, Filippo Pacchione, Battistino e Bernardello da Magnano, nonchè Bastiano Coiaio. Questo elenco di persone non si riferisce certo a dei pii uomini di qualche ordine francescano, tutt'altro, erano fra i più spietati briganti che la Garfagnana abbia mai conosciuto. A guardare oggi la nostra valle e a coloro che la abitano è difficile pensare che la Garfagnana sia stata secoli fa terra di briganti. La pacifica gente che ora vi dimora sono i discendenti dei sopra citati manigoldi, che niente avevano da invidiare agli attuali seguaci delle associazioni a delinquere che sono in Italia. Eppure era così, così come è vero ed è giusto dire che l'apice di questo fenomeno fu toccato ben 500 anni or sono. Semmai vi fossero ancora dubbi su quanto la Garfagnana fosse una regione ostile ed al quanto difficile da gestire, possiamo citare la testimonianza di Guido Postumo, governatore della Garfagnana nel 1512. La lettera fu inviata al cardinale Ippolito d'Este: "Quella Vostra Signoria mi mandò qua per le occurrentie de questa provincia, la quale ho gubernato cum sincera fede et non ho manchà in cosa
alcuna, in modo che, o per la fatica o per altro, mi sono infirmato di una febra continua, trista, che non me movo da lecto, che invero non sono più bono per lo paese per la infermità mia, e più presto sono per nocere per la fama ch'io sia malato; et perché etiam io vado di male in pezo, et certo in pochi dì, per li gran fastidi ch'io ho da questi homini inobedienti, e per lo mal grande io ho, gie lasserò la vita, se Vostra Signoria non mi remove da qua". Il governatore è malato e la causa della sua malattia sono "questi homini inobedienti" e se qualora non venisse rimossò da queste terre "gie lasserò la vita". Ma perchè eravamo così tremendi e terribili? Quali furono le cause che ci portarono a diventare dei briganti crudeli e spietati? Analizziamo allora dove ebbe origine il male.
Il brigantaggio garfagnino affonda le sue radici nella povertà e nella miseria più nera. All'inizio ci fu una forte complicità fra il misero e il signore locale, un'intensa connivenza che con il
Connivenze fra briganti e signori locali |
La reggia estense di Ferrara |
La fortezza delle Verrucole che i briganti difesero per conto degli Estensi |
Il Sillico il paese del Moro |
Ludovico Ariosto |
Banda di briganti |
era altresì guidata dai Ponticelli e dai Sandonnini. Per ben capire, entrambi le parti agivano su diversi livelli, da quello puramente criminale a quello istituzionale, dove cercavano di ricoprire il più possibile cariche pubbliche attraverso una miscela di consenso e minacce. Di fronte ad un quadro generale così disperato non rimaneva che un'unica soluzione, repressione totale e così l'Ariosto scriveva: " Metter le mani addosso a' loro padri, fratelli e parenti, e non li lasciare che non diano sicurtà che non torneranno li malfattori nel paese. A quelli che non hanno padre, saccheggiare le case, e poi arderle e spianare, tagliar le viti e gli arbori (n.d.r.: alberi)e distruggerli loro luoghi, ch'ogni modo non si potria trovar chi li comprasse. Poi saria bene battere per terra tutti li campanili, o vero aprirli, di sorte che potessino dar ricorso alli delinquenti et similiter le rocche che vostra eccellenza non vuol far guardare". Certo, il duca nascondeva questi malfattori nelle proprie fortezze e come fare allora se oltre a questo al povero governatore venivano negati anche i soldati per attuare questo drastico piano?: "Io non cesso di pensare e di fantasticare come senza spesa del Signore Nostro io possi accrescere le mie forze, per fare che almeno questi ribaldi abbian paura di
Fanti rinascimentali |
La Rocca a Castelnuovo dove abitava l'Ariosto |
Francesco Saverio Sipari (politico, poeta e scrittore del XIX secolo) parlando del brigantaggio in generale ebbe a dire che tale fenomeno si sarebbe esaurito con la rottura dell'isolamento delle regioni dimenticate, che in buona parte era dovuto dall'assenza di una rete infrastrutturale adeguata, di strade, di ferrovie e sopratutto d'istruzione. Così fu per la Garfagnana, man mano che i secoli passavano la valle cominciò ad aprirsi al mondo e più si apriva e più i briganti sparivano. Così il libro vinse per sempre sullo schioppo...
Bibliografia
- Dalla corte alla selva e ritorno: Ariosto in Garfagnana La Garfagnana: relazioni e conflitti nei secoli con gli Stati e i territori confinanti. Atti del Convegno tenuto a Castelnuovo di Garfagnana, Rocca Ariostesca, 9 e 10 settembre 2017, a cura di G. Bertuzzi, Modena, Aedes Muratoriana, 2018
Bella Immagine, bel Commento...storico-culturale..., Ma Ti Assicuro, che in Alta Garfagnana, ai confini del Ducato con le Terre dei Luni, della bella Lunigiana, esiste ancora una Stirpe dei Briganti,,, hanno cambiato sembianze e metodo, hanno messo giacca e cravatta, e stanno negli Uffici Comunali, anzichè nei vecchi Borghi, ma hanno conservato molto intatto, il DNA dei Briganti. Ora sono colti, studiati, diplomati, laureati, persone per bene, usano le carte bollate, le delibere e le ordinanze, invece dei fucili a canne mozze, ma ancora persiste forte lo spirito indomito, battagliero e profittatore di Allora... Provare per Credere..!!! ( Vice,*)
RispondiEliminaBella analisi storica che fa finalmente giustizia e pulizia di tante inesattezze storiche, troppo superficialmente e impropriamente divulgate.
RispondiEliminaGrazie !!!
RispondiElimina