Porto Ercole, Favignana, Ponza, Elba, Lipari, Pantelleria. Località
italiane stupende, di vacanza, di mare, divertimento e gioia. Oggi però! Durante gli anni del regime fascista furono luoghi di dolore e sofferenza. Furono infatti dei luoghi cosiddetti di "confino". Ma cos'era il confino? Con questa parola si definiva una misura di prevenzione prevista dall'ordinamento giuridico italiano durante il Regno d'Italia. Questa misura fu già introdotta in Italia fin dai primi anni della sua Unità. La legge Pica del 1863 la definiva "domicilio coatto". Successive modifiche (testo unico delle leggi di pubblica sicurezza del 6 novembre 1926 n° 1848) la cambiarono profondamente trasformandola in "confino di polizia". Dopo la nascita della Repubblica tale legge fu dichiarata incostituzionale, introducendo però una misura simile: il "soggiorno obbligato". Naturalmente ognuna di queste modifiche di legge aveva le sue grandi differenze e se ai tempi del regime colpiva soprattutto dissidenti politici, oggi va a punire le associazioni mafiose e i soggetti pericolosi per l'ordine pubblico e la sicurezza. Il "massimo splendore" di questa misura di prevenzione fu proprio durante il ventennio fascista, essa infatti mirava a inviare in soggiorno forzato in svariate località italiane tutte quelle persone ritenute socialmente pericolose. In questo caso il confino di epoca fascista si divideva in due tipologie: il confino comune, che colpiva omosessuali, prostitute e tutti quelli che erano nemici della morale pubblica. Esisteva poi il confino politico cheperseguitava tutti coloro che erano avversi e contrari al fascismo, fra questi "confinati" ricordiamo l'ex Presidente della Repubblica Pertini, Antonio Gramsci(fondatore del Partito Comunista Italiano)e gli scrittori Curzio Malaparte e Carlo Levi. Fattostà che la vita per questi malcapitati era tutt'altro che facile, seppur in libertà, nella maggior parte dei casi tutte queste persone venivano isolati dalla vita sociale, privati del loro lavoro, allontanati dalla famiglia e mandati nei posti più sperduti e isolati d'Italia. Si, perchè oltre ai ridenti e solatii luoghi sopra elencati esistevano posti ben più isolati che un isola e fra questi c'era anche la nostra Garfagnana. Pochi sanno che la valle in quel tremendo periodo e anche in tempi recentissimi è stata prima località per confinati politici e poi dopo soggiorno obbligato per esponenti mafiosi... Ma andiamo per gradi e cominciamo allora a raccontare questa storia. La Garfagnana, così come altri luoghi selezionati sulla terraferma secondo il pensiero del M.V.S.N (Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale), era l'ideale per mandare al confino persone socialmente pericolose, era difatti un luogo "isolato", lontano dai confini di stato, lontano dalle principali strade di
La Milizia Volontaria |
Una famiglia ebrea di Castelnuovo |
Bibliografia
- "La criminalità organizzata in Toscana. Storia, caratteristiche ed evoluzione" di Enzo Ciconte, dicembre 2009, Centro Stampa Giunta Regione Toscana
- "La Garfagnana tra brigate rosse e gruppi neofascisti durante gli anni di piombo" di Andrea Giannasi da "Il Giornale della Garfagnana" 2 febbraio 2017
- "Andare per luoghi di confino" di Anna Foa, editore "Il Mulino" anno 2018
- "Il confino: come si mettevano fuori gioco gli oppositori" best5.it
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