Re Federico il Grande controlla la coltivazione della patata dipinto di Robert Muller |
della sua presenza, quando nel 1536 gli uomini di Gonzalo Jimenez de Quesada aprirono un varco nella foresta della Valle Magdalena ed irruppero nell'attuale villaggio di Sorocotà; gli indigeni, poveri sventurati, scapparono a gambe levate mentre i conquistadores saccheggiavano le loro capanne. In una di queste capanne trovarono del cibo: fagioli, mais e una sorta di "tartufo". Nel suo resoconto Juan de Castellanos lo descrisse dettagliatamente: "piante con scarsi fiori viola opaco e radici farinose di sapore gradevole...". Fattostà, che nel tardo cinquecento lo strano tubero fece il suo ingresso in Europa. Il suo arrivo non fu accolto con manifestazioni di giubilo e tripudio, anzi, il suo esordio nelle tavole della gente non fu del tutto facile, tant'è che questo alimento non fu preso come fonte di nutrimento umano e fu relegato a cibo per animali da fattoria. La povera patata con il tempo fu quindi accusata di ogni nefandezza inimmaginabile, si arrivò a dire che era una delle cause della diffusione della lebbra, d'altronde che alimento può essere quello che il suo frutto nasce sotto terra? Addirittura nell'Enciclopedye del 1765 si asserisce che si tratta di "cibo flatulento"... A decretare il suo quasi "de profundis" ci furono poi dei casi d'intossicazione, infatti qualche scellerato mangiava non il prelibato tubero, ma bensì le foglie e i suoi frutti velenosi. La decisione dei governanti di costringere a mangiare tale
Van Gogh "I mangiatori di patate" |
Parmentier con il fiore di patata in mano |
Metello |
Fiori e foglie velenose della patata |
Ma il tempo come si sa è galantuomo e finalmente anche in Garfagnana ci si rese conto della bontà del prodotto. Oggi la patata è uno dei nostri prodotti d'eccellenza, la patata rossa di Sulcina è di una
Il pane di patate della Garfagnana |
In definitiva, come abbiamo letto, mai nessun alimento al mondo come la patata ha dovuto penare così strenuamente per affermarsi sulle nostre tavole. La sua definitiva consacrazione gli fu data perciò dal premio Nobel per la letteratura Knut Hamsun quando nel suo libro "I frutti della Terra" così la descrisse: "La patata è un vegetale senza paragoni, che resiste alla siccità come all'umidità e cresce ugualmente; che sfida le intemperie e ripaga al decuplo le poche cure che l'uomo le concede. La patata non ha il sangue dell'uva, ma possiede la carne della castagna; si può cuocere
sotto la cenere, o nell'acqua bollente, o friggerla. Chi ha la patata può fare a meno del pane. Non occorre aggiungervi molto, ed ecco preparato un pasto; la si mangia con una tazza di latte, con un'aringa: è sufficiente. Il ricco la mangia con il burro; il povero si accontenta di condirla con un pizzico di sale".
Bibliografia:
- "Italiani mangiapatate. Fortuna e sfortuna della patata nel Belpaese" di Davide Gentilcore . Il Mulino 2013
- Studi interdisciplinari su varietà di patate di Stefano Martino e Arturo Alvino , maggio 2010, Lulu edizioni
Grazie Paolo, come sempre preciso e con narrativa affascinante.. Un saluto dall'Oregon, Carlo Ilio Mannocci
RispondiEliminaGrazie a te Carlo per i complimenti. Un caro saluto ed un grande abbraccio
RispondiElimina