mercoledì 24 febbraio 2021

I rifugi di montagna delle Apuane. La loro storia...

Già di per se la parola rifugio contiene una miriade di significati, anche la sua stessa etimologia ci dà il pieno significato del
vocabolo stesso. Questo sostantivo, infatti, trae origine dal vocabolo latino "refugium", cioè rifuggire, nel senso di cercare aiuto. Anche gli stessi sinonimi chiariscono inequivocabilmente il concetto della parola: difesa, protezione, ricovero, asilo, nascondiglio, riparo. Insomma, in tutti questi termini si racchiude l'essenza di quello che rappresenta un vero e proprio rifugio di montagna. Nelle nostre Apuane ne troviamo diversi di questi rifugi che nel corso degli anni hanno dato riparo e conforto a tutti gli amanti della montagna. Pensiamo a cosa sarebbe la montagna senza questi ricoveri, la montagna è un luogo meraviglioso quanto difficile da affrontare, sia d'inverno che d'estate e quella costruzione nel bel mezzo del monte è lì per dare assistenza, cibo e un letto a chiunque voglia o a chi ne abbia bisogno. Ecco allora che questo articolo nasce per rendere omaggio a questi luoghi e a quelle persone che li prestano o hanno prestato servizio, un omaggio di poca cosa, me ne rendo conto, però raccontare la storia dei rifugi apuani è un atto di onore a tutte quelle persone che li vi hanno duramente lavorato. Prima però di andare nel particolare mi pare fondamentale chiarire la genesi di tutti quei rifugi di montagna sparsi in Italia. L'origine del rifugio di  montagna va fatta risalire al 1785 con la Capanna Vincent, costruita sul versante meridionale del Monte Rosa,
Capanna Vincent
usata come punto d'appoggio per lo sfruttamento delle vicine miniere d'oro, infatti il rifugio montano come noi oggi lo concepiamo era ancora cosa ben lontana dai pensieri della gente. La maggior parte dei rifugi presenti sul nostro territorio sono nati a cavallo fra il 1800 e il 1900, costruiti non per dare ricovero agli appassionati della montagna, ma bensì per molti altri motivi. Dapprima sorsero come avamposti commerciali sia legali che illegali (contrabbando), poi in periodo di guerre sorsero per venire usati come presidi militari. Fino a quel periodo non vi era difatti nessun interesse alpinistico per costruire eventuali ripari, coloro che frequentavano la montagna erano pastori, cacciatori ed agricoltori che si arrangiavano in qualche modo, creando rifugi di fortuna. Nel corso del XIX secolo però la situazione cambiò, la montagna non era vista come qualcosa di pauroso ed inaffrontabile, ma come un nuovo mondo da scoprire e con cui misurarsi. Ecco allora sorgere i rifugi come noi oggi li intendiamo. Con gli anni questi ricoveri hanno raggiunto un numero enorme, oggi quelli gestiti dal Club Alpino Italiano sono quasi 750, infatti ne esistono una variegata gamma, si va dal rifugio che ha una determinata categoria (categoria data in base alla raggiungibilità), fino ad arrivare al cosiddetto bivacco. Di questi bivacchi ne esistono anche sulle Apuane, e se da una parte abbiamo un rifugio che offre del cibo e un letto sotto la conduzione di un gestore, dall'altra abbiamo un bivacco che non è altro che una struttura molto semplice, incustodita, ad uso degli alpinisti per riparo e semplice pernottamento. A proposito di bivacco... Fu nel lontano 1902 che la sezione ligure del C.A.I costruì l'attuale Bivacco Aronte, lì, ai
bivacco Aronte
 piedi del monte Cavallo sorse il primo rifugio apuano. Fu inaugurato il 18 maggio di quell'anno e gli fu dato il nome del più potente indovino della Roma antica. Aronte fu un personaggio realmente esistito, era nato a Luni (La Spezia) e viveva in ascesi nella grotta dei Fantascritti. A Roma era considerato colui che:
