"...Di notte si appollaiano gli streghi, si mettono li sopra ad aspettare gli uomini, neri come come corvi.Se ti dovessero domandare: per chi è la notte? Rispondigli:per te,per me,per tutti quelli che camminano nella notte, solo così ti lasciano passare,solo così non diventi uno di loro"
Gli Streghi di Giacomo Agnetti opera propria |
"All'Alpe, questo me lo ricordo io, queste donne all'Alpe dovevano ballare sicchè aspettavano i suonatori...che dovevano venire questi suonatori...poi c'avevano i fidanzati,insomma dovevano venire.Guardavamo ogni momento se dovevano venire,allora qualcuno disse - Oh, vengono adesso! Vedo laggiù una fila di lumi,vengono adesso!- Ma allora ce li hanno davvero i lumi?...Allora andammo in cima al collettino, che dovevano passare di li sotto...una fila...una fila...una fila...non finiva mai: erano gli streghi. Allora la mia mamma si levò la corona del rosario e me la mise al collo e poi dopo andammo...ci rinchiudemmo dentro, non riuscimmo neanche fuori...e c'era un noce li sopra e andarono a ballare li. Ballavano li sopra, con i suoi lumi che c'avevano...i lumi erano bracci,non erano mica lumi, i bracci facevano lume...Successe quella sera li sola, poi non l'abbiamo mica più visti noialtri...Gli streghi li ho visti quella volta li sola,io...non parlavano zitti e mosca, e tutto un vestito tutto scuro"
Il noce l'albero degli streghi |
Gramolazzo (canale della Gattaia) 1930:da queste capanne con il tetto di paglia e nei racconti a veglio nascevano i racconti sugli streghi (foto collezione Fioravanti) |
"In questa terra anch'oggi conservano un'usanza molto strana.Ogn'anno la notte di San Michele di settembre gli huomini vanno fuori alla campagna e come essi dicono a cacciare gli streghi,suonando campane,tamburi e scaricando archibugi e facendo altri strepiti,gridando ad alta voce: -Maconeccio,maconeccio- parole cred'io barbare, e credono in questo modo di assicurare la raccolta delle castagne dalle stregharie"Il Maconeccio era una cerimonia molto importante.Il nome è composto da "maco" che per alcuni significa abbondanza e da "neccio" cioè farina di castagne.La sera di San Michele (il 29 settembre) la gente dei paesi si riuniva nelle piazze, ognuno prendeva "un mannello"(n.d.r:un fascio) di paglia incendiato e iniziava una sorta di processione profana per le vie e per i castagneti vicini che si concludeva poi con un grande falò nella piazza di partenza. Si gridava e si suonavano pure strumenti musicali e si ripetevano formule e litanie di rito per allontanare gli streghi dai raccolti di castagne, fondamentale sostegno per tutta la Garfagnana. Addirittura questa usanza durò fino agli anni precedenti lo scoppio della seconda guerra mondiale e poi finì e in realtà oggi gli streghi sono spariti perchè il buio di cui accennavo all'inizio del racconto non esiste più e senza dubbio e secondo gli anziani garfagnini gli streghi sono spariti da quando c'è la luce elettrica...
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