mercoledì 5 maggio 2021

Gli aiuti umanitari in Garfagnana. Una storia da ricordare

Il 24 giugno 1859, nel corso della 2° Guerra di Indipendenza
italiana, a Solferino si consuma una delle battaglie più sanguinose dei XIX secolo, sulle colline a sud del Lago di Garda. Trecentomila soldati appartenenti a tre eserciti distinti (francese, sardo-piemontese e austriaco) si scontrano, lasciando sul terreno circa
 centomila fra morti, feriti e dispersi. Castiglione delle Stiviere (provincia di Mantova) è il paese più vicino, a sei chilometri da Solferino, dove esisteva già un ospedale e la possibilità di accedere all’acqua, elemento fondamentale nel soccorso improvvisato ai novemila feriti che, nei primi tre giorni, vengono appunto trasportati a Castiglione. Lì si trova anche un cittadino svizzeroJean Henry Dunant, venuto ad incontrare per i suoi affari 
Henry Dunant
Napoleone III. Egli si ritrova coinvolto nella terribile carneficina, aggravato dall'”inesistenza” della sanità militare e li insieme ad altre decine di contadine si prodiga spontaneamente nell'assistenza dei soldati feriti, qualsiasi fosse la loro appartenenza di nazione o di esercito. Dunant organizzò così i primi soccorsi, mentre il parroco di Castiglione delle Stiviere spalancò le porte della chiesa trasformandola in un ambulatorio d'emergenza. Alcuni anni dopo questi fatti Dunant fondò la Croce Rossa Internazionale. Questa  fu il primo atto ufficiale di quello che sarà definito universalmente come "aiuto umanitario". Il concetto di aiuto umanitario fa parte delle tendenze “naturali” dell’uomo: l’assistenza ai propri simili nel momento in cui la loro vita é minacciata é un’espressione dell’istinto di sopravvivenza della specie, e lo spirito di solidarietà rappresenta indubbiamente uno dei fondamenti del vivere sociale. Il "dogma" cardine dell'aiuto umanitario è l'imparzialità, ossia la totale estraneità dell’assistenza umanitaria a prescindere dagli aspetti politici e militari della guerra.
Insomma, l'aiuto umanitario oggi, ai nostri occhi, ci sembra una cosa che mai ci ha riguardato, aiuti e soccorsi hanno interessato ed interessano le nazioni africane, l'Iraq, l'Afghanistan, eppure appena 76 anni fa ci fu una grande mobilitazione per salvare dalla fame e dalle povertà anche la popolazione della Garfagnana. Eravamo alla fine della seconda mondiale, la guerra stava ormai volgendo al termine e già gravi problemi erano all'orizzonte: fame, penuria di abitazioni e disoccupazione. La Garfagnana, come si sa, era sul fronte della Linea Gotica, era da oltre un anno che la sua popolazione subiva bombardamenti e battaglie. Le condizioni di vita della gente erano ormai allo stremo per cui già prima della fine del conflitto, il 10 aprile 1945, per la gente della nostra valle si era già mobilitata la Croce Rossa Italiana. In quel di Lucca furono infatti convocate le autorità al fine di istituire già un "Comitato pro Garfagnana" che nell'immediato fosse pronto ad inviare vestiario, medicinali e cibo, ma non solo, si cercò anche di risollevare lo spirito dei garfagnini e di tutti gli sfollati qui rifugiati, si
Castelnuovo bombardata
 cercò di far pervenire tutte le lettere dei prigionieri di guerra e dei soldati garfagnini. Qualche giorno dopo il presidente del comitato, Frediano Francesconi, fece un appello a tutti i cittadini lucchesi "soprattutto abbienti e ricchi" poichè "il vivo desiderio di ogni lucchese di portare tutto il possibile aiuto ai nostri fratelli della martoriata Garfagnana". Fattostà che si cercò in ogni modo di organizzare al meglio la rete della solidarietà e si fece si che ogni parrocchia garfagnina avesse un comitato a se stante a cui affidare la distribuzione