiale. Tutto si svolgeva lontano dalle strade principali e la circolazione avveniva sui molti percorsi montani che furono
 denominati "le vie del sale", battuti questi dai più coraggiosi contrabbandieri. Prima di approfondire l'argomento guardiamo perchè il sale era considerato un bene tanto prezioso.
In primis il sale era quell'elemento che rendeva appetibili tutti
Venditore di sale
quei cibi "arrangiati" di una cucina poverissima, ma sopratutto il sale era l'unico conservante disponibile, all'epoca naturalmente non esistevano frigoriferi o altri tipi di conservanti e grazie proprio al sale si potevano salvaguardare e immagazzinare scorte di cibo per lungo tempo, ad esempio ciò rese possibile alle navi di affrontare lunghi viaggi rendendo possibili floridi scambi commerciali. Da non tralasciare il fatto che poi nei lunghi inverni garfagnini dove il brutto tempo non permetteva le coltivazioni, le riserve di cibo sotto sale salvavano da sicura carestia e inoltre in un economia rurale e di pastorizia come quella garfagnina era l'elemento fondamentale per la lavorazione e la trasformazione del latte in formaggi. Questo minerale aveva poi virtù anche in medicina: era usato come disinfettante per ferite o addirittura come purgante. Insomma, per ben capirsi chi amministrava questo commercio aveva un potere immenso, poichè teneva in pugno la sopravvivenza di un popolo intero. Proprio per questi motivi che il sale diventò una delle merci più contrabbandate, pensiamo ai suoi enormi ricarichi dato che la sua filiera commerciale era infinita, bisognava pagare il
Una grida di Francesco IV duca
di Modena sulla diminuzione
del prezzo del sale
produttore, il sensale, i facchini, il trasporto (già quest'ultima voce faceva triplicare il prezzo)e "dulcis in fundo" le carissime tasse statali, ecco allora nascere le famigerate "vie del sale", bazzicate come detto dai più famosi contrabbandieri della valle. Queste vie partivano dal mare versiliese o ligure, valicavano le Apuane, giungevano in Garfagnana e continuavano su per gli Appennini fino ad arrivare ai margini della Pianura Padana. In Garfagnana con la definizione "vie del sale" non si indicava una strada precisa e ben definita (sarebbe stato fin troppo facile per le gendarmerie locali individuarle) ma bensì di una fitta rete di stradine e mulattiere più o meno nascoste che salivano e scendevano per le nostre montagne. Dove spesso i garfagnini e i versiliesi si incontravano per vendere e comprare sale era proprio in quegli insospettabili hospitali che servivano anche per rifocillare i pellegrini di passaggio, ma avevano pure la funzione di proteggere questo contrabbando, diventarono quindi un punto nevralgico di spaccio, a conferma di questo una delle principali "vie del sale" passava proprio per L'Isola Santa, ed era proprio li nel hospitale di San Jacopo che avveniva fuori dagli sguardi indiscreti il pagamento o lo scambio di merci fra contrabbandieri. Di lì, il contrabbandiere garfagnino proseguiva attraverso i sentieri e verso i paesi di Torrite, Careggine, Castelnuovo e Camporgiano.
Isola Santa centro di spaccio del sale
Un'altra strada alternativa partiva sempre da Torrite e raggiungeva i paesi di Sassi, Molazzana e Gallicano, importante era anche quella via che passava dalla Foce di Petrosciana e di li scendeva verso Fornovolasco e i paesi limitrofi, luogo di scambio e smistamento era l'hospitale di Santa Maria Maddalena, oggi volgarmente conosciuto come "la chiesaccia". La più famosa rimane però la Via Vandelli che aveva il compito di servire la zona dell'Alta Garfagnana, qui si registrò infatti un'efferato omicidio a causa proprio del sale (per il caso leggere http://paolomarzi.blogspot.it/il-caso-del-sandalo-rosso-html) e anche di qui poi si diramavano altre mulattiere che servivano i borghi vicini, fra le più percorse c'era la Piazza al Serchio -Gramolazzo che risaliva il torrente Acqua Bianca, arrivava a Nicciano, Castagnola ed Agliano, quest'ultimi affacciati proprio sul bellissimo lago di Gramolazzo. Trasportarlo poi non era affatto semplice, il sale è pesante e sui sentieri scoscesi delle montagne lo si spostava in sacchi piuttosto leggeri per non appesantire troppo i muli, i viaggi erano faticosi e in caso di pioggia bisognava immediatamente proteggere il carico. La dura vita del contrabbandiere non finiva qui, il Ducato di Modena in Garfagnana e in tutto il suo regno in genere incentivava a denunciare questi fuorilegge, anche in maniera segreta. Ma è appunto in quel preciso momento storico che la figura del contrabbandiere raggiunse un immagine leggendaria in tutta la valle, quest'uomo era colui che
la Via Vandelli percorso di
contrabbandieri di sale
sfidava le leggi dello Stato oppressore per favorire gli interessi della gente comune. Il contrabbando di sale era visto con grande favore dalla popolazione che non solo non denunciava i loro eroi ma li difendeva in tutte le maniere dagli "sbirri". Fu un vero problema questo per il Ducato, in Garfagnana ci fu una vera sollevazione a favore dei contrabbandieri, perdipiù i gendarmi non favorivano i buoni rapporti e spesso nei confronti della povera gente che difendeva i fuorilegge si lasciavano andare a non poche crudeltà. A dimostrazione di questa avversione per i tutori della legge ci sono dei documenti comprovanti che all'avvicinarsi degli "sbirri", in paese veniva suonata la campana a martello. In poco tempo i contadini che erano nei campi si radunavano nella piazza del borgo, armati di "bastoni, falci e forcon", difendendo i contrabbandieri o i paesani ricercati perchè in possesso di piccole quantità di sale. Quasi sempre accadeva che i gendarmi fuggissero a gambe levate, lasciando di fatto libero l'arrestato. Ci fu un caso ben documentato che racconta la non felice "visita" dei gendarmi. Ciò accadde nei pressi di Castelnuovo: 