"qui sapientem genuit testimonium centuriae et constituens ad historiam uniuscuiusque hominis" ovvero "un uomo saggio che testimoniava nei secoli il nascere e tramontare di ogni vicenda umana", ma lui, nonostante fosse ricoperto di tutti gli onori volle ritornare sulle sue Alpi Apuane e lasciare la gloria agli altri. Oggi il bivacco è in uso alla sezione C.A.I di Massa ed è quello che è situato più in alto di tutti(1643 m). Il 24 agosto 1924 invece, fu l'anno che vide la luce il Rifugio la Pania (così inizialmente chiamato). La neonata sezione C.A.I di Lucca (1923)con molti sacrifici economici volle dare un vero e proprio riparo a tutti coloro che avevano intenzione di affrontare le irte pareti della Pania della Croce, della Pania Secca e del Pizzo delle Saette. Di lì a pochi anni il rifugio cambiò nome e divenne Rifugio Rossi alla Pania. Enrico Rossi era un giovane
rifugio Rossi inaugurazione
 alpinista morto in un tragico incidente stradale. La Val Serenaia invece è quella valle posta sotto l'ombra del Pisanino e in quel luogo esiste la più alta concentrazione di rifugi garfagnini, ce ne sono ben tre e un bivacco. La storia di questi ripari è tutta legata alla vita dei cavatori di marmo. Quello situato nella parte più alta della valle è il Rifugio Orto di Donna, posto a 1496 metri d'altezza, proprio sotto il Passo delle Pecore. Inaugurato il 29 giugno del 2005 fu ristrutturato su quello che era l'edificio di Cava 27, una costruzione era dedicata al servizio delle cave li vicine. L'opera fu realizzata dal Comune di Minucciano e dal Parco Apuane con i finanziamenti dell'Unione Europea. Storia più antica è quella del Rifugio Donegani. La struttura fu costruita nel 1960 dalla società Montecatini, nata come mensa per i cavatori, con il tempo la sua 
vecchia foto
rifugio Ronegani
originale destinazione perse d'importanza e fu così che l'ingegner Guido Donegani la trasformò in rifugio di montagna, lasciando la gestione al C.A.I di Lucca. Guido Donegani fu difatti amministratore delegato e poi presidente della Montecatini, nonchè senatore del Regno d'Italia, ma soprattutto fu un grande appassionato di montagna. Nel fondo della valle troviamo invece il Rifugio che prende nome dalla valle che lo ospita: il rifugio Val Serenaia. Questo costruzione è privata ed era la vecchia casa dei guardiani delle cave, fu ristrutturata nei primi anni duemila. Sempre nel comune di Minucciano c'è anche il bivacco K2. Il bivacco sorge sulle pendici del Monte Contrario a 1500 metri di quota, costruito nel 1968
bivacco k2
 dall'associazione di promozione sociale "K2 club" per iniziativa del suo presidente Vico Perutelli, appassionato frequentatore e valente fotografo delle Alpi Apuane. Nel 1988 l'associazione donò la struttura al C.A.I di Carrara in occasione dei cento anni della sua fondazione, alla ricorrenza partecipò Ubaldo Rey uno degli alpinisti della spedizione che nel 1954 conquistò il K2, ed in onore del quale fu intitolato il bivacco. Altra storia quella del rifugio Del Freo-Pietrapana di Mosceta. Le sue vicende risalgono al 1937 quando il presidente del C.A.I di Viareggio di quel tempo iniziò a pensare alla costruzione di un rifugio nella bella Foce di Mosceta, ai piedi della
rifugio Del Feo
Pania. Il progetto prese forma alcuni anni dopo. Era il 1948 quando il nuovo presidente Giuseppe del Freo pensò alla realizzazione di "un rifugio alberghetto per farne una stazione climatica invernale con tanto di campetto di sci per principianti" . Il costo di tale impresa fu di 975.000 lire. I lavori cominciarono nel 1949 e il 1950 fu l'anno dell'inaugurazione. L'edificio comprende una cucina, un dormitorio per gli uomini e uno per le donne. Come abbiamo letto questi rifugi non avrebbero avuto vita se oltre alla buona volontà di realizzazione qualcuno non avesse lavorato concretamente. A dimostrazione di ciò è la storia del rifugio Nello Conti. I lavori della sua costruzione cominciarono nel 1987 in una unione di forze fra i soci del C.A.I di Massa e gli abitanti dei paesi vicini:
rifugio Conti
Resceto, Forno, Casette. Il punto in cui costruirlo fu trovato sopra le mura di vecchie case di pastori che li, in località Campaniletti (lungo la via Vandelli, ai piedi della Tambura) portavano i loro greggi al pascolo. La fatica degli uomini e delle donne nella realizzazione del rifugio non fu poca cosa, i materiali venivano trasportati dal paese di Resceto passando per le vecchie strade dei cavatori che usavano come vie di lizza per avvicinarsi alle cave. Comunque sia i lavori durarono cinque anni e nel 1992 il rifugio fu inaugurato e dedicato alla guida alpina di Resceto Nello Conti. Altra storia quella del rifugio Forte dei Marmi, forse le sue vicende sono le più singolari fin qui raccontate, dato che la sua
