Barga, il duomo e le Apuane |
il suon dell'ore vien col vento
dal mio non veduto borgo montano
suono che uguale, che blando cade
come una voce che persuade".
Così si apre una delle poesie più belle di Giovanni Pascoli: "L'ora di Barga". In lontananza le campane del duomo di Barga sorprendono il poeta nel suo "cantuccio" di Castelvecchio. Quel suono gli pare una voce soave che scende dal cielo e ciò gli rammenta l'inesorabile trascorrere del tempo e meditando ragiona sul fatto che il tempo è passato e continuerà a passare fino ad arrivare alla morte...
Proprio così, le campane oltre che segnare lo scorrere del tempo scandivano la vita dei paesi garfagnini. Si, perchè è bene essere chiari da subito, le campane "parlano". Da sempre nelle nostre comunità ritmavano il passare del tempo e avvolgevano nel vero senso della parola la vita di un paese. Ogni borgo garfagnino, dal più grande al più piccolo aveva (e ha) il suo campanile e di conseguenza la sua campana che fornisce (o meglio forniva)un vero linguaggio di comunicazione a distanza capace di essere interpretato da tutti. Questa "lingua" aveva il potere di chiamare a raccolta un intero paese a qualsiasi ora e il diverso ritmo e suono annunciava gioie, dolori, morte e minacce imminenti, insomma, scandiva l'esistenza della gente. Adesso è proprio il caso di dire è tutt'altra musica, la modernità le ha portate ad essere vituperate e talvolta
Campanile e chiesa di San Jacopo, Gallicano (foto Daniele Saisi blog) |
Il momento dell' Ave Maria i lavori nei campi si sospendono e si prega |
la traccola |
Con tutto ciò le scampanate non si limitavano ad usi esclusivamente religiosi, suonavano anche per scopi "civili". Quando rintoccavano a "martello" c'era un pericolo incombente dovuto a calamità, incendio o crollo. Il cosiddetto suono a "martello" deriva dal fatto che la campana doveva emettere rintocchi rapidi, secchi e a brevi intervalli, queste battute richiamavano tutti gli uomini validi del paese a lasciare le case o il lavoro nei campi per raggiungere la piazza principale, di li si sarebbero adoperati per prestare i soccorsi, le campane avrebbero cessato di suonare a scampato pericolo. Un'altra scampanata particolare (oggi anche questa non più in uso) era detta la "malacqua". Si diceva che questa particolare cadenza avesse il potere di allontanare tempeste, fulmini e grandine che sicuramente avrebbero rovinato i raccolti. Come riferisce Pellegrino Paolucci(storico garfagnino del 1600) fra le più prodigiose in tal senso c'era la campana di Gragnana (comune di Piazza al Serchio) risalente al 1257: "il di lei suono è prodigioso nel rompere e nello scacciare le tempeste imminenti". Nelle vecchie campane in realtà non è difficile nemmeno trovare preghiere o formule latine incise contro le burrasche:"a fulgure et tempestate libera nos Domine" (liberaci Signore dalla folgore e
l'incisione dice
"liberaci dalla tempesta e dai fulmini"
|
Ad ogni buon conto una menzione particolare fra tutte queste la
Rocca Ariostesca |
La campana del consiglio della Rocca (foto pro loco Castelnuovo) |
Oggi in Garfagnana l'uso delle campane è limitato ed è un dispiacere che un'usanza vecchia di secoli possa cadere così facilmente nell'oblio. E' così bello quando le campane dei nostri campanili suonano a distesa, il paese cambia aspetto, torna a vivere perchè il suono delle campane è vita, è un tutt'uno con la storia della comunità e i suoi abitanti.
Bibliografia:
- Pellegrino Paolucci "La Garfagnana Illustrata all'altezza serenissina Rinaldo I d' Este" anno 1720
- "Il suono delle campane" di Vannetto Vannini
- "Quel suono delle campane" Padre Enzo Bianchi
- "La campana visibile nella piazzetta" il Tirreno 20 dicembre 2015 di Luca Dini
- Documentazione varia in mio possesso e testimonianze a me riferite e trascritte
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