Lo strazio che questi giorni corre davanti ai nostri occhi attraverso la T.V ci lascia senza parole.Palestinesi ed israeliani conducono una guerra al massacro, all'annientamento totale e tutto cade nell'infamia più profonda quando a morire sono i bambini.Il bambino è futuro e speranza per un mondo migliore,ma come può essere migliore se si uccide la speranza stessa? Eppure nonostante tutto gli ebrei stessi venivano massacrati settant'anni anni fa durante la seconda guerra mondiale, donne, uomini, vecchi e anche in questo caso bambini. Settant'anni fa,tanto per intendersi, a livello storico- temporale è come dire qualche ora fa, ebbene nonostante conoscano la sofferenza di tale strazio nessuno si fa scrupolo.Lontano da me fare un analisi del confronto ebreo-palestinese per questo ci sono fior fiore di giornalisti e storici, però la mia è una constatazione di fatto innegabile.Ma siccome la storia è memoria e memoria vuol dire non dimenticare ( e possibilmente anche riflettere) voglio raccontare a tutti la storia dei fratellini Urbach,del piccolo Kurt e di Liliana lei nata a Bagni di Lucca il 19 ottobre 1942.La
sua famiglia era una di quelle famiglie mandate al confino nella
nostra valle per la sola colpa di essere ebrea.In precedenza erano
fuggiti dalla propria terra natia (l'Austria) per le persecuzioni
razziali.Vivevano a Ponte a Serraglio come internati se così si può
dire liberi,lavoravano, vivevano in maniera tranquilla e piuttosto
serena anche se con le limitazioni che imponevano le leggi razziali
(niente radio, controllo della corrispondenza, nessuna attività
politica, minimi rapporti con la popolazione, firma due volte al
giorno dai carabinieri).Ma vivevano.Alla fine del 1943 le cose
precipitarono.![]() |
| Una vecchia foto di Ponte a Serraglio |

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