fuochi fatui |
come abbiamo visto possono essere paludi, stagni e cimiteri, difatti la combustione del metano e del fosfano (gas che si liberano da materiale organico in decomposizione) crea queste fiammelle color bluastro che vagano in qua e la, appena al di sopra del suolo portate in giro dal movimento dell'aria. Nel caso dei cimiteri sarebbero ovviamente i corpi in decomposizione a creare questi gas e succedeva sopratutto al tempo dei nostri avi, quando le bare non venivano sigillate e zincate come oggi si fa. Al tempo la cassa chiusa a stagno faceva aumentare la pressione interna alla bara, a tal punto da far uscire i gas da saldature fatte in qualche maniera, questi una volta fuoriusciti raggiungevano l'aria sovrastante che a contatto con l'ossigeno si incendiava dando luogo ai misteriosi fuochi fatui. Per quanto riguarda le acque ferme ciò è dovuto dalla presenza di animali morti. Questa è la spiegazione scientifica, ma una volta la scienza non era di casa in Garfagnana, la gente non studiava e ciò che non si spiegava o era frutto di Dio, del diavolo o dell'ignoto. Le credenze e le leggende sui fuochi fatui sono molte, si pensava infatti che queste fiammelle fossero la prova
dell'esistenza dell'anima e si diceva che più una persona era stata buona in vita, tanto più la sua anima si illuminava dando origine appunto ad una fiamma, da qui anche il nome alternativo e più popolare di "corpi santi". Naturalmente tutti i racconti tradizionali non davano la solita spiegazione e c'era anche chi credeva che fossero si delle anime, ma anime perse che avevano bisogno di preghiere per uscire dal purgatorio, o anche che fossero gli spiriti dei bimbi morti prematuramente(che all'epoca erano moltissimi), deceduti senza aver ricevuto il battessimo. Ma c'era chi, in ciò trovava il male e credeva che fossero spiriti malvagi che sviassero i passanti in luoghi pericolosi, come le paludi o in genere corsi d'acqua. Una Leggenda di Vagli ricalca questa credenza. I fatti si svolgono nel dopoguerra e racconta di un fabbro che non voleva far credito a nessuno. La guerra aveva distrutto oltre che le case anche gli attrezzi da lavoro: zappe, vanghe, martelli, falci. I soldi la povera gente ne aveva pochi e a questo fabbro ciò non importava, o soldi o niente!. Ma arrivò anche per lui il momento della fine dei suoi giorni, quando era sul letto di morte gli comparve San Pietro e gli dette l'ultima opportunità di pentirsi della sua avidità, ma neanche in fin di vita volle redimersi e fu
condannato a vagare sulla terra con in mano un solo carbone ardente della sua fucina. Fedele alla sua cattiveria con questo carbone ardente si raccontava che aveva l'abitudine di attirare gli inconsapevoli viaggiatori conducendoli dal lago del paese nelle selve soprastanti dalle quali era impossibile uscire. Un'altra spiegazione che si da dell'esistenze di questi fuochi e del loro apparire sopratutto nelle acque è una credenza gallicanese, nata all'epoca del passaggio della strada romana Clodia Nova e diceva che alla confluenza della Turrite con il Serchio compariva spesso un fuoco fatuo che non era altro che l'anima delle persone non battezzate, che attirava i viandanti verso l'acqua nella speranza di ricevere il battesimo. Un altra leggenda invece ci porta a Palagnana e ci narra di un ricco proprietario terriero che oltre alla sue di terre voleva anche quelle dei modesti contadini e dei pastori vicini. Un bel giorno sul far del buio mentre si recava da un pover'uomo a riscuotere l'affitto giunse in prossimità di un fiumiciattolo dove vi trovò schierati sopra ad un
Santa Lucia Gallicano sulla via Clodia Nova |
Tutte le credenze come visto ruotano intorno alla paura e alla superstizione. La paura è la principale fonte di superstizione e la superstizione in fondo è la più tangibile delle fedi...
Bibliografia
- "Dizionario dei simboli dei miti e delle credenze" di Corinne Murel, Giunti editore anno 2016
- Cicap enciclopedia di Luigi Garlaschelli
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