figuriamoci se in questi cambiamenti epocali non rientrava l'albero di Natale. Finto, vero, monocolore, futuristico, minimale, oramai le versioni di un albero natalizio sono molteplici. Nel suo allestimento ci si sono perfino cimentati rinomati artisti, spacciando queste creazioni come vere e proprie opere d'arte. Non parliamo poi dei suoi addobbi, siamo passati dalle caramelle colorate, alle palline di ogni foggia e tipo, per arrivare a futuristiche installazioni a led. Insomma, volendo ce nè per tutti i gusti, c'è addirittura chi lo addobba già a fine novembre, impaziente di assaggiare il clima natalizio, non manca nemmeno chi lo tiene in soggiorno fino a primavera, aspettando che possa miracolosamente "spacchettarsi" da solo. Fattostà, bando a quello che ognuno pensi sul suo uso e sul suo addobbo, l'albero di Natale rimane una vera e propria tradizione e con la sua storia e la sua simbologia è diventato parte integrante della nostra cultura. Naturalmente prima di arrivare in Garfagnana l'albero di Natale ne ha fatta di strada, tant'è che le sue radici affondano nella notte dei tempi in culture puramente pagane e precisamente furono i celti i primi che attribuirono un significato profondo a quell'abete. I druidi, gli antichi sacerdoti di quellepopolazioni, lo consideravano un simbolo di lunga vita, proprio perchè era una pianta sempreverde, ed era con l'avvicinarsi dell'inverno che questo albero veniva addobbato con nastri, fiaccole e animaletti votivi, il tutto per propiziarsi il favore degli spiriti. Non solo i celti però, anche altre popolazioni del nord Europa si appropriarono di questo rituale, dato che furono i Vichinghi a seguire "il culto dell'abete rosso", pianta capace di esprimere poteri magici, infatti questi alberi venivano tagliati, portati a casa e decorati con frutti, ricordando in questo modo la fertilità che la prossima primavera avrebbe ridato a loro. Naturalmente l'avvento del Cristianesimo, così come fece per altre tradizioni pagane, decise che anche questa usanza andava "convertita" e fu così che l'uso di tale albero si affermò anche in molti altri luoghi. Bisognava però dargli un significato di fede e quindi era doveroso trovare un nesso (piuttosto) logico con la religione. Studia che ti ristudia il legame fu trovato nella scena biblica dell'Eden: nella notte in cui si celebra la nascita di Cristo, l'albero posto al centro del giardino dell'Eden diventava anche l'albero intorno al quale l'umanità ritroverà il perdono. Nei secoli a seguire la Chiesa, non proprio convintissima da tale motivazione, cercò di perfezionare il tiro e proprio in quell'abete, così come molto tempo prima i Celti, trovò la pianta principe per celebrare il Santo Natale, la sua formatriangolare ricordava infatti la Santa Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. La spiegazione fu azzeccata e in men che non si dica la tradizione natalizia dell'albero decorato cominciò a prendere piede soprattutto nei Paesi dell'Europa del nord. Il primo albero natalizio di cui si ha menzione fu quello di Tallin, in Estonia, correva l'anno 1441. Di li l'usanza fu poi ripresa in Germania e precisamente a Brema, era il 1570. Insomma, questa consuetudine si sparse a macchia d'olio e in breve tempo arrivò in tutte le altre nazioni del mondo. E In Italia quando giunse? Bhè, in Italia eravamo molto più dediti al presepe, già nel 1223 esisteva questa usanza e fu San Francesco il primo ad introdurla. L'albero di Natale da noi era ritenuto quasi una sciccheria, una cosa che non ci apparteneva, lontana dai nostri modi di fare e pensare. La situazione cambiò nel 1898 quando la Regina Margherita di Savoia di ritorno da
La Regina Margherita di Savoia |
Bibliografia
- "Stasera venite a vejo Terè" Le veglie della Garfagnana. Gruppo vegliatori di Gallicano. Banca dell'identità e della memoria
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