Emigranti Italiani arrivano a New York |
Può sembrare ma non è...Può sembrare uno stralcio d'articolo di qualsivoglia quotidiano comprato stamani in qualsiasi edicola della Garfagnana sulla condizione dei migranti odierni, ma appunto non è...Questo brano è tratto da una valutazione semestrale che il prefetto locale faceva sull'emigrazione garfagnina ad inizio del 1900 e che veniva poi inviata puntualmente al ministero dell'interno. Come si può vedere tali fenomeni non conoscono epoca, noi garfagnini ci siamo passati per primi da questi fenomeni migratori di massa, naturalmente le differenze ci sono e non starò qui ad elencarle, ma quello che a me interessa è sottolineare la voglia dell'uomo di migliorare la propria condizione di vita ed è questa la molla principale che muove
emigranti italiani in partenza. Una mano la dava l'opera assistenza emigranti |
La situazione era veramente disperata, la Garfagnana nei primi dieci anni del 1900 registrò una preoccupante decadenza demografica, in montagna la percentuale dei disoccupati saliva addirittura al 70% e come racconta sempre un rapporto del prefetto di quegli anni:-...il garfagnino cerca i mezzi minimi di esistenza nello sfruttamento del bosco e del sottobosco con la raccolta a seconda della stagione di legna, di funghi e di frutta(castagne,fragole, lamponi e mirtilli)- l'analisi si fa più profonda e continua dicendo che:-...come si può biasimarli, l'agricoltura è arretrata, le colture sono quelle
Un biglietto per le Americhe |
"San Paolo 5 maggio 1910
Carissimi genitori ringraziando il Signore e Maria Santissima si gode una buona e perfetta salute ...Sono a dirvi che Angiolino che se non ne cavate da niente se volesse venire con me e se avesse voglia di lavorare, meglio che stare a fare i vagamondi si sta sempre, oppure lo mando in San Paolo coi zii che incomincia guadagnare i primi soldi" (lettera di Amose Abrami di Chiozza che chiama il fratello).
Ma prima di partire tutto passava da un librettino rosso che i
Un passaporto del tempo |
Italiani in partenza mostrano orgogliosamente il tricolore |
Edmondo De Amicis |
In che condizioni era la terza classe ve lo lascio immaginare. Augusta Molinari (storica contemporanea) le ebbe a chiamare "Le navi di Lazzaro". Fino al 1901 non esisteva alcuna norma che regolamentasse gli aspetti sanitari dell'emigrazione e da un rapporto medico del 1902 si deduce che: "Le cuccette degli emigranti vengono ricavate in due o tre corridoi e ricevono aria per lo più attraverso i boccaporti. L'altezza minima dei corridoi e di un metro e cinquanta centimetri. Nei dormitori così allestiti è frequente l'insorgenza di malattie, specialmente bronchiali e del'apparato respiratorio. Per sottolineare la mancanza delle più elementari norme igieniche si può fare riferimento al problema della conservazione e distribuzione dell'acqua che viene tenuta in casse di ferro rivestite di cemento. A causa del rollio della nave il cemento tende a sgretolarsi e intorbidire l'acqua che, venuta a contatto con il ferro ossidato assume un colore rossastro e viene consumata così dagli emigranti. Dal punto di vista dietetico la razione viveri giornaliera risulta sufficientemente ricca di elementi proteici. Sulla modalità di distribuzione del rancio viene segnalata la discriminante distribuzione del pasto da parte dei "capi rancio". Il cibo viene consumato nelle cuccette o sul ponte in quanto non previsti refettori".
Il ponte stipato all'inverosimile di una terza classe |
All'arrivo in America |
Mulberry Street New York emigrati italiani e non in posa |
Grazie a Dio, esisteva anche chi questo tribolato
Corfino |
Corfino Lane a Stockton |
La città di Stockton |
- Notizie tratte da: Archivio Fondazione Paolo Cresci (Lucca)
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