“Arrivarono li soldati per esercitar il loro carico in virtu delli
"Gli sbirri" estensi
ordini, et mandati dai Provveditori al sale, capitasse in casa del suddetto Marco inquisito, al quale havendo trovato certa quantità di sale di contrabando volessero levarla, al che opponendosi Giovanni suddetto, tolse una stanga da carro con quella mortalmente percotendo uno di essi ministri, et li suddetti Pietro et Giacomo, dandosi l’uno, all’altro aiuto et favore cooperativo insieme con molti altri, che per hora si tacciono, ferissero anco li due altri uno pur mortalmente, et l’altro di percossa grave, et importante, ne contenti di questo Antonio suddetto instigato da Battista dasse campana a martello convocando molta gente e gridando dall'alto, ammazza,ammazza...". 

Tale ormai era diventata la sicurezza dei contrabbandieri che lo smercio di sale avveniva alla luce del sole. Nei paesi durante questa pubblica vendita accadeva quasi sempre che si formassero lunghissime file e nell'attesa del proprio turno capitavano addirittura delle memorabili risse. Tuttavia tutta questa convinzione d'impunità si manifestò in tutta la sua prepotenza il 20 maggio del 1720, quando Giacomo Giacomelli contrabbandiere d'eccellenza si presentò con i suoi muli carichi al mercato di Castelnuovo Garfagnana, vendendo pubblicamente sale "con aperto scandalo universale", la gente nonostante la meraviglia accorse in fretta e furia e in men che non si dica il sale finì e il Giacomelli se ne andò tranquillamente come era venuto. Naturalmente il malvivente non la passò liscia, l'onta subita dal governo locale proprio sotto le finestre di"casa" fu troppo grossa e fu così che subì una condanna in contumacia al bando perpetuo, in alternativa dieci anni di galera.Il Giacomelli non cascò mai nella rete della giustizia era un pesce troppo grosso, i contrabbandieri di lungo corso sfuggivano alla cattura perchè spesso erano armati e
Commissione per la tasse
 su sale e tabacco 1851
organizzati in bande, eccezion fatta per Pietro detto il Broccolo (o Bossolo) che andava pure lui impunemente a vender sale con il suo cavallo, fu catturato e condannato a remare per diciotto mesi. Rimaneva però il fatto che quando "gli sbirri" stavano per molto tempo senza catturare nessun presunto manigoldo si rifacevano allora sui miserabili, su coloro che facevano questi traffici per sbarcare il lunario, capitava però qualche volta che il giudice comprendesse la situazione. Fu il caso di Francesco da Pieve Fosciana che aveva in casa circa venti chili di sale, questa quantità fu ritenuta adatta all'uso personale e familiare, fu "mandato liberatamente assolto". 

Lo spaccio di sale in tutta la Garfagnana durò fra alti e bassi quasi mille anni, fu un fenomeno veramente esteso che si ripresentò e terminò una volta per tutte con la fine della seconda guerra mondiale. Testimonianze del 1944 ancora oggi ci parlano di contrabbando di sale in maniera diversa di quello che fu per tanti secoli addietro. Anche durante la guerra la carenza di sale in tutta la valle si fece sentire e allora ci pensavano le donne della Versilia a favorire questo commercio a prezzo di un lungo e faticoso
Donne nella produzione di sale in Versilia,
 (foto Sentieri della memoria.comune di Massa)
lavoro. Carrette spinte a mano si recavano sulla spiaggia e riempivano di acqua marina ogni tipo di contenitore, preferibilmente damigiane per il vino o fusti rivestititi di zinco. La produzione si realizzava in luoghi appartati, in stalle dismesse, in posti comunque non visibili ai tedeschi o ai fascisti. La legna veniva recuperata nelle pinete, si accendevano così grandi fuochi e dentro questi recipienti l'acqua veniva messa al fuoco, una volta portata ad ebollizione e alla conseguente vaporizzazione non rimaneva altro che sale. Per rendere un po' l'idea della cosa si può dire che da ogni damigiana d'acqua si poteva ricavare ben due chili di sale. Una volta imballato invece, erano sopratutto gli uomini che si preoccupavano di salire in montagna per venderlo, usando ancora i vecchi e ultra secolari sentieri di una volta, dirigendosi così
(foto Sentieri della memoria comune di Massa)
verso la Garfagnana e dato che soldi ne circolavano pochi, talora il sale veniva scambiato con farina, patate e castagne. I viaggi su e giù per le montagne in quel periodo non si fermarono mai, si facevano sia d'estate che d'inverno, con la neve e il gelo e con ai piedi solamente zoccoli di legno.

E allora pensandoci bene, quanta storia c'è dietro un semplice:
 -Scusa, mi potresti passare il sale?-



Bibliografia:

  • Archivio di Stato di Modena
  • "Il cammino del Volto Santo. Dalla Lunigiana, attraverso la Garfagnana, fino a Lucca", "Sentieri e vie di contrabbando:il sale" di Normanna Albertini
  • "I sentieri della memoria", La Via del Sale

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