mercoledì 20 maggio 2015

La leggenda del Monte Croce. Dai saccheggi dei feroci Saraceni per arrivare alle sue candide giunchiglie

Il Monte Croce
Lasciando il fondovalle all'altezza dell'incrocio per Turrite Cava intraprendiamo la strada che va su per la valle omonima, passiamo il paese di Fabbriche di Valico e continuiamo verso il vecchio borgo di Palagnana che per qualche bizzaria burocratica si trova nel comune di Stazzema, quindi in Versilia, anche se lo si può raggiungere più che agevolmente da Gallicano in appena 25 minuti circa. Passato il borgo di Palagnana lasciamo l'auto sul bordo della strada e ci avviamo a piedi su per il bosco per uno dei posti più belli di tutta la nostra valle:il Monte Croce. Il Monte Croce fa parte delle Apuane meridionali, si trova appunto nel comune di Stazzema e la sua vetta raggiunge i 1314 metri è così chiamato poichè i quattro crinali principali che lo formano s'intersecano formando perpendicolarmente una croce. Splendido questo monte, sopratutto nel mese di maggio perchè rinomato per la fioritura delle giunchiglie, infatti è anche conosciuto come Monte delle Giunchiglie. Tipicità quasi unica questa, dato che proprio in questo periodo i suoi pendii si ammantano di un bianco candido, così come nessun monte delle Alpi Apuane. Molti si sono domandati il perchè di questo esclusivo fenomeno e tanti credono che il tutto risalga a più di 1000 anni fa, quando con la fine dell'Impero Romano, nel 900 d.C,
Le giunchiglie del Monte Croce
l'Italia versava in condizione a dir poco penose. Le discese dei Longobardi, Goti e Visigoti ed aggressori di ogni genere avevano portato alla distruzione e al saccheggio del nostro paese, solo i centri abitati sulla costa si sentivano un po' più al sicuro perchè protetti dalle montagne e sopratutto perchè i popoli aggressori non erano dotati di flotte navali. Purtroppo le cose cambiarono e di questa Italia saccheggiata dai predoni di ogni tipo ne approfittarono anche i Saraceni che cominciarono a solcare le acque del Tirreno centrale. La bandiera con la mezza luna ben presto diventò motivo di terrore anche per le coste dell'attuale Versilia. Nel 813 la costa antistante l'attuale Viareggio fu presa di mira dai feroci turchi che
Antico riparo per pastori sul Monte Croce

sferrarono un attacco senza precedenti. A difendere i villaggi di pescatori sulla costa dalle incursioni barbaresche furono chiamati tutti i giovani del circondario e fra questi anche un pastore che pascolava i suoi greggi nei verdi prati sottostanti la cima delle montagne. Questo giovane pastore si era innamorato di una pastorella anche lei abitudinaria dei soliti verdi pascoli e destino volle che si erano promessi marito e moglie. Il giovane pastore andò malvolentieri a difendere i villaggi,la sua testa e il suo cuore erano tutti per la sua innamorata e proprio durante un terribile scontro in battaglia il giovane fu ucciso a tradimento. La notizia gettò nella
La vetta del Monte Croce
circondato da giunchiglie
disperazione più profonda la povera ragazza che corse sulle balze delle montagne sopra il mare dove tante volte aveva passeggiato con il suo promesso sposo. Iniziò a piangere e subito ogni lacrima si trasformava in un fiore profumato. Ma il dolore era grandissimo, insopportabile e la ragazza morì di crepacuore. Si racconta così che in certe notti estive due bellissime fiammelle serpeggianti vengono ad  abbracciarsi sulla cima del Monte Croce, quel monte stesso che vide i due pastori amarsi,una di queste fiammelle accorre dal mare strisciando leggerissima sopra la spuma dei flutti,l'altra, che si muove ad incontrarla proviene dai boschi della montagna e come di solito erano fare i due amanti queste due fiammelle si riuniscono e incominciano a rincorrersi per i pendii del monte fino a che non comincia a spuntare il sole. Chi sale poi, come detto nel
Una giunchiglia del Monte Croce
mese di maggio sulla cima del Monte Croce potrà vedere i fianchi della montagna ricoperti da una moltitudine di meravigliose giunchiglie. Sono le lacrime versate dalla giovane pastorella che sbocciano ogni primavera in candidi fiori per ricordare per sempre quell'indissolubile storia d'amore finita in malo modo.

Bellissime queste leggende che risalgono a tempi lontanissimi,racconti che vanno mantenuti e narrati perchè tali poesie non vengano disperse nell'oblio dei tempi.

1 commento:

  1. Tutto bello (come al solito), un unico neo: l’impero romano non cadde nel 900 ma qualche secolo prima….

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