degli aiuti, a capo di questo c'era il parroco, una rappresentante dell'Unione Donne Italiane e un altra incaricata del Centro Italiano Femminile. I primi beni di sussistenza arrivarono subito dopo lo sfondamento del fronte, un auto con diversi generi alimentari fra il 26 e il 27 aprile 1945 arrivò presso l'ospedale di Castelnuovo. La macchina degli aiuti aveva quindi cominciato il suo percorso. E' bene sottolineare che il capoluogo di provincia (Lucca), soprattutto fra la gente qualunque, prese molto a cuore "la questione garfagnina", e per stimolare la solidarietà alla Garfagnana nei negozi della città si esponevano fotografie dei rovinosi
bombardamenti sulla valle. I giornali della città delle mura definirono la Garfagnana "fra le regioni maggiormente devastate dalla guerra" e ogni giorno questi quotidiani pubblicavano fra le loro pagine la lista di enti e privati che numerosi davano il loro contributo al Comitato pro Garfagnana. Alla fine di novembre erano stati già raccolti denari per la considerevole cifra di un milione di lire. Non furono solamente le donazioni della brava gente a risollevare le sorti della valle, anche il Vaticano stesso nel 1946 diede il via all'iniziativa denominata "la pasta del Papa", notevoli quantitativi di questo alimento venivano distribuiti dalle parrocchie locali alle famiglie più bisognose. La Commissione Pontificia d'Assistenza non si limitò solamente ad inviare pacchi di pasta, ma intervenne personalmente con i suoi uomini sul territorio, distribuendo circa 400 pasti al giorno a Castelnuovo e altrettanti nel resto dei comuni garfagnini. Non poteva mancare nemmeno l'intervento di quel partito che guiderà il Paese per decenni. La Democrazia Cristiana istituì la "Giornata Popolare", nell'ambito della quale le varie sezioni della provincia versavano denari ai comuni. Vennero aiuti anche dall'Ente Nazionale Distribuzioni Soccorsi che attraverso i buoni uffici del nuovo sindaco di Castelnuovo Loris Biagioni portò in Garfagnana 600 quintali di farina. Dall'altra parte nemmeno il Partito Comunista
volle essere da meno e così videro la luce i cosiddetti "Ristoranti del Popolo", questa iniziativa aveva lo scopo di fornire buoni pasto ai disoccupati, ai mutilati, invalidi e partigiani. Alla fine del gennaio '46 erano ventuno mila i buoni distribuiti. Per capire bene quanto durarono le difficoltà e l'emergenza per la Garfagnana basta vedere che ancora nel 1947
(erano due anni che era finita la guerra...) la "Mensa del Popolo" (anche quest'ente nata per iniziativa del Partito Comunista) forniva ancora sessanta pasti al giorno e nel 1949 la Croce Verde distribuiva pacchi alimentari a famiglie bisognose. Naturalmente non mancarono nemmeno gli aiuti dai tanti emigrati garfagnini, fece scalpore la donazione di una signora (di origine garfagnine) di San Paolo del Brasile che donò ai bambini garfagnini bisognosi un milione e mezzo di lire. Ad onor di cronaca bisogna dire che non tutto fu all'insegna della trasparenza più assoluta e nel più classico stile italiano non mancarono le polemiche e le proteste circa l'effettiva utilizzazione e destinazione di
queste risorse. Insomma, nonostante ciò gli aiuti per la Garfagnana martoriata non mancarono e la rinascita della valle ricominciò proprio da quella solidarietà e anni dopo qualcuno nel ringraziare per questi aiuti si lanciò in una profetica frase: "Se aiuti gli altri, verrai aiutato. Forse domani, forse tra un centinaio d'anni, ma verrai aiutato. La natura umana deve pagare il suo debito..."   


Bibliografia

  • "La Terra Promessa" di Oscar Guidi, edito Unione dei Comuni della Garfagnana, anno 2017

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