Chi è un mio assiduo lettore avrà comunque già letto più di un mio articolo riguardante questa famiglia, infatti ogni tanto nella mia mente riecheggiano le parole che a suo tempo mi disse Eli Kienwald (figlio di Leo) e che sono le stesse del filosofo George Santayana: - "Quelli che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo", quindi- continuò il dottor Eli, riferendosi a me- nei suoi articoli, ogni tanto continui a scrivere di questa tragedia, perchè la gente non dimentichi mai quello che è accaduto - e così puntualmente mi appresto a farlo.
Il rapporto fra me ed Eli Kienwald cominciò qualche anno fa, quando da Londra lo stesso Eli mi contattò dopo aver letto un mio articolo sulla tragedia della sua famiglia internata a Castelnuovo. Mi
L'articolo pubblicato sulla rivista ebraica Hamaor: Escape from Castelnuovo Garfagnana (Fuga da Castelnuovo Garfagnana) |
Tutto cominciò quel maledetto 4 dicembre 1943 quando arrivò l'ordine dall'Oberkommando der Whermacht, dove si diceva che tutti gli ebrei stanziati in confino coatto a Castelnuovo Garfagnana si dovevano
Una pagina del memoriale di Kienwald in mio possesso |
Quelle a seguire sono stralci salienti del memoriale di Leo Kienwald, scritti nel 1996 poco prima che lasciasse per sempre la vita terrena.
L'inizio della fuga (N.D.R: i titoli dati ai paragrafi non fanno
Verbale della Prefettura del 1942 Corrispondenza censurata degli ebrei di Castelnuovo |
Era il 5 dicembre 1943. Il cielo era grigio quasi un segno della tragedia incombente. Perchè gli altri sono tutti finiti ad Auschwitz. E sono morti. Noi, padre madre e due ragazzi camminavamo su una strada sterrata, nella Valle della Turrite, nella direzione opposta a quella della caserma dei carabinieri. Il giorno prima era stato impartito un ordine: presentarsi quella mattina alle otto. Un'ora prima ebbi ancora un fuggevole incontro con Elisabeth (N.D.R: Elizabeth era l'innamorata ebrea confinata anche lei a Castelnuovo). Tentai di convincerla a seguirmi. Non poteva abbandonare la madre. Qualche anno fa la ritrovai nel "Libro della Memoria". Ebbi così la conferma del tragico destino suo e degli altri internati a Castelnuovo Garfagnana. Che sarebbe stato il mio, il nostro.
La paura,le bugie e la prima sistemazione
Raggiungemmo infine alcuni casolari. Era Colle Panestra. Ci
Vecchia foto L'Alpe di Sant'Antonio |
La fuga continua: una nuova sistemazione
Ricordo con commozione la bontà di quelle persone. Ma non potevamo
Rifugio Rossi...una volta |
Il ritorno a Castelnuovo e il recupero dei vestiti per affrontare il rigido inverno
A Castelnuovo vivevamo abbastanza tranquilli fino all'ordine
Castelnuovo nel 1930. Nel cerchio rosso l'appartamento dove abitavano i Kienwald in Piazza Umberto i |
La nuova vita e le nuove abitudini
Vivevamo dunque in quel casolare a circa mille metri di altitudine.
Sfollati in Garfagnana in tempo di guerra |
La vita è in pericolo
Nella primavera del 1944 ci trovavamo praticamente al fronte. La
Calomini, sul fronte della Linea Gotica (foto Gruppo Linea Gotica Garfagnana) |
Una battaglia nella notte...bisognava fuggire e salvarsi
N.D.R: Qui si racconta della celeberrima battaglia del Monte Rovaio (o Colle del Gesù), fra i partigiani del "Valanga" e le truppe germaniche, dove i nostri protagonisti furono attenti testimoni, prima, durante e dopo i fatti. Ecco un piccolo brano di quel ricordo:
Sia arriva così alla fine di agosto, esattamente il 29 agosto 1944.
Il Monte del Gesù, luogo della battaglia raccontato da Leo Kienwald |
La disperazione
A questo punto eravamo veramente soli. Il nostro casolare, tutti i
Il sentiero della libertà ripercorre quasi le stesse strade che fecero i Kienwald (foto Daniele Saisi) |
I primi tentativi verso la libertà
Mi decisi di andare a chiedere aiuto ad una grossa formazione
Partigiani del Valanga (foto tratta da il libro "L'altra faccia del mito") |
Il terrore e poi...libertà, libertà !!!
L'attesa diveniva insopportabile e giorno dopo giorno la situazione
Castelnuovo bombardata |
N.D.R: Le peripezie dei Kienwald continuarono, adesso bisognava recuperare il resto della famiglia, passare il fronte e consegnarsi nelle mani della V armata americana. Nella stessa notte però imperversò un'ennesima battaglia che mise a repentaglio la loro vita e il lieto fine di questa tragica avventura. La descrizione di quelle decisive e fondamentali ore è precisa e minuziosa, ma finalmente...
Ci trovammo nella terra di nessuno e ci fermammo in un piccolo
La V armata americana |
N.D.R: Il diario continua con quello che accadde dopo la liberazione, le varie sistemazioni in altre parti della Toscana, la fame patita più da liberi che da ricercati e sopratutto la ricerca di una nuova Patria e di una nuova vita, ma comunque non era niente a confronto di quello che successe agli altri ebrei "castelnuovesi". Il diario si chiude con il perchè di questo scritto:
Qui finisce la nostra piccola odissea che, posso dirlo, è stata
Auschwitz. Una mia foto. Le scarpe degli ebrei uccisi.. |
Leonard Kienwald
Bibliografia
Per chi vuole sapere di più su questa famiglia e su gli ebrei in confino coatto a Castelnuovo Garfagnana può consultare i miei articoli cliccando su questi link:
- http://paolomarzi.blogspot.it/2014/03/cinque-febbraio-1945-un-bagno-alle.html
- http://paolomarzi.blogspot.it/2016/01/dal-diario-di-leo-kienwald-ebreo.html
- http://paolomarzi.blogspot.it/2015/01/27-gennaio-giorno-della-memoriagli.html
Ho passato tutto il pomeriggio a leggerti, con sentimenti contrastanti di pietà e commozione ma anche di rabbia al pensiero di quanto sia crudele e cretino l'uomo. E devo ringraziarti, come sempre, per i tuoi scritti
RispondiEliminaGrazie Gilberto, bellissime parole. Benzina per chi come me scrive con passione e con il cuore
RispondiEliminaSono la figlia di leo kienwald , vivo a Gerusalemme. Mi piacerebbe contattare l’autore dell’articolo. Come si può fare? Forse tramite e-mail?
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