Pietro Leopoldo l'illuminato Granduca che abolì la pena di morte |
organizzata (il brigantaggio), le autorità risposero senza se e senza ma con una violenza altrettanto feroce, violenza riconosciuta non solo dallo stato che la perpetrava ma bensì anche dalla chiesa. La condanna a morte che la chiesa riteneva "lecita" era tramite impiccagione perchè si credeva per antico retaggio culturale che l'anima rimanesse imprigionata nel corpo qualora non vi fosse stato nel reo spargimento di sangue o di fiato. La giustizia umana passava avanti così anche alla giustizia Divina che se ne lavava le mani e i piedi precludendo di fatto la possibilità di una redenzione eterna al condannato.Questo ulteriore oltraggio riservato all'anima era serbato a delle categorie specifiche come ai colpevoli di tradimento (il traditore per eccellenza infatti per la chiesa è Giuda che morì pure lui impiccato),alle persone più umili, quelli che praticamente non avevano un blasone da macchiare,ai nobili e ai potenti infatti il trattamento era diverso, a loro era riservata la decapitazione.Solo nel tardo 700 la Garfagnana ,o meglio gli Estensi equipararono il "modo mori" (in latino: il modo di morire), la Francia con la sua rivoluzione aveva fatto proseliti, venti di eguaglianza soffiavano nella valle, la ghigliottina ( o il taglio della testa con
Esecuzione a morte per ghigliottina |
Così morì Giovanni Turriani:il boia gli saliva sulle spalle e il "tirapiedi" lo tirava per le gambe |
"A di 23 marzo 1784 fu impiccato e squartato Giovan Turriani della Pieve Fosciana, sulla jara del fiume verso Santa Lucia, e la sua testa fu posta sopra una colonna fabbricata di nuovo fuori della porta di detta Pieve Fosciana sulla strada maestra per andare a Campori, ed il suo delitto fu d'aver dato il veleno alla sua suocera, e sua sorella e figli della medesima, per il che morì detta sua sorella e suocera, ed egli morì rassegnatissimo".
La certificazione originale di morte di Giovanni Turriani (da Bargarchivio) |
Che tempi ! Che spargimenti di sangue! Su tutto questo la figura del boia la faceva da padrone, "maestro di morte" era la definizione esatta di questo mestiere nel 1800. Ci voleva un bel coraggio e un pelo sullo stomaco non indifferente fare il lavoro del boia e due fratelli furono gli ultimi boia ad operare con un permesso in Garfagnana. Questa professione non lo poteva fare chiunque ed esisteva il boia di stato che eseguiva condanne a morte in tutto il regno. Gli ultimi boia estensi furono appunto Pietro e Giuseppe Pantoni figli d'arte, dato che il padre Antonio fu boia nello Stato Pontificio.Per mano loro perirono anche alcuni organizzatori delle sommosse risorgimentali a Pieve Fosciana del 1831, su tutti Ciro Menotti (per quei fatti leggi:http://paolomarzi.blogspot.it/pieve-fosciana-la-rivolta-del.html). Divennero con il tempo famosi in tutta Italia,i loro servigi erano richiesti a pagamento in ogni dove.Un fratello (Pietro) si trasferì ben presto a Torino dove prese impiego in pianta stabile presso la corte piemontese, mentre Giuseppe rimase a Reggio Emilia e una volta fu chiamato occasionalmente perfino a Lucca in sostituzione del boia titolare Tommaso Jona (andato in pensione) per eseguire la condanna a morte per decapitazione di cinque delinquenti.I fratelli Pantoni divennero talmente noti che il loro nome era entrato nel parlare comune, specialmente quando qualcuno commetteva qualche colpevole
Il boia |
"Ora sono a riposo, la mia ultima esecuzione risale al 1864 ed in tutto il regno d'Italia si parla ormai di abolire la pena di morte, tutto sommato una gran cosa, ma agli occhi di tutti io ormai son segnato come portatore di sventura e morte, boia e carnefice, ma io sono solo Ministro di Giustizia. In nome di Dio e del Re!"
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