rifugio Forte dei Marmi
nascita fu legata alla vendita di un libro. Questa pubblicazione 
s'intitolava: "Le Apuane da Forte dei Marmi", fu data alle stampe proprio per il 25° anniversario della fondazione del C.A.I di Forte dei Marmi. Il libro ebbe un notevole successo di pubblico e di critica, tant'è che fu premiato dal Ministero del Turismo. Il ricavato fu notevole e fu deciso quindi di devolverlo per la costruzione di un rifugio sulle Apuane versiliesi. Si decise così, nel lontano 1963, di comprare casa Gherardi, una casa situata proprio sotto il Monte Procinto in località Alpe della Grotta. Nel 1966 alla presenza di settecento appassionati fu inaugurata. Oltre a questo, altri due sono i rifugi dedicati a città: il rifugio Carrara, aperto al pubblico nel 1959 e il rifugio Citta di Massa situato in posizione bellissima fra le Apuane e il mare. Le vicende del prossimo rifugio di cui andrò a narrarvi possiamo dire senza ombra di dubbio che hanno fatto storia. Si, perchè il Ristoro Alto Matanna è presumibilmente il primo rifugio (vero e proprio) inaugurato sulle Alpi Apuane. Era nei 
ristoro Alto Matanna
prati di Pian D'Orsina che in quella fredda domenica di quel 10 gennaio 1894 si organizzò una festicciola per dar principio alla nuova attività di Alemanno Barsi, che già possedeva e gestiva l'albergo alpino del Matanna alle ferriere di Palagnana. Ma non solo, l'intraprendenza del Barsi nel 1910 lo portò, proprio in quel luogo, alla realizzazione della famosa e sfortunata funicolare aerostatica  e in più fu sempre nel ristoro Alto Matanna che il 27 maggio 1923 fu fondata la sezione del C.A.I di Lucca. Sempre nel comune di Stazzema c'è anche il rifugio Adelmo Puliti (1013m) da quella posizione si domina il paese di Arni. Nel
rifugio Puliti
 1965, anno della sua inaugurazione, si decise di intitolarlo all'ingegner Puliti, primo presidente e socio fondatore del C.A.I di Pietrasanta, che attualmente lo gestisce. Sempre nel comune di Stazzema, in località Puntato, c'è anche il rifugio La Quiete e proprio sotto la "bimba del Procinto" abbiamo la Baita degli Scoiattoli da cui si gode una meravigliosa vista. Infine, per chiudere in bellezza questo viaggio fra i rifugi apuani, dobbiamo aggiungere che esistono anche due benemerite associazioni che sono proprietarie di due rifugi. La prima associazione in questione è il "Gruppo Amici della Montagna di Camaiore" proprietaria della Baita Barsi che è il punto di partenza alle escursioni per le cime meridionali delle Apuane come il Piglione e il Prana. L'altra associazione è "Associazione Campallorzo" che gestisce Baita Verde che si trova ai piedi del Prana a 920 metri












d'altezza. In conclusione di questo articolo mi ritornano alla mente le parole di un vecchio delle nostre montagne che parlando proprio di questi rifugi così disse:" Posti semplici i nostri rifugi, niente a che vedere con lussuosi chalet o sontuose baite, si, perchè se in questi posti cerchi le stelle di un hotel sei nel luogo sbagliato, le uniche stelle che offrono le Apuane sono quelle del cielo".


Sitografia

  • https://www.rifugioortodidonna.it/
  • https://galateaversilia.wordpress.com/
  • http://www.rifugiodonegani.it/a-proposito-del-rifugio/
  • http://paolomarzi.blogspot.com/2014/09/novantanni-fa-nasceva-il-rifugio-rossi.html
  • https://caifortedeimarmi.it/Il-Rifugio/Presentazione
  • http://www.caicarrara.it/sentieri/rifugi/bivacco-k2.html
  • http://www.comune.minucciano.lu.it/rifugi/
  • https://rifugionelloconti.wordpress.com/
  • http://paolomarzi.blogspot.com/2014/11/la-leggenda-di-aronte-il-gigante-che.html
  • https://www.danielesaisi.com/2019/02/il-primo-rifugio-sulle-alpi-apuane.html

Nessun commento:

Posta un commento