Archivio Silvio Fioravanti |
Castiglione Garfagnana prima e dopo (foto archivio Silvio Fioravanti) |
“Qualche giorno prima del 7 settembre 1920, c’erano state delle piccole scosse di terremoto e anche il 6 ve ne era stata un’altra un poco più forte che aveva fatto cadere i camini sui tetti. Mio nonno dopo quest’ultima scossa, disse a mia nonna: “Bimba, prepara le coperte per stanotte perché in casa non ci dormiamo. Quest’aria non mi convince e dormiremo fra i filari delle viti “. La nonna tentò di convincere il marito: dormire fuori, con i bimbi piccoli….e se qualcuno li avesse visti? Che vergogna! Li avrebbero presi per matti. Ma il nonno non si fece convincere e si prepararono per la nottata “al chiar di luna”. Stesero le coperte tra i filari e la notte trascorse tranquilla. Alle prime luci dell’alba, svelti svelti smontarono la loro “tendopoli” temendo di essere visti dai paesani che si recavano nei campi. Nonno e nonna e tutti e tre i figli si avviarono con le bestie nei campi e alla selva ma all’improvviso le mucchecominciarono a muggire e scalciare, i castagni a muoversi il nonno gridava: “Buttatevi in terra!Buttatevi in terra !”. Il terreno si apriva e si richiudeva sotto i loro piedi e li faceva cadere a terra. Fu terribile e spaventoso. Finita la scossa, che sembrava interminabile, guardarono verso Villa Collemandina ma videro solo un gran polverone. Il paese non esisteva più. Nessuno della famiglia rimase ferito perché erano tutti fuori ma la casa era distrutta. Trovarono riparo, con tutti i superstiti del paese, in un capannotto che serviva da rimessa per le foglie delle bestie. Piovve per molti giorni, incessantemente.Venne anche allestito un ospedale da campo e arrivò persino la regina Margherita ma il dono più atteso arrivò dalla Francia. La zia Giorgina era “a balia” in Francia in casa di signori e, saputa la notizia tramite il giornale (cosa straordinaria visto che stiamo parlando del 1920), inviò a Pianacci un pacco. C’erano indumenti per il ripararsi dal freddo e una bella maglia bianca di lana con le trecce fatta ai ferri per mia mamma. Una vera novità perché all’epoca nessuno aveva mai visto un maglione, tanto meno sapeva lavorare con i ferri da maglia. Esistevano solo vestiti e corpetti di stoffa"
Baracche terremotati a Fosciandora
La ricostruzione fu lentissima, praticamente la Garfagnana era tagliata fuori da qualsiasi via di comunicazione importante e quindi difficilissima da raggiungere. Gli aiuti tardarono ad arrivare. La fatica della ricostruzione pesò come un macigno sugli abitanti rientrati da poco tempo dai fronti della I guerra mondiale. L'esasperazione di disoccupati e senzatetto si scontrò con le preoccupazioni di un governo impensierito più che altro dalle forti tensioni sociali dell'epoca, segnati da scioperi e dalla occupazione delle
fabbriche. Quello che successe dopo, purtroppo non fu molto diverso da quello che succede oggi... Ma questo è un altro discorso (per saperne di più leggi questo articolo https://paolomarzi.blogspot.com/2016/11/nei-meandri-di-un-terremoto-garfagnana.html )
I primi soccorsi in partenza dalla stazione di Castelnuovo (foto archivio Silvio Fioravanti) |
Complimenti per le sue ricerche storiche che arricchiscono di aspetti nuovi e particolari inediti la storia della popolazione di Garfagnana e della limitrofa Lunigiana.
RispondiEliminaMolto gentile grazie !!!
RispondiEliminaThe event is also known in Scotland as several families from the commune of Villa Collemandina had emigrated to Scotland in the late 19th century.
RispondiEliminaGentile signor Marzi,
RispondiEliminamia madre, Paola Agnese Pioli, nata a Castiglione Garfagnana nel 1907, ci ha raccontato che in occasione del terremoto del 1920 la nonna, andata a messa la mattina, era morta in seguito al crollo del tetto di una delle chiese di Castiglione. Mia madre, per il terrore, perse l'uso della parola, che invece ritrovò a seguito della carezza ricevuta dalla regina Margherita quando questa portò la sua solidarietà al paese. Non so se Lei ha altre notizie. Complimenti per il suo pregevole lavoro di riscostruzione storica.
prof. Eugenia Serafini
Gentile Eugenio
EliminaLa ringrazio per la bellissima testimonianza che mi ha dato e se fosse possibile la vorrei inserire in un mio prossimo articolo su quel disastroso terremoto. Mi faccia sapere se è d'accordo. Rinnovo ancora il ringraziamento per questa toccante testimonianza e grazie per i complimenti
Cordiali Saluti
Paolo Marzi
Great read, thanks for writing this
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