smartphone hanno cambiato e stanno cambiando la quotidianità delle persone, rivelandosi più minacciosi di qualsiasi altra invenzione precedente. La gente va sempre più di fretta, non ha tempo di leggere, le notizie devono arrivare sotto forma di tweet, di post, figuriamoci se qualcuno ha voglia di approfondire una notizia o di leggere un articolo intero, eppure una volta un articolo ben fatto era un efficace strumento di divulgazione, di crescita, infatti se tanto mi da tanto la stampa (storicamente parlando) ha fatto si che la popolazione incominciasse a leggere, ha favorito lo sviluppo dell'illuminismo, nonchè (e sopratutto) il diffondersi dell'opinione pubblica. Insomma, capiamoci bene, internet ben venga, non si può negare che sia una grandissima scoperta, voi infatti mi state leggendo attraverso questa invenzione e sono anch'io un suo accanito fruitore, però leggere un libro o un giornale, quella rimane un'altra cosa.Del resto la storia del giornalismo in Italia parte da lontanissimo; "La Gazzetta di Mantova" ha l'invidiabile primato
Il 1° numero de "La Nazione" |
Come detto fra i maggiori pregi che ebbe la diffusione del giornalismo ci fu anche quella di divulgare e di portare alla ribalta nazionale zone d'Italia che fino allora erano sconosciute. La Garfagnana era fra queste, lontana se si vuole dai grandi avvenimenti del Paese talvolta faceva capolino fra i più celeberrimi quotidiani nazionali, alcune volte con notizie belle, spesso brutte e tragiche e alcune altre curiose e di attualità. Ecco allora il frutto di questa mia meticolosa ricerca,dove sono riuscito come meglio ho potuto a raccogliere le vecchie e principali notizie dei giornali a tiratura nazionale (o perlomeno regionale)dove si parla di Garfagnana, ne esce un quadro di fatti alle volte conosciuti e altre volte di notizie che ce n'eravamo dimenticati o che forse non conoscevamo.
Guardiamo quindi, quello che si sapeva in Italia della Garfagnana, quando internet non c'era...
Ultima cosa, le notizie sono divise per temi e non in ordine cronologico
- La prima (presunta) volta che un quotidiano nazionale parla di Garfagnana
Poco meno di un mese dopo sempre "Il Corriere della Sera" ne parlerà in tutt'altri termini. Mercoledì 18 settembre 1884, il pezzo s'intitola "Le miserie della Garfagnana". La valle è stata colpita da un'epidemia di colera. Da notare la "velocità" delle informazioni: l'articolo è del 15 settembre fu pubblicato tre giorni dopo
- Le visite importanti...
giornali) la nostra terra è stata visitata da una regina (per due volte), da un principe ereditario, da due presidenti del consiglio e da un Presidente della Repubblica. In ordine cronologico i primi a fare visita furono il principe ereditario Umberto (futuro re per un mese) con l'augusta madre la regina Elena. Eravamo in piena I guerra mondiale e non poteva mancare la visita "alle fabbriche di munizioni" (ovverosia la S.m.i di Fornaci di Barga). Ecco allora che il 26 settembre 1918 sulle pagine de "L'Arrengo-giornale della Toscana" campeggia una bella foto gli operai della metallurgica con le loro maestà
Due anni dopo la regina Elena tornerà a far visita alla Garfagnana ma per ben altri motivi. Giungerà un'altra volta tra noi per portar conforto e...cinquantamila lire del re ai terremotati. Erano i tristi giorni del settembre 1920. Nel maggio 1930 toccherà a Benito Mussolini visitare la S.m.i e dare omaggio alla tomba del Pascoli, come evidenzia "Il Corriere della Sera". La più alta carica dello stato il toscano Giovanni Gronchi il 21 marzo 1959 inaugura l'ultimo tratto ferroviario della Lucca-Aulla.
Il Presidente della Repubblica come riporta "La Nazione" si fermerà a Minucciano, Piazza al Serchio e Castelnuovo. Ecco poi che il 17 giugno 1967 Aldo Moro, al tempo presidente del consiglio giunge a Castelnuovo Garfagnana. "Il Corriere della Sera" evidenzia l'avvenimento con un articoletto
di poche righe e riporta le parole di Moro dalla rocca ariostesca: " Vogliamo lavorare nella pace. Pace nel nostro paese, innanzitutto pace
politica..." proprio quella a cui non lo faranno mai arrivare...
- Il terremoto del 7 settembre 1920
Dopo la guerra questo è l'avvenimento più tragico che ha colpito la Garfagnana. Ancora oggi viviamo con la paura sulle spalle di quella catastrofe. Ore 7:56 un sisma del IX-X° della scala Mercalli colpisce la valle. I dati ufficiali parlano di 171 morti e 650 feriti. Ecco i giornali del
tempo. In uno di questi la Garfagnana viene menzionata come..."alta regione della Grafagnana", direi che non eravamo tanto conosciuti al tempo...
- Le emergenze terremoto
prima volta che in Italia si provava a fare una previsione su un terremoto e lo subirono sulle spalle i garfagnini. La cosa si ripete poi non molti anni fa (internet c'era già), infatti la notizia arrivò con un tweet dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri: "Il Dipartimento nazionale di Protezione Civile ha comunicato che nelle prossime ore potrebbero verificarsi altre scosse di terremoto con epicentro in prossimità di
Castelnuovo Garfagnana...", si ripeterono così le solite scene di quasi trent'anni prima. In barba a Twitter e a tutti i social "Il Tirreno" il giorno dopo riportò la notizia quando l'allarme era già terminato.
- La guerra
visibilità assoluta, infatti il giornale arriverà ad una tiratura di un milione e trecentomila copie Capiterà due volte di finire sulla prima pagina de "La Domenica del Corriere", una il 7 gennaio 1945 riferendosi della guerra nell'Italia centrale nel settore di Gallicano, dove truppe italiane e tedesche sfondano le linee nemiche ricacciandole indietro di parecchi chilometri. La seconda è dell'8 aprile 1945, mancano ormai pochi giorni
alla fine della guerra, qui si parla di un audace colpo di mano dei bersaglieri della divisione "Italia" sempre nella zona di Gallicano. Altri quotidiani come "Il Resto del Carlino" di Bologna o "Il Corriere della Sera" non fanno mai mancare gli aggiornamenti sugli scontri in Garfagnana
- La prima volta del treno in Garfagnana
varie localita: la stazione di Barga- Gallicano diventerà Borgo- Gallicano e Fornaci di Barga, Fornaci di Bagni...
- Tragedia: lo scoppio della polveriera di Gallicano
- Garfagnana milionaria
dea bendata era il 28 ottobre 1964. Il primo premio della lotteria di Merano, 150 milioni di lire, fu vinto da un abitante di Sassi. Così riporta "L'Unità": "il biglietto vincitore del primo premio del Gran Premio di Merano potrebbe appartenere ad uno dei cento abitanti dl Sassi, frazione di Nolazzana (n.d.r: Molazzana), nell'alta Garfagnana, in tale località, infatti, è stato venduto il tagliando vincente. Non è stato ancora possibile, tuttavia, aver'una conferma: Sassi non ha telefono e non è collegata da alcuna strada carrozzabile"
- Attualità e curiosità
A proposito di devozione ecco il 21 dicembre 1947 un'altra storia sempre dalle pagine de "La
Lei è Anna Morelli di Gramolazzo e a quanto pare sembra che veda la Madonna. Le apparizioni chiamano in Garfagnana cronisti da tutte le parti d'Italia, ma l'articolo più bello rimane proprio questo del garfagnino Gian Mirola: "La folla si inginocchia, piange sommessamente. Anna, la "miracolata" con lo sguardo fisso in avanti, sorride e mormora parole incomprensibili. E' in estati. Riesco a percepire alcuni monosillabi privi di senso:- Si...No...-. Per accertarmi del suo stato di sensibilità la pungo per due volte inaspettatamente, con uno spillo. Due goccioline di sangue, la ragazza non sente e non fa un movimento. Gli occhi sbarrati, fissi nel vuoto vedono...Sviene". Sempre le pagine de "La Domenica del Corriere" nel 1914 non si dimenticano
neanche delle infrastrutture garfagnine ed ecco che nelle sue pagine si parla di questa avveniristica diga: la diga di Villa Collemandina. Dalla foto dell'articolo un po' meno avveniristica mi sembra la sicurezza sul cantiere di lavoro (niente da stupirsi, una volta era così...)
Inconsueto per quel tempo, ma sulle pagine de "La Domenica del Corriere" il 3 novembre 1946 si comincia a parlare di Garfagnana da un punto di vista turistico. il titolo è emblematico: "Garfagnana terra sconosciuta". Il pezzo così comincia:"La Garfagnana non è una delle misteriose provincie dell'Asia, né uno sperduto villaggio della Patagonia. Se qualcuno,
leggendo il titolo di questo articolo, lo avesse immaginato, si ricreda.E' invece un pittoresco lembo di terra toscana, incuneato fra gli Appennini e le Apuane, dove termina il regno dell'ulivo ed incomincia quello del castagno".
Il più singolare rimane però l'articolo de "Il Tirreno", datato 16 gennaio 1988, qui si parla di un gruppo di abitanti di Bolognana che una volta partiti per un escursione sul Monte Palodina si dice che abbiano
incontrato gli gnomi, esseri non più alti di 50-60 centimetri, che una volta volta visti gli umani pare si siano rotolati lungo un pendio per poi scomparire. Da segnalare anche, che nella stessa zona tempo prima era apparso un mega lucertolone verde che aveva messo in fuga un cacciatore...
Il più singolare rimane però l'articolo de "Il Tirreno", datato 16 gennaio 1988, qui si parla di un gruppo di abitanti di Bolognana che una volta partiti per un escursione sul Monte Palodina si dice che abbiano
incontrato gli gnomi, esseri non più alti di 50-60 centimetri, che una volta volta visti gli umani pare si siano rotolati lungo un pendio per poi scomparire. Da segnalare anche, che nella stessa zona tempo prima era apparso un mega lucertolone verde che aveva messo in fuga un cacciatore...
- La morte di Giovanni Pascoli
- Il rapimento di Elena Luisi
Elena di diciassette mesi che indossa un pigiamino azzurro e piange disperatamente. Viene richiesto un riscatto di 5 miliardi da pagare entro 5 giorni. Scattano le ricerche e le indagini da parte degli inquirenti e vengono anche coinvolti i servizi segreti. Il presidente della Repubblica Sandro Pertini rivolge un appello ai rapitori e lo stesso fa anche il Papa Giovanni Paolo II. Nella notte tra il 25 ed il 26 novembre, dopo 42 giorni la liberazione: i banditi sentendosi accerchiati abbandonano la bambina, coperta solo da un cartone sul ciglio di una strada a 50 km da Messina.
Così con un pizzico di nostalgia questo è quello che era prima del web. La
carta stampata oggi appare più che mai un’isola sperduta, frequentata solo da quella ristretta diaspora generazionale che ancora
non si è arresa del tutto al dominio della rete. La domanda, o meglio,
la curiosità è allora sapere... per quanto tempo ancora i giornali
sapranno resistere all’ondata digitale?
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