terra da coltivare, da lui era visto come un nuovo eroe, colui che dava nuova vita e che invertiva il processo dell'abbandono delle campagne. Pochi infatti vedono il Pascoli da questo punto di vita, nessuno pensa a lui come un naturalista, ma come abbiamo visto la sua vita e la sua poesia non lasciano spazio a dubbi. Un contatto stretto con la natura lo possiamo trovare in moltissime sue poesie, dove le sue parole erano sempre ispirate da un volo di un passero, un cipresso, dal verso di un uccello notturno, da un lampo improvviso ed è proprio da questi versi che si possono trarre grandi insegnamenti, ed ecco allora che nel 1906 venne pubblicato "Odi e Inni" e nella poesia "Il Serchio", a margine di questa il poeta scrisse una nota davvero degna di essere letta, che ci ricorda due cose importanti, di quanto la
La poesia originale "Il Serchio" |
La tomba di Merlino un merlo dall'ala rotta |
In piedi il padre di Giovanni, Ruggero Pascoli con la famiglia |
"Chi fu? Chi è?
Ti voglio dire un nome
E tu fa un cenno Dio t'insegni come...
Mia madre alzò nel gran silenzio un dito:
disse un nome... sonò alto un nitrito".
Illuminante e d'ispirazione a questo articolo fu una pubblicazione di Matteo Cavezzali di qualche tempo fa su "Il Fatto Quotidiano", è sottolineato bene il fatto dell'importanza delle parole, di quanto le parole, specialmente quando si parla di natura debbano essere precise, perchè la natura non si inventa, la natura è natura perchè è così come è, e Giovanni allora rimprovera i colleghi poeti di averla maltrattata e trascurata, come può essere che nella poesia "San Martino" di Carducci la nebbia sia agli irti colli? La nebbia quando pioviggina non sale, ma scende! E il mare urla e biancheggia con il libeccio, non con il maestrale. Anche Giacomo Leopardi è caduto nella trappola, ne "Il sabato del Villaggio" si parla di rose e viole, ma le rose e le viole sbocciano in diversi periodi dell'anno, non si possono trovare rose e viole insieme. Con questo il Pascoli ci faceva capire che la natura non ha bisogno di essere forzata per rientrare in un ideale poetico, anzi questo la
rende goffa e irreale... Basta guardare e descrivere le cose come sono, perchè sono molto più affascinanti di come possiamo immaginarle noi, che in confronto alla Natura, siamo solo piccoli uomini...
Bibliografia
- "Greta Thunberg, prima di lei era Giovanni Pascoli a lottare per l'ambiente" di Matteo Cavezzali "Il Fatto Quotidiano" 21 aprile 2